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Antitrust Ue, maxi multa da 157 milioni a Gucci, Chloé e Loewe per intese anticoncorrenziali

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Antitrust Ue, maxi multa da 157 milioni a Gucci, Chloé e Loewe per intese anticoncorrenziali

La Commissione europea ha imposto una sanzione complessiva da 157 milioni di euro a Gucci, Chloé e Loewe, accusando i tre marchi di aver violato le regole europee sulla concorrenza con pratiche restrittive che hanno limitato la libera distribuzione dei prodotti di lusso all’interno del mercato unico.

Antitrust Ue, maxi multa da 157 milioni a Gucci, Chloé e Loewe per intese anticoncorrenziali

La sanzione più rilevante, quasi 120 milioni di euro, riguarda Gucci, controllata del gruppo Kering. L’Antitrust europeo ha stabilito che il marchio italiano avrebbe avuto un ruolo centrale in un sistema coordinato di restrizioni territoriali e vincoli ai prezzi di rivendita, volto a controllare la rete dei distributori e a mantenere differenze di prezzo artificiose tra i Paesi dell’Unione.

Bruxelles: “Il mercato unico deve restare aperto”

“Queste pratiche hanno compromesso la concorrenza nel mercato europeo del lusso, penalizzando i consumatori e limitando la libera circolazione dei beni”
, ha dichiarato la vicepresidente esecutiva con delega alla Concorrenza, Margrethe Vestager.
Secondo la Commissione, i tre gruppi avrebbero esercitato una pressione costante sui rivenditori ufficiali per impedire vendite transfrontaliere o online non autorizzate, allo scopo di proteggere i margini commerciali e preservare l’esclusività del marchio.

L’inchiesta, avviata nel 2022, ha coinvolto oltre 40 distributori europei e ha documentato scambi di informazioni e clausole contrattuali considerate incompatibili con l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Ue.

Gucci paga il prezzo più alto
Gucci, tra i marchi più redditizi del gruppo Kering con un fatturato di oltre 11 miliardi di euro nel 2024, si è vista attribuire la sanzione più alta per “ruolo determinante” nella definizione delle strategie comuni.
In una nota, la maison fiorentina ha espresso “pieno rispetto per le istituzioni europee” ma ha annunciato l’intenzione di valutare un ricorso davanti alla Corte di giustizia dell’Ue. “Il gruppo – si legge – è impegnato a garantire la conformità totale alle norme sulla concorrenza e ha già avviato una revisione interna dei propri processi commerciali”.

Chloé (gruppo Richemont) e Loewe (gruppo LVMH) hanno invece ricevuto sanzioni minori, rispettivamente da 25 e 12 milioni di euro, in proporzione al loro coinvolgimento. Entrambi i brand hanno dichiarato di collaborare pienamente con le autorità europee.

Il lusso europeo sotto la lente

Il provvedimento si inserisce in un quadro di vigilanza crescente da parte di Bruxelles nei confronti del comparto del lusso, un settore che nel 2024 ha superato i 150 miliardi di euro di valore in Europa.
Secondo fonti comunitarie, l’attenzione resta alta soprattutto sui modelli di distribuzione selettiva e sulle politiche di esclusività, considerate da alcuni marchi fondamentali per la tutela dell’immagine ma potenzialmente lesive della concorrenza.

La Commissione ha ricordato che “la libertà di impresa non può tradursi in una limitazione artificiale del mercato”, ribadendo l’intenzione di proseguire con ispezioni e verifiche nel settore della moda e degli accessori di alta gamma.

Un segnale al mercato
Gli osservatori leggono la decisione come un monito al settore del lusso, dove la gestione rigida dei canali di vendita e la protezione dell’identità di marca si scontrano sempre più spesso con la normativa Ue.
La multa a Gucci, Chloé e Loewe rappresenta una delle più alte sanzioni mai inflitte dall’Antitrust europeo alla moda, e potrebbe aprire la strada ad altre indagini nei confronti di gruppi internazionali.

Il mercato ha reagito con moderata cautela: a Parigi, i titoli dei gruppi Kering e LVMH hanno aperto la seduta in leggero calo, con flessioni comprese tra lo 0,8 e l’1,2%, mentre gli analisti stimano un impatto economico limitato ma un forte effetto reputazionale sul piano della compliance.

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