Sanatorie più rapide, sanzioni proporzionate e Lep nazionali: il piano del governo per cantieri più semplici e regole chiare.
Il governo mette mano al labirinto delle norme edilizie. La delega in preparazione punta a riscrivere e unificare le regole, con un Testo unico aggiornato che superi sovrapposizioni e tempi morti: sportello unico per le pratiche, stop alle doppie richieste di documenti già in possesso della PA, standard tecnici “inderogabili” su sicurezza, igiene, salubrità ed efficienza energetica, oltre a sanzioni proporzionate alla gravità delle violazioni.
Che cosa c’è sul tavolo
La novità più significativa è l’introduzione dei Lep dell’edilizia (livelli essenziali di prestazione) definiti a livello statale, per ridurre i divari territoriali e garantire certezza delle regole a imprese e famiglie. L’obiettivo è riordino e semplificazione dell’intero quadro, con una tassonomia chiara degli interventi e dei controlli.
Sanatorie: regole più chiare e tempi certi
La riforma prevede tipologie standard di difformità con sanzioni commisurate all’impatto dell’opera e procedimenti più semplici per i titoli in sanatoria. Il governo dovrà individuare le difformità sanabili anche in base all’anno di realizzazione e valutare un ripensamento della “doppia conformità” quando ostacola la regolarizzazione del costruito.
Resta una corsia dedicata per gli interventi ante ’67, dove la regolarizzazione è possibile a determinate condizioni e con prova rigorosa della datazione. L’orientamento è favorire la messa in sicurezza e l’adeguamento alle norme tecniche inderogabili.
Sportello unico e fine dei rimpalli
L’architettura della delega introduce un punto di accesso unico per domande, segnalazioni e comunicazioni, con scambio documentale tra amministrazioni a carico della PA. È la leva per tagliare i tempi senza ridurre i controlli: non più allegati duplicati e richieste a catena al cittadino.
Silenzio-assenso e “silenzio devolutivo”
Per evitare inerzie, la riforma spinge sul silenzio-assenso e sul silenzio devolutivo in caso di mancata risposta dell’ente. Non si tratta di un “liberi tutti”: vi sono eccezioni (tutela paesaggistica, ambientale, culturale) e limiti già definiti dalla normativa e dalla giurisprudenza. Serviranno perimetri precisi e tempistiche perentorie.
Beni tutelati: compatibilità e chiarezza
Il riordino promette di allineare Testo unico edilizia e Codice dei beni culturali. È essenziale chiarire il rapporto tra autorizzazione paesaggistica, accertamento di compatibilità e tempistiche dei pareri, per scongiurare conflitti interpretativi. Regole semplici, controlli severi
è il principio guida richiamato dagli estensori della riforma.
Perché serve un testo unico “vero”
Negli ultimi anni il Dpr 380/2001 è stato ritoccato più volte con risultati poco organici. Una delega ampia può rimettere ordine solo se punta a tre obiettivi: lessico unificato, procedimenti digitali con sportello unico reale, tempi perentori con responsabilità chiare. Diversamente, il cantiere normativo aggiunge l’ennesimo strato a un palinsesto già confuso.