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Cooperative di comunità, la nuova economia dei territori

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cooperative di comunità, la nuova economia dei territori

Sono 321 le cooperative di comunità censite quest’anno in Italia, di cui 220 già registrate e 101 in fase di costituzione. Attive in oltre 70 province, rappresentano un mosaico variegato di esperienze imprenditoriali ibride: tra impresa, partecipazione civica e cura dei beni comuni.

Cooperative di comunità, la nuova economia dei territori

È quanto emerge dal Rapporto Economie di luogo: fotografia e dimensioni qualitative delle cooperative di comunità, realizzato da Aiccon con il supporto di Legacoop. L’indagine mette in luce un fenomeno che negli ultimi cinque anni ha visto raddoppiare le adesioni all’interno del sistema Legacoop (106 nel 2025, erano 55 nel 2020), segno di una vitalità che resiste all’assenza di una normativa nazionale specifica.

Tra borghi e periferie urbane
La distribuzione geografica racconta due Italie che si incontrano: i piccoli borghi e le aree interne, dove queste cooperative combattono spopolamento, mancanza di servizi e rischio di abbandono; e i quartieri urbani fragili, dove si affermano come strumenti di rigenerazione sociale e culturale. Il 65% delle cooperative è collocato nelle aree interne e il 69% opera in Comuni con meno di 5.000 abitanti. La logica è sempre la stessa: trasformare un bisogno collettivo in un progetto condiviso di impresa, capace di generare valore economico e redistribuirlo nella comunità.

Dal bisogno alla risorsa
Il 29% delle cooperative nasce per rispondere a forme di vulnerabilità sociale, il 12% a vulnerabilità di tipo urbano e ambientale. Ma non è solo il deficit a muovere queste realtà. In molti casi prevale la logica della risorsa: il 22% delle cooperative ha origine dall’iniziativa di gruppi di cittadini particolarmente motivati, il 16% dalla valorizzazione di risorse locali “dormienti”, il 13% dal rapporto con le pubbliche amministrazioni e l’8% dal supporto delle strutture di rappresentanza cooperativa. Un mix che conferma la capacità di generare capitale sociale e capitale economico insieme.

Numeri e impatto economico
Le cooperative di comunità censite da Legacoop coinvolgono 5.383 soci, con una media di 51 soci per realtà. Occupano 560 persone, producono un fatturato complessivo di 33,5 milioni di euro e vantano un patrimonio aggregato di 7,8 milioni. Numeri ancora modesti su scala nazionale, ma significativi se rapportati ai territori in cui operano: spesso piccole comunità dove il valore generato rappresenta un presidio economico e sociale insostituibile.

Un laboratorio per il futuro
«Pur in assenza di una normativa nazionale
– sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop (nella foto) – le cooperative di comunità continuano a crescere come vero strumento di sviluppo locale». La sfida, ora, è trasformare questa crescita spontanea in un quadro normativo stabile che ne riconosca la specificità, evitando di ingabbiarne la natura ibrida. Le cooperative di comunità si confermano laboratori di innovazione sociale: piccoli, diffusi, ma con la capacità di resistere dove il mercato si ritira e lo Stato fatica ad arrivare.

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