La città blindata per il matrimonio del magnate: yacht, star e lusso sfrenato, mentre attivisti e residenti alzano la voce.
Venezia trasforma in palcoscenico globale
Mentre i ponti si alzano e i canali vengono bloccati, Venezia ospita la cerimonia di tre giorni per il matrimonio “del secolo” tra Jeff Bezos e Lauren Sánchez. Dopo l’arrivo in elicottero dall’imbarcazione di supporto, la festa è iniziata il 25 giugno tra stuoli di bodyguard e vip all’Aman Hotel. Stasera la cerimonia è prevista sull’isola di San Giorgio Maggiore, seguita da una cena di gala all’Arsenale, spostata per ragioni di sicurezza.
Oltre 200 ospiti e un parterre stellare
Tra i confermati: Oprah Winfrey, Kim e Khloé Kardashian, Ivanka Trump, Leonardo DiCaprio, Tom Brady e Queen Rania di Giordania. Si parla anche del figlio di Andrea Bocelli, Matteo, come performer della cerimonia.
Costi e ricadute sull’economia locale
Il dispiegamento – tra cerimonie, sicurezza e location – si aggira sui 40-48 milioni di euro. Una cifra importante, ma che secondo le stime potrebbe produrre un ritorno economico tra 20 e 30 milioni di euro, grazie a hotel, catering e servizi. Bezos avrebbe inoltre donato 1-2 milioni di euro a progetti di tutela ambientale lagunare.
Proteste in città: “No Space for Bezos”
Le tensioni si confermano: attivisti hanno bloccato piazza San Marco e messo striscioni come “If you can rent Venice… pay more tax”. Organizzazioni denunciano la “simbolica esibizione di disuguaglianza”. Le forze dell’ordine hanno gestito le proteste con cautela, evitando scontri pesanti.
Logistica da alta sicurezza
Il piano organizzativo è imponente: zone rosse pedonali e fluviali, spostamenti blindati via acqua, e trasferimento dell’evento principale dall’originaria Scuola della Misericordia all’Arsenale, per fronteggiare eventuali interruzioni.
L’incontro-scontro tra due mondi
È l’incontro tra due mondi: da un lato, l’opulenza hollywoodiana fatta di star, superyacht e abiti da sogno (ben 27 cambi per la sposa); dall’altro, la città intrisa di storia e malcelata insofferenza verso gli eccessi. Mentre Venezia incassa – almeno in parte – l’impatto economico, emerge una domanda più profonda: può essere venduta ai più ricchi o resta patrimonio culturale da custodire? Il contrasto tra festa e protesta, ricchezza e sostenibilità, pare destinato ad animare i giorni a venire.