Ilary? “Che stupida”!

- di: Barbara Leone
 
Ma perché c’hanno tutti la fissa di scrivere libri? Dico seriamente: viviamo in un Paese dove si legge sempre meno, ma quando c’è da mettere penna su carta sono tutti dei fenomeni. Siamo pieni di scrittori incompresi, roba che Moravia e Pasolini levateve proprio, pronti a scrivere la qualunque pur di uscire con un libro. Siamo sommersi da libri che nessuno leggerà mai. E se un tempo erano solo nelle librerie, adesso li troviamo ovunque: al supermercato, all’autogrill, persino al bar fra un tramezzino e una coca cola. E poi ovviamente su internet, vero colpo di grazia delle piccole librerie di quartiere che oramai non esistono quasi più. E va bene che abbiamo avuto Dante, Boccaccio, Manzoni e tutti gli altri. Ma diciamoci la verità: di leggere ci va sempre meno. Basti pensare che, dati Nomisma alla mano, nel 2022 tra tutti i libri usciti, meno di 35mila hanno raggiunto le dieci copie vendute. E però partoriamo libri manco fossero noccioline. Siamo insomma un popolo di santi, poeti, navigatori e grandi scrittori.

Molti scrivono anche tre, quattro o più libri senza mai averne letto neanche uno in tutta la vita. C’è quest’urgenza di scrivere, di bearsi forse perché, come scriveva Milan Kundera nel lontano 1977, tutti soffrono all'idea di scomparire senza essere stati visti, né uditi in un universo indifferente e vogliono, finché c'è ancora tempo, trasformare se stessi in un universo di parole. Ma, aggiungeva, il giorno in cui dentro ogni uomo si sveglierà lo scrittore, saranno tempi di sordità e incomprensione generali. E direi che quel giorno è arrivato. L’ultima, ma solo in ordine di tempo, è Ilary Blasi. A cui evidentemente non bastava lo sputtanamento pubblico di “Unica”, il famoso docufilm in vetta alle classifiche Netflix in cui ha raccontato per filo e per segno la fine del suo matrimonio cor Pupone, e soprattutto le corna di lui. Non contenta, ora esce con un libro edito da Mondadori dall’illuminante titolo “Che stupida”. Ovvio, siccome non abbiamo l’anello al naso, sappiamo tutti che il libro gliel’hanno scritto.

Esattamente come avviene per i libri di tutti, manco il quasi ci metto a sto giro, i vip che da un giorno all’altro decidono di cimentarsi con la scrittura. Peraltro avendo già bello che pronto il contratto con l’editore di turno. A questo, infondo, servono i ghostwriter, di cui peraltro le stesse case editrici si servono. Quelli che un tempo in gergo venivano chiamati “negri”. Termine che oggi farebbe inorridire i fan del politically correct, ma che aveva comunque un suo perché. Scrivere per conto di un altro, infatti, richiede una fatica non indifferente. Ed una pazienza immensa, soprattutto quando il libro in questione parla di vita intima. E sì: parlo per esperienza diretta, del resto lavorando nel mondo della comunicazione e della scrittura prima o poi capita a tutti di “prestare” (dietro compenso, ovviamente) la penna a qualcun altro.

Tornando alla Blasi, non se ne sentiva davvero il bisogno di un “suo” libro che, c’è da giurarsi, scalerà le classifiche dei libri più venduti con buona pace di chi fa, o vorrebbe fare, lo scrittore di mestiere. A breve, anche una serie animata e un disco con set di pentole e lenzuola, rigorosamente profumate Leonr, come regalo ai più fortunati fan. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: “stupida” lei, che ha trasformato la fine di un matrimonio in una sorta di gallina dalle uova d’oro, o “stupidi” quelli che abboccano? 
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