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Amministrative: nel centrodestra Meloni pregusta il sorpasso

- di: Diego Minuti
 
Amministrative: nel centrodestra Meloni pregusta il sorpasso
Si ha un bel dire che le elezioni amministrative non sono un test attendibile se lo si guarda con un occhio a quelle politiche. Lo si dice sempre, ma prima, perché dopo la loro valutazione varia a seconda se si sono vinte, perse o ''pareggiate''. E', in fondo, la solita solfa, perché in Italia l'unica cosa che non si fa mai è ammettere,  davanti ad una evidenza che ti crea problemi. L'avvicinarsi della data delle amministrative - il dodici giugno - sta cominciando però a delineare degli scenari che inquietano qualcuno, perché certe cose non si possono ignorare, relativizzare e non considerare affatto. Una di queste cose è certamente la marcia di Fratelli d'Italia verso il gradino più alto del centrodestra, soprattutto in alcuni bastioni leghisti del Nord che forse non saranno espugnati, ma certamente indeboliti.  

Per farci cosa se ne discuterà più avanti, ma l'impatto del sorpasso nei confronti della Lega sarebbe devastante, soprattutto per Salvini che, con evidenti debacle, negli ultimi tempi sembra fare di tutto per spianare la strada verso la vittoria a Giorgia Meloni. Quest'ultima non può avere alcun interesse ad alzare i temi della guerra intestina nel centrodestra perché Lega e Forza Italia sembrano lavorare solo per lei. 

E' emblematico quanto sta accadendo in casa leghista dove Matteo Salvini è in evidente difficoltà non per quello che fanno i suoi avversari interni, ma per le cappellate che sta prendendo su più fronti. Colpa sua, innanzitutto perché i consiglieri di cui si circonda dovrebbero essere scelti con cura, per evitare di incappare in missioni suicide, come quelle sul fronte della politica internazionale, dove viaggi fatti (in Polonia, al confine cn l'Ucraina invasa da Putin) e annunciati (a Mosca, a parlare non si sa di cosa e non si sa con chi) hanno creato imbarazzo anche in chi nella Lega, pur riconoscendone il ruolo di guida, ricordano ancora il suicidio politico del Papeete, con l'ukase pronunciato col panzone al vento.
Come chi, sulla sponda del fiume, aspetta tranquillo che passi il cadavere dell'avversario, Giorgia Meloni resta in attesa del prossimo errore dei suoi (presunti) alleati. In ogni caso, per lei il bilancio sarò positivo perché il risultato elettorale sarà comunque migliore dei precedenti, accreditandola ulteriormente nella coalizione, da ricostruire in cui resta ambiguo il ruolo di Forza Italia, che rischia di pagare pesantemente le faide al suo interno. 

Uno dei luoghi cruciali della resa dei conti del centrodestra è certamente la Sicilia, dove Fratelli d'Italia - ovvero Giorgia Meloni, che sembra averne fatto una questione di principio - ha puntato sul presidente uscente della Regione, Nello Musumeci, facendo della sua ricandidatura una faccenda essenzialmente politica. In Sicilia la partita è aperta e, comunque, decisiva, perché Musumeci potrebbe pure perdere, ma semmai dovesse accadere raccoglierà un numero consistente di voti, perché Fratelli d'Italia ha battuto, con i suoi esponenti, la regione per raccattare consensi.  
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