Mediaset, sotto il cambiamento niente

 
Uno la buona volontà ce la mette pure, però, come ci insegnavano da piccoli, non è cambiando l’ordine degli addendi che la somma cambia: in sintesi è quello che è successo al buon Piersilvio (Berlusconi, anche se sarebbe inutile specificare) che aveva proclamato di voler estirpare il trash dalle reti del biscione che fu, e come Atto I della tregenda ha cacciato la povera Barbarella che nonostante viaggi e teatro ancora non si ripiglia dallo shock. Nobilissimo intento il suo per carità, ma a volte si fanno i conti senza l’oste tanto per tornare alla metafora iniziale, perché ripulire l’Isola dal trash di una Blasi che dava al caciottaro a Corona pur sapendo che stava dicendo la verità (questa è la cosa grave, mica l’insulto, che poi questi insulti a tema mangereccio sono talmente innocui, lode a Pieraccioni, dalla carciofara in poi), e sostituirla con Vladimiro Guadagno in arte Vladimir Luxuria non è che significhi passare dalla borgata a Buckingham Palace.

E fa pure un po’ tenerezza, il Luxuria, nel suo passaggio dallo sfrontato ‘ciao mign***tte’ lanciato come hors d’oeuvre agli astanti in apertura danze al Muccassassina alla passerottesca definizione di ‘film osè’ a intendere i trascorsi di Luce Caponegro, alias Selen, dato che l’impervio passaggio alla nobilitate proibisce perfino la parola porno. Era un altro momento, si dirà come sempre in questi casi, del resto la scalata non lascia spazio alle cortesie, con quelle ci nasci o vengono (molto) dopo. E difatti. Morale: l’Isola il trash ce l’ha nel Dna soprattutto se di buona parte di questi presunti famosi nessuno sa una beneamata mazza (no, non quella) e si naufraga nella noia, anche perché più sono ignoti e più sono arroganti, forse per evitare la fatidica domanda su opere e identità. Soprattutto con Vladi che fa il bravo bambino e parla pure al maschile, acclamato dai babbei che parlano di ‘giusta separazione delle carriere’, forse confondendosi con la riforma del ministro Nordio: ma dite davvero? Non direi proprio.

Passati i lidi dell’Isola (ma, isola per isola, non era meglio Lost? Qui ci si perde nel tedium vitae, invece) si approda a La Pupa e il Secchione, tanto per appurare se la missione sia riuscita, e ci vorrebbe altro che Tom Cruise. Ora, qualsiasi cosa riabiliti la Barale riportandola in tv mi piace a prescindere, come diceva Totò, anche perché faccio troppa fatica a cercarla su Instagram. E però, cari autori, voi a Piersilvio volete male e dire che non si mangia la mano che nutre, no no. Imparate a vivere, per favore, perché questi copioni sono tristi di un triste inenarrabile e sono anche poco credibili e per quanto possiate considerare la platea scema, non è scema fino a questo punto, ovvero credere a questo coacervo di insulsaggine: la sospensione dell’incredulità in tv funziona soltanto con determinati personaggi, che in effetti possono dire o fare quello che vogliono, gli altri sono imbarazzanti e ci sono mille modi più divertenti per declinare un copione che non queste scemenze raffazzonate fra una serie tv e una partita a burraco virtuale (ipotizzo). Sorvolando sulla rissa di Forum e pure sull’emorragia (prevedibile) di spettatori, alla fine quale sarebbe la linea sobria e minimalista auspicata dall’erede di cotanto Cavaliere? Per ora resta non pervenuta e poveri noi, prima illusi e poi abbandonati. In un mare di trash.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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