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USA inviano testo sui dazi, ma la vera battaglia è sul digitale

- di: Bruno Legni
 
USA inviano testo sui dazi, ma la vera battaglia è sul digitale
Tensioni Ue-Usa: dazi quasi plausibili, ma il Dsa e il Dma restano off-limits e la diplomazia scende in campo.

Il confronto tra Washington e Bruxelles sui dazi entra in una fase cruciale. Gli Stati Uniti hanno appena trasmesso all’Unione europea un testo aggiornato per la dichiarazione congiunta su tariffe e scambi commerciali, segnando un nuovo passo — seppur cautelare — in questa partita negoziale. Ora i tecnici della Commissione europea si tufferanno nell’analisi del documento, pronti a controbattere: “continueremo il ping-pong fino a un’intesa condivisa”, ha annunciato un portavoce, lasciando intendere che i dettagli contano — e parecchio.

Schermi sollevati: digitale fuori gioco

Ma al centro dello scontro non ci sono solo i numeri. Ciò che infiamma il negoziato è il tema digitale: gli Stati Uniti ambirebbero infatti a ottenere da Bruxelles modifiche radicali al Digital Services Act (Dsa), tra le normative più contestate dalle Big Tech; tuttavia, l’Unione risponde con fermezza che né DsaDigital Markets Act (Dma) sono negoziabili.

A complicare il quadro è una mossa diplomatica di peso: in una nota interna del 4 agosto 2025 il segretario di Stato Marco Rubio avrebbe ordinato agli ambasciatori americani in Europa di avviare una campagna di pressione per scalzare o alleggerire il Dsa. L’obiettivo? Smorzare la portata della normativa europea, accusata di soffocare la libertà di parola e interrompere il business delle tech company statunitensi. La Commissione ribadisce che le regole digitali europee non sono negoziabili.

Contromisure pronte in europa

Nel frattempo, sul fronte interno, si fanno spazio contromosse diffuse: Germania e Francia spingono affinché l’UE attivi lo strumento anti-coercizione (ACI) e prepari pacchetti tariffari di ritorsione — fino al 30% su beni come jeans, aerei, bourbon — oltre a possibili tariffe sui servizi digitali. Una linea dura, da affiancare al tentativo negoziale.

Un quadro globale teso

Ricordiamo che l’accordo politico tra Trump e von der Leyen del luglio 2025 aveva già fissato un’aliquota del 15% sui beni europei in cambio di investimenti statunitensi in energia — 750 miliardi di euro, e ulteriori 600 miliardi in investimento totale. Ma, mentre il testo esiste, il peso dei dettagli resta enorme: ciò che sembra vicino all’intesa, in realtà, richiede ancora pazienza e negoziazione fine fino all’ultimo punto.

In sintesi

  • Gli Stati Uniti hanno inoltrato un nuovo testo ai tecnici europei, dando l’ultimo giro di prova alla dichiarazione sul commercio.
  • Il cuore della controversia batte sul digitale: la richiesta Usa di intervenire sul Dsa ha incontrato la ferma resistenza dell’Ue, che lo considera un pilastro non negoziabile.
  • L’Europa prepara contromisure: Berlino e Parigi spingono per ACI, dazi mirati e possibili tariffe sui servizi digitali.
  • Rimane in piedi l’intesa politica di base (15% di dazio e investimenti Usa), ma il negoziato entra nel vivo e i dettagli faranno la differenza.
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