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Il ruggito disarmante di Leone XIV

- di: Giuseppe Castellini, Direttore Editoriale di Italia Informa
 
Il ruggito disarmante di Leone XIV

Primo Papa americano, Prevost sceglie un nome dal forte valore simbolico. Dalla lezione sociale di Leone XIII alla “pace disarmata” di Giovanni XXIII, il nuovo pontificato si annuncia all’insegna del dialogo e della giustizia – ma restano incognite su riforme e tensioni interne.

Piazza San Pietro ha esultato per la fumata bianca: il cardinale statunitense Robert Francis Prevost è stato eletto Papa, primo americano nella storia, assumendo il nome di Leone XIV. Con lui, il nome “Leone” torna sul soglio pontificio dopo oltre un secolo dall’ultimo Leone XIII (1878-1903). Visibilmente emozionato, Leone XIV si è affacciato alla Loggia delle Benedizioni e ha pronunciato parole immediate di fraternità: “Una pace disarmata e disarmante”, ha detto, evocando lo spirito di Giovanni XXIII e della sua Pacem in Terris.

Il segnale del nome
Nella tradizione cattolica, la scelta del nome pontificale è sempre un messaggio. Se Papa Francesco evocava il poverello d’Assisi, con Leone XIV il riferimento più plausibile sembra quello a Leone XIII, autore della Rerum Novarum (1891), prima grande enciclica sociale della Chiesa. Quel testo inaugurò l’attenzione cattolica verso il mondo del lavoro, la giustizia sociale, i diritti degli sfruttati. Non meno evocativo è il richiamo a Leone I Magno (V secolo), pontefice che fermò Attila con la sola forza della parola. In entrambi i casi, il nome “Leone” unisce fermezza dottrinale e apertura ai cambiamenti storici.

Continuità con Francesco
Prevost ha scelto di legarsi anche al predecessore. Ha ringraziato Papa Francesco per la sua “voce coraggiosa” e ne ha ripreso la metafora della Chiesa come “ponte”. Missionario per anni in Perù, agostiniano, con esperienza nei territori più poveri del mondo, il nuovo Papa porta con sé una biografia che coniuga periferia e Curia. Il suo primo discorso ha messo al centro la pace, la fraternità, il dialogo, ma senza toccare temi divisivi come donne, celibato sacerdotale o persone LGBTQ+. Un segnale di prudenza?

Una Chiesa sociale, ma con quale agenda?
Se davvero il riferimento è a Leone XIII, il pontificato di Prevost potrebbe raccogliere l’eredità della dottrina sociale della Chiesa, affrontando le nuove povertà, materiali e spirituali. Ma non è detto che questo implichi aperture su altri fronti. Leone XIII, infatti, fu avanzato sul piano sociale ma fermo nella condanna della modernità liberale. Giovanni Paolo II stesso, tanto innovativo nel sociale quanto rigido sul piano morale, è un precedente illuminante. Papa Francesco ha cercato invece una sintesi, trasformando la Chiesa in “ospedale da campo”, accogliente verso tutti. Leone XIV proseguirà su questa linea o rallenterà?

Il nodo delle tensioni interne
Alla vigilia del conclave, il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller ha lanciato un monito ai confratelli: “Non eleggete un Papa eretico”. Parole che mostrano quanto sia alta la tensione nella Chiesa. L’elezione di Prevost, considerato un moderato, potrebbe rappresentare un tentativo di equilibrio: consolidare le riforme di Francesco senza provocare scismi. Ma il rischio di rottura con l’ala ultraconservatrice resta. Leone XIV dovrà usare tutta la sua abilità per tenere unita la Chiesa.

Reazioni internazionali
La stampa mondiale ha accolto con stupore e favore l’elezione del primo Papa statunitense. Il New York Times ha titolato: “An American Pope for a global Church”. Emmanuel Macron ha parlato di “momento storico”, Lula di “un successore degno di Francesco”. L’imam di al-Azhar ha espresso l’auspicio di continuare il dialogo tra le religioni. Il mondo guarda a Leone XIV con curiosità e attesa, pronto a misurare se saprà coniugare l’anima sociale con il rigore dottrinale.

Una sfida da giocare sulla realtà
Come sempre nella storia della Chiesa, molto dipenderà dalle circostanze. Nessuno si aspettava che Giovanni XXIII, eletto per essere Papa di transizione, convocasse un Concilio rivoluzionario. Così, anche Leone XIV potrà sorprendere. Le sue prime parole parlano di misericordia, ascolto, pace. Ma ora lo attendono le scelte. Il suo pontificato si giocherà nell’equilibrio tra fedeltà e riforma, dottrina e inclusione. E chissà che proprio da Chicago non parta un nuovo capitolo della storia della Chiesa.

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