Le case automobilistiche cinesi cercano di conquistare quote del mercato giapponese

- di: Brian Green
 
Un paradosso, quello di vedere due automobili frutto dell’industria cinese fare bella mostra di loro lungo le strade giapponese. Eppure accade ed è un importante segnale di come Pechino stia modificando le sue politiche commerciali, guardando a mercati sino ad oggi considerati santuari nei quali, per motivi storici ancorché tecnologici, era ben difficile entrare. A "farsi vedere" e quindi almeno porsi come termini di paragone con l’industria nipponica sono le auto della principale casa cinese, la China FAW group corporation, di proprietà statale, che ha piazzato sul mercato nipponico alcune delle sue vetture di alta gamma, segnatamente berline Hongqi H9, create per soddisfare le esigenze della nomenklatura di Pechino e, quindi, con finiture molto elevate rispetto a quelle delle concorrenti.

Le berline – con due versioni, a gas e ibrida - sono arrivate sul mercato giapponese con un prezzo che, a secondo delle versioni, va dai 5,8 milioni di yen (52.800 dollari) a 9,8 milioni di yen al lordo delle tasse. Quello che appare evidente è che le case automobilistiche cinesi si stanno sempre più attrezzando per farsi strada nel mercato giapponese apparentemente impenetrabile..
L’interrogativo di fondo è è capire se, come e fino a che punto i veicoli prodotti in Cina possono conquistare i clienti su un mercato al 90 per cento dominato da produttori nazionali.

Alla fine di giugno erano arrivate in Giappone un totale di 10 automobili Hongqi. A settembre dovrebbe essere importato anche un modello sportivo elettrica. Secondo una indagine di mercato, la maggior parte degli acquirenti sono cinesi residenti in Giappone e persone di origine cinese che hanno ottenuto la nazionalità giapponese.
Le statistiche commerciali del Ministero delle finanze di Tokyo mostrano che le importazioni di automobili elettriche dalla Cina sono aumentate consistentemente da febbraio 2021. Sebbene nel 2020 siano state importate 792 unità, le vendite hanno raggiunto 2.108 tra gennaio e maggio 2021.

Ciò è apparentemente dovuto al trasferimento della produzione della berlina Model 3 del produttore statunitense di veicoli elettrici Tesla dagli Stati Uniti a Shanghai. Quando la produzione è iniziata nello stabilimento cinese, i prezzi della Model 3 sono stati ridotti fino a 1,6 milioni di yen.

Ma, al di là della qualità del prodotto, perché le auto cinesi siano in grado di entrare realmente nel mercato giapponese, occorre altro. Come la costruzione diuna rete di concessionari. Probabilmente, almeno all’inizio, secondo gli analisti giapponesi, collaboreranno con piccole case automobilistiche giapponesi in difficoltà in modo da poter sfruttare le loro reti di concessionari locali. Comunque, i marchi cinesi stanno già prendendo piede nel mercato giapponese con prodotti sviluppati per scopi commerciali. Come nel caso del produttore BYD, che fino a maggio aveva consegnato 53 autobus elettrici a 17 aziende e governi locali.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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