FOTO: Instagram - @achillecostacurta
Achille Costacurta torna a parlare delle sue vicende, e già qui meriterebbe un applauso. Non perché sia “figlio di”, come ripete mezzo internet ogni volta che appare il suo nome, ma perché raccontare il proprio passato quando quel passato assomiglia più a un cartone animato scritto male che a un’adolescenza normale… beh, richiede coraggio. E anche un certo senso dell’umorismo.
Achille Costacurta, ragazzo normale
Il 21enne, figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta, si è finalmente lasciato alle spalle un periodo complicato fatto di dipendenze, comunità, TSO e scelte – diciamo così – decisamente poco consigliate. A sentire lui, “è come se avessi vissuto tre vite”. Onestamente? Considerando tutto quello che ha fatto prima di avere diritto al voto, probabilmente ha ragione.
Achille ammette di essere pentito del gesto più estremo, quello del tentativo di togliersi la vita. Non lo racconta per farsi compatire, né per creare un personaggio, ma per dire a voce alta quello che tanti ragazzi non riescono nemmeno a sussurrare: “Quello che è successo non si può cambiare, ma ciò che abbiamo davanti dipende da noi”. E già qui, ditemi se non sarebbe perfetto come testimonial di un’intera generazione che spesso si perde, ma altrettanto spesso cerca la strada per ritrovarsi.
Ora Achille fa quello che fanno i ragazzi normali: vive tra Riccione, Milano e qualsiasi posto gli capiti sotto mano, sente i genitori quando capita, sta finendo l’ultimo anno di liceo come un qualunque ripetente di successo e nel frattempo sogna di aprire un centro per ragazzi disabili. Ah, e punta a trasferirsi in Australia a lavorare nei campi, perché pagano bene. A questo punto manca solo che dica di voler fare anche surf e siamo al completo.
Cosa c’è di ironico? Che dopo un passato che nemmeno Netflix riuscirebbe a sintetizzare in una miniserie da sei episodi, Achille ora sogna una vita normale. E forse è proprio questo il punto: la normalità non è un punto di partenza, ma una conquista.
E lui, più di tanti altri “figli di”, questa normalità se la sta guadagnando. Con fatica, certo. Con errori, tanti. Ma anche con una sincerità che oggi è più rara dell’onestà nei reality.
Se c’è un ragazzo che può dimostrare agli altri che si cade, ci si rialza e magari si va pure a raccogliere frutta in Australia… beh, quel ragazzo è proprio lui.