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Asia in rialzo, petrolio e oro volano con le tensioni in Medio Oriente

- di: Matteo Borrelli
 
Asia in rialzo, petrolio e oro volano con le tensioni in Medio Oriente
Borse asiatiche contrastate e nervose, future europei piatti, volano i beni rifugio.
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Asia in cerca di direzione tra tecnologia, geopolitica e materie prime
Mentre l’Europa dormiva ancora, i mercati asiatici hanno chiuso la giornata di oggi 21 maggio oscillando tra ottimismo selettivo e cautele legate alla geopolitica e all’andamento delle materie prime. Le piazze cinesi hanno ritrovato fiato, complice il pacchetto di stimoli annunciato da Pechino la settimana scorsa, mentre Tokyo ha perso terreno zavorrata dallo yen in risalita.
Il Nikkei 225 ha chiuso in calo dello 0,31% a 38.946 punti, penalizzato dalla forza della valuta e da realizzi su alcuni titoli industriali. La Borsa giapponese resta comunque vicina ai massimi pluridecennali toccati in primavera, sostenuta dalla corsa dell’AI e dalla domanda globale di chip.
La seduta è stata invece positiva in Corea del Sud, dove il Kospi ha guadagnato l’1,03% grazie al rally dei titoli tech. Samsung Electronics ha chiuso in aumento del 2,1%, spinta dalle previsioni di crescita della domanda di chip DRAM e HBM legati all’intelligenza artificiale.
In Cina, lo Shanghai Composite è salito dello 0,36%, lo SZSE Component dello 0,57% e il China A50 dell’1,01%. L’ottimismo è legato agli stimoli fiscali e monetari annunciati da Pechino, inclusi nuovi progetti infrastrutturali e un’accelerazione nei prestiti bancari. La fiducia resta però fragile: come ha detto oggi da Pechino il chief economist di HSBC per la Greater China, Frederic Neumann, “le misure non risolvono ancora i problemi strutturali del mercato immobiliare”.
Hong Kong ha tenuto il passo, con l’Hang Seng in rialzo dello 0,86%: bene i titoli immobiliari (+1,4% il sottoindice di settore), mentre Alibaba e Tencent sono saliti rispettivamente dello 0,9% e 1,2%, sull’onda lunga della trimestrale di Baidu diffusa lunedì.
Debole la Borsa di Taipei, con il Taiwan Weighted giù dell’1,46% a causa della flessione di TSMC (-2,3%), dopo voci di una possibile riduzione degli ordini da parte di Apple.
Nel subcontinente indiano, la Borsa di Mumbai (BSE Sensex) ha chiuso in lieve calo dello 0,19%, frenata dal settore bancario e dalla debolezza della rupia. Tuttavia, l’indice resta vicino ai massimi storici, con il settore tecnologico che continua a mostrare solidità.
In Australia, l’S&P/ASX 200 ha guadagnato lo 0,61% sostenuto dai colossi minerari come BHP (+1,5%) e Rio Tinto (+1,2%), che beneficiano dei rialzi delle materie prime industriali.
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Valute: dollaro debole, euro e oro prendono il volo
Sul mercato dei cambi, il dollaro statunitense ha continuato a perdere quota dopo i dati macroeconomici contrastanti diffusi ieri negli USA. L’indice del dollaro (DXY) è sceso a 99,60 punti (-0,52%), segnando il minimo da inizio mese.
L’euro ha approfittato del calo del biglietto verde e scambia ora a 1,1284 USD, in rialzo dello 0,4%. Bene anche lo yen giapponese, rafforzato a 144,47 per dollaro, sostenuto dal rientro degli investitori locali su asset domestici.
Il yuan cinese offshore resta stabile a quota 7,80 per dollaro, mentre la rupia indiana ha ceduto terreno a 85,49 USD, complice il calo degli investimenti esteri di portafoglio.
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Oro sopra i 3.300 dollari, petrolio in rally
Il nervosismo geopolitico ha spinto al rialzo le quotazioni dell’oro, che ha superato per la prima volta da inizio aprile la soglia dei 3.300 dollari l’oncia. Alle 7:30 italiane il metallo giallo veniva scambiato a 3.309,10 dollari, in aumento dell’1,2%. Gli investitori si rifugiano nell’oro mentre le tensioni tra Israele e Iran si riaccendono: secondo il Wall Street Journal (20 maggio), si temono nuove rappresaglie israeliane dopo l’attacco alle basi di Hezbollah in Siria.
Anche il petrolio ha tratto slancio dallo scenario incandescente. Il Brent è salito dell’1,4% a 66,42 dollari al barile, mentre il WTI ha toccato i 63,08 dollari (+1,6%). “Il mercato sta prezzando un rischio reale di escalation, in particolare nel Golfo Persico”, ha dichiarato Warren Patterson, responsabile ricerca commodity per ING.
Il gas naturale invece ha frenato dopo un rally durato cinque giorni: i future scambiano a 3,40 dollari per MMBtu (-0,7%), con le scorte europee ai massimi stagionali.
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Futures europei senza slancio: in attesa di indizi dalla BCE
L’apertura delle Borse europee si preannuncia incerta. Alle 7:45 italiane, i futures sull’Euro Stoxx 50 perdevano lo 0,05% a 5.457 punti, il DAX guadagnava lo 0,08% a 24.092,50, mentre il CAC 40 era in leggero calo dello 0,03% a 7.919,10. Il FTSE 100 britannico segnava un +0,04% a 8.800,10.
Gli operatori restano in attesa delle minute della BCE in uscita giovedì, che potrebbero fornire indicazioni su un possibile taglio dei tassi già a giugno. “I dati sull’inflazione core suggeriscono che Francoforte può permettersi di muoversi”, ha affermato oggi da Londra Carsten Brzeski, capo economista di ING.
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Le prossime mosse: occhi sulla Fed
La settimana proseguirà con grande attenzione ai verbali della Federal Reserve previsti domani. Dopo i segnali contraddittori sui consumi e sull’inflazione americana, gli investitori vogliono capire se Jerome Powell è pronto ad aprire a un taglio dei tassi già in estate.

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