• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Vesuvio ancora in fiamme: fumo e cenere sul territorio

- di: Vittorio Massi
 
Vesuvio ancora in fiamme: fumo e cenere sul territorio
Vesuvio in fiamme: emergenza incendi e fumo su Napoli (10 agosto 2025)
Nuovo quadro operativo

Le operazioni antincendio sul Monte Somma nel Parco del Vesuvio proseguono incessanti: fin dall’alba mezzi aerei e squadre a terra sono ripartite all’attacco. Le condizioni meteo — vento e temperature roventi — continuano a complicare l’intervento, che però si mantiene ben coordinato grazie al Tavolo Permanente attivato in Prefettura, con la partecipazione di sindaci, Protezione Civile, Carabinieri Forestali, Vigili del Fuoco e Parco Nazionale.

Il fronte del fuoco: dimensioni e aree coinvolte

Il fronte del rogo si estende attualmente da 2 a 2,5 chilometri, coinvolgendo comuni come Terzigno, Boscotrecase, San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano sul lato est del vulcano. I danni sono enormi: si stimano già 500 ettari di vegetazione e vigneti pregiati arsi, forse molti di più.

Mezzi e forze mobilitate

In azione nell’area ci sono 10 mezzi aerei — tra Canadair della flotta nazionale ed elicotteri regionali — affiancati da oltre cento operatori tra Vigili del Fuoco, Protezione Civile, volontari e Carabinieri Forestali. L’Esercito è intervenuto per rafforzare il presidio stradale, facilitare il passaggio dei mezzi antincendio e assicurare il rifornimento d’acqua con autobotti da 8.000 litri.

L’altro versante: fumo e cenere nei cieli cittadini

L’incendio prosegue con una densa colonna di fumo che oscura il cielo e deposita cenere su Napoli e dintorni. Le immagini dei roghi, visibili da decine di chilometri, evocano un ritorno drammatico alla visione del cratere attivo.

Il rischio ambientale che resta

Oltre ai danni immediati, gli incendi lasciano una “cicatrice” nel terreno: la comunità scientifica mette in guardia sul rischio di frane e instabilità future, poiché la vegetazione bruciata rende il suolo più vulnerabile a precipitazioni intense successive.

Il pericolo va oltre le fiamme 

Il Vesuvio, colonna portante dell’identità partenopea, torna a bruciare tra vento, fumo e cenere: una ferita viva nel cuore verde del Sud. Sul campo, l’impegno combinato di mezzi aerei, truppe a terra, Protezione Civile, Carabinieri e volontari è incessante — ma il rogo insiste, alimentato da clima avverso e possibili cause dolose, ancora al centro delle indagini.

Il pericolo va oltre le fiamme: il territorio arso rischia di trasformarsi da vittima a minaccia attiva, pronto a cedere al primo acquazzone. Serve non solo spegnere il fuoco, ma pensare al “dopo”: difesa del suolo, prevenzione, monitoraggio permanente e trasparenza verso i cittadini — perché il Vesuvio, con la sua storia e la sua fragilità, non può diventare un pericolo replicabile.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 26 record
Pagina
1
05/12/2025
Putin rilancia: Donbass o lo prendiamo con la forza
Putin ribadisce che il Donbass dovrà diventare russo, Trump allenta le sanzioni su Lukoil....
05/12/2025
Pace disarmata e disarmante, l’azzardo morale della Cei
Con una Nota Pastorale diffusa oggi, Conferenza episcopale italiana invita a “educare a un...
05/12/2025
Giovani in fuga dall’Italia: 630mila via in 13 anni
Dal 2011 al 2024 oltre 630mila giovani italiani hanno lasciato il Paese. Rapporto CNEL 202...
04/12/2025
Natale e Capodanno spingono il turismo: 4 milioni di arrivi dall’estero
Ministero del Turismo ed ENIT: impatto economico di 3,5 miliardi tra dicembre e gennaio
04/12/2025
Rimborsi pedaggio 2026: come cambia l’autostrada
Dal 2026 scattano i rimborsi pedaggio autostradale per cantieri e blocchi traffico. Regole...
Trovati 26 record
Pagina
1
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720