Elettrico Sì, Elettrico No

- di: Daniele Maver
 

Negli ultimi mesi il dibattito sulle auto elettriche si è acceso, esacerbando le posizioni che si sono  polarizzate. Un fatto evidente è lo stallo o in alcuni mesi il declino delle immatricolazioni delle vetture elettriche in percentuale sul Totale.

In Italia le vetture 100% elettriche (BEV) sono rimaste nel 2023 su una quota relativamente bassa del 4.2%, decisamente inferiore ad altri Paesi europei che si collocano tra il 15 e il 20%. La spinta degli incentivi, in Italia così come nel resto di Europa, non è costante e determina pertanto oscillazioni anche forti del mercato: la domanda nei periodi di mancanza di incentivi è significativamente più bassa.  Ad esempio in Germania, finiti gli incentivi, la percentuale di vendite BEV è calata dal 16% dei primi mesi dello scorso anno al 12%.

Aldilà di tutte le perplessità sulla transizione decisa dalla UE, non vi è però dubbio sul minore impatto ambientale delle vetture elettriche,

• come emissioni di gas serra: le analisi dimostrano che considerando tutto il ciclo di vita compresa la produzione e il riciclaggio dei materiali, la produzione e il trasporto dell’energia, le emissioni siano intorno al 50% di quelle di un motore a combustione, percentuale che varia in funzione del modo di produrre l’energia

• come inquinamento diretto dove la vettura viene utilizzata: infatti non emette gas di scarico come NOX e particolato e anche l’usura dei freni è inferiore in quanto le BEV usano la frenata rigenerativa che converte l’energia cinetica del veicolo in elettricità. C’ è un test che dimostra che le pasticche dei freni dei taxi Nissan Leaf durano quattro volte tanto quelle delle vetture tradizionali.

Quali sono le ragioni di questa diffidenza dei consumatori nei confronti delle auto elettriche?

In primo luogo il prezzo di acquisto dei BEV è in genere più alto di quello dei veicoli a combustione, anche se sta tendenzialmente scendendo: il prezzo dei pacchi batterie che era oltre $1000/kw all’inizio del secolo è sceso nel 2023 a $139.  Gli esperti sostengono che quando questo prezzo scenderà sotto i $100/kw, il che è previsto accadere nel 2026, il prezzo di vendita delle BEV sarà allineato alle vetture tradizionali.

Un’altra ragione è la difficoltà di ricarica per chi non ha un box o comunque durante i viaggi.

Nel 2023 le colonnine sono cresciute in Italia del 40% superando le 50,000 unità come riportato nel rapporto Motus-E (Feb.2024); il numero di punti di ricarica ogni 100 BEV circolanti (23) è oggi in Italia superiore a quello di Francia e Germania (rispettivamente 14 e 10).

In realtà questo risultato dipende da un parco circolante di BEV di gran lunga inferiore; se valutassimo il numero di colonnine ogni 100 km questo risulterebbe per l’Italia pari a 10, inferiore alla media europea.

Purtroppo c’è un altro aspetto: sempre Motus-E sostiene che il 22% delle colonnine non sono utilizzabili perché non connesse alla Rete. Ma è anche peggio di così perché si riscontrano spesso episodi di malfunzionamento e difficoltà nel pagamento (da vedere la clip su Linkedin del direttore di Quattroruote Gianluca Pellegrini). Inoltre gli spazi sono spesso usati in modo abusivo da vetture non in fase di ricarica e il risultato è che la fruibilità è sicuramente limitata.

Quindi prezzo elevato e difficoltà di ricarica sembrano essere le cause più importanti della diffidenza dei consumatori verso l’acquisto di BEV.

C’è però anche un altro motivo meno esplicitato: al contrario dei motori a combustione la tecnologia dei motori elettrici e delle batterie è in rapida evoluzione e questo porta a due conseguenze:

• Un ritmo costante e veloce di innovazioni: vengono in continuazione presentate novità nelle batterie per migliorare le performance, ridurre i costi o risolvere il problema di materie prime scarse.

Il cobalto è un problema perché proviene quasi esclusivamente dal Congo? Ecco la batteria LFP, senza cobalto e meno costosa, con una maggiore vita media anche se una capacità energetica inferiore, batteria già in uso da parte di Tesla e BYD.

Il litio diventerà scarso perché elemento essenziale di tutta l’elettronica? Ecco la batteria agli ioni di sodio che sarà presto adottata da alcuni costruttori quali ad esempio JAC un costruttore cinese di cui Volkswagen possiede il 75%, prodotta con minerali come ferro e sodio che sono abbondanti sui mercati globali e priva di litio, nichel, cobalto e grafite. E si potrebbero citare altri esempi di novità tecnologiche in questo settore.

• Un prezzo tendenzialmente in discesa, grazie alle innovazioni tecnologiche e alla crescita delle economie di scala. Si prevede un ulteriore calo dei prezzi di pacchi batterie che porteranno nel giro di un paio di anni alla parità di prezzo tra auto elettriche e auto a combustione. Ma qualcosa è già successa nel 2023: Tesla ha tagliato i prezzi di alcuni modelli del 20-30% presto seguita da altri costruttori.

Tra l’altro Elon Musk con il suo approccio disruptive non ha fatto come altri costruttori, mascherando la riduzione dei prezzi con nuovi allestimenti con un maggior livello di contenuti ad un prezzo rivisto. No, ha messo una croce rossa sul prezzo e ci ha scritto meno 30%.

Col risultato che sicuramente ha reso più competitivi i prezzi delle Tesla riducendo però  i margini della sua azienda con conseguenze sulla quotazione di borsa (-40% negli ultimi 12 mesi); ma ha soprattutto creato una grande insoddisfazione nei clienti che hanno visto la propria auto svalutarsi di circa il 20% nel giro di una notte.

E se i clienti privati hanno strillato il proprio dolore sui social, per le società di leasing e di noleggio, spesso garanti del valore residuo, il calo dei prezzi si è trasformato in un vero bagno di sangue, a fronte di migliaia di veicoli usati sui quali devono contabilizzare una perdita significativa. Al punto che alcune di queste società stanno negoziando con i costruttori un contributo a questa svalutazione per limitare i danni, minacciando altrimenti di fermare del tutto le vendite di auto elettriche attraverso il canale leasing e noleggio.
Insomma una tempesta.

E cosa si domanda il cliente in procinto di acquistare una vettura elettrica: il calo dei prezzi del 2023 è l’ultimo o ce ne saranno altri? Le innovazioni tecnologiche renderanno tra 3-4 anni la mia auto un oggetto del tutto obsoleto e invendibile?

Coi telefonini siamo abituati al fatto che anche l’ultimo modello di oggi sarà obsoleto tra 1 o 2 anni; ma un telefonino top costa intorno ai €1000, non €25000 come un’auto elettrica.

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Italia Informa n° 2 - Marzo/Aprile 2024
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