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La Banca del Giappone mantiene i tassi invariati: incertezze globali e dazi Trump frenano la svolta

- di: Matteo Borrelli
 
La Banca del Giappone mantiene i tassi invariati: incertezze globali e dazi Trump frenano la svolta

La Banca del Giappone (BoJ) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse allo 0,50%, confermando le attese degli analisti. La scelta arriva in un contesto di incertezze globali, con particolare attenzione alle ripercussioni dei dazi annunciati dall’amministrazione Trump e alle loro potenziali conseguenze sul commercio internazionale.
La decisione, presa al termine di una riunione di due giorni del comitato guidato dal governatore Kazuo Ueda (foto), riflette la cautela dell’istituto centrale nipponico nel muoversi in un panorama economico ancora instabile. “Numerose incertezze rimangono ancora sull'andamento dell'attività economica e il rialzo dei prezzi, e l'evoluzione sull'impatto dei dazi negli scambi commerciali”, si legge nel comunicato ufficiale della BoJ.

L’inflazione e la sfida dei salari
Nonostante il Giappone stia vivendo un periodo di inflazione persistente, con i prezzi al consumo saliti del 3,2% a gennaio (il ritmo più veloce degli ultimi 19 mesi), la BoJ sembra voler evitare mosse affrettate. L’inflazione si mantiene stabilmente al di sopra dell’obiettivo del 2% sin dall’aprile 2022, ma la crescita dei salari rimane un nodo cruciale per la ripresa economica.
Secondo un’indagine preliminare della Confederazione sindacale giapponese (Rengo), pubblicata la scorsa settimana, alcune aziende hanno accettato di aumentare gli stipendi del 5,4% in media durante le recenti trattative salariali. Tuttavia, questo incremento non sembra sufficiente a trainare una ripresa robusta.

Le incognite dei dazi Trump
Uno dei fattori che pesano maggiormente sulle decisioni della BoJ è l’incertezza legata alle politiche commerciali degli Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha infatti annunciato l’introduzione di nuovi dazi, che potrebbero avere un impatto significativo sugli scambi globali. Lunedì scorso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha previsto un rallentamento della crescita mondiale, che passerà dal 3,2% nel 2024 al 3,1% nel 2025, e al 3% nel 2026, proprio a causa delle tensioni commerciali.
“Le frizioni commerciali innescate dai dazi voluti da Trump rappresentano un rischio concreto per l’economia globale”, ha dichiarato il segretario generale dell’OCSE, Mathias Cormann.

Prossime mosse della BoJ
Gli analisti si aspettano che la BoJ rimanga in attesa almeno fino all’estate prima di considerare un nuovo aumento dei tassi. “La tempistica dei recenti rialzi e le incertezze legate alle politiche commerciali statunitensi suggeriscono che la BoJ adotterà un approccio prudente”, ha commentato Naomi Fink, economista di Eurizon SLJ Capital.
Intanto, l’attenzione si sposta sulla prossima riunione della Federal Reserve, prevista per la fine del mese. Anche in questo caso, gli esperti non si aspettano cambiamenti significativi nei tassi di interesse, ma ogni dichiarazione potrebbe influenzare le decisioni future della BoJ.

Acque turbolente 
La Banca del Giappone si trova a navigare in acque turbolente, bilanciando la necessità di sostenere la crescita interna con le pressioni esterne derivanti dalle politiche commerciali globali. Mentre l’inflazione rimane alta, la vera sfida per il Sol Levante resta quella di far ripartire i salari e garantire una ripresa economica stabile.


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