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Cani abbandonati, l’estate della vergogna: oltre 3.000 solo a luglio

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cani abbandonati, l’estate della vergogna: oltre 3.000 solo a luglio

Luglio 2025 ha registrato oltre 3.000 cani abbandonati sulle strade italiane, un numero che conferma come l’estate resti il periodo più critico dell’anno per il randagismo. Secondo le principali associazioni animaliste, il fenomeno si concentra nelle settimane a ridosso delle vacanze, quando molti proprietari scelgono di disfarsi dell’animale invece di organizzarsi per la sua cura. Le segnalazioni arrivano da tutta la Penisola, con un picco nelle regioni meridionali e lungo le tratte autostradali.

Cani abbandonati, l’estate della vergogna: oltre 3.000 solo a luglio

Le motivazioni alla base dell’abbandono sono varie: difficoltà economiche, mancanza di strutture ricettive pet-friendly, ma anche semplice disinteresse o sottovalutazione dell’impegno che comporta la cura di un cane. In alcuni casi si tratta di cucciolate indesiderate, frutto di mancata sterilizzazione, che finiscono per alimentare il circuito del randagismo. Le associazioni chiedono campagne di educazione più incisive, oltre a un sistema di tracciamento degli animali più efficace grazie al microchip obbligatorio.

Le conseguenze sull’ambiente e sulla sicurezza

Oltre all’evidente sofferenza animale, l’abbandono comporta rischi per la sicurezza stradale: numerosi incidenti sono causati da cani spaventati che vagano sulle carreggiate. Sul piano ambientale, l’aumento dei randagi compromette l’equilibrio faunistico locale e accresce il rischio di trasmissione di malattie. I Comuni, già in difficoltà di bilancio, devono affrontare spese ingenti per il recupero, il mantenimento nei canili e le cure veterinarie.

Prevenzione e repressione
La legge italiana prevede sanzioni severe per chi abbandona un animale, con pene fino a un anno di reclusione e multe fino a 10mila euro. Tuttavia, l’efficacia deterrente è ridotta dalla difficoltà di identificare i responsabili. Gli attivisti propongono un rafforzamento dei controlli, telecamere nei punti critici e una maggiore collaborazione tra forze dell’ordine, polizia stradale e volontari. Un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta alle aree di servizio autostradali, spesso luoghi di abbandono.

Un impegno che deve essere culturale
Gli esperti sottolineano che la repressione, da sola, non basta. Serve una campagna di sensibilizzazione costante, che inizi nelle scuole e coinvolga i media, per promuovere la cultura del possesso responsabile. Il cane non è un passatempo stagionale, ma un impegno di anni. In molti Paesi europei, campagne mirate hanno ridotto drasticamente il fenomeno: l’Italia può seguire quegli esempi, a patto di investire in prevenzione e infrastrutture.

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