Una Madonna con Bambino emerge dopo 50 anni, tra misteri, restauri e nuovi riflettori sul Rinascimento.
Il cuore della Toscana torna a battere al ritmo del Rinascimento grazie al ritrovamento di una preziosa Madonna con Bambino di Sandro Botticelli, curiosamente scomparsa dalla vista pubblica per oltre mezzo secolo. L’opera è stata individuata nella cittadina campana di Gragnano – ma le istituzioni coinvolte la definiscono ufficialmente “in Toscana” per la destinazione finale dell’esposizione. Ecco cosa sappiamo finora.
Un quadro da 100 milioni… nascosto
Identificata come “Madonna con Bambino” e datata agli ultimi anni della produzione di Botticelli, l’opera è stimata circa 100 milioni di dollari. Nonostante il valore impressionante, era completamente ignorata dal pubblico.
La tela era in pessime condizioni: pellicola pittorica staccata, cadute di colore, abrasioni e ossidazione della vernice.
Ritrovamento, titolarità, restauri
Ritrovata grazie a un intervento congiunto tra il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri e la Soprintendenza, è stata recuperata nella casa della famiglia Somma, proprietaria da decenni.
Il comandante Massimiliano Croce ha dichiarato: “Si tratta di un’opera totalmente sconosciuta al pubblico… necessita di un importante intervento di restauro. La famiglia continua a detenerne il titolo, che però sarà conservato in un museo”.
Un decreto ministeriale del 1931 (con conferme nel ’41 e ’68) aveva già apposto un vincolo di tutela sull’opera, impedendone l’export.
Il dipinto sarà sottoposto a un restauro urgente, finalizzato alla sua prima esposizione pubblica.
Un’opera tardiva e misteriosa
Si tratterebbe di un'opera tra le ultime del maestro (circa 1470), con forte valore sentimentale: la Vergine ricalca i lineamenti di Simonetta Vespucci, musa perduta prematuramente.
Da quanto emerso, Botticelli donò in origine il dipinto a Papa Sisto IV, che a sua volta lo cedette alla chiesa napoletana di Santa Maria delle Grazie, presso cui rimase fino al terremoto del 1982.
Le future analisi scientifiche – pigmenti, raggi X, infrarosso – saranno cruciali per distinguere tra mano del maestro e bottega.
Pareri e commenti
Il comandante Croce ha sottolineato l’emozione del ritrovamento e l’importanza di una protezione “amministrativa” piuttosto che penale.
Entusiasti anche alcuni addetti ai lavori: la rinuncia all’esposizione pubblica per anni ha preservato, secondo esperti, un fascino “enigma” che ora il restauro restituisce in pieno vigore.
Il futuro dell’opera
Prossima tappa: restauro approfondito, con interventi mirati su togliere ridipinture, reintegrare pigmenti originali e consolidare la struttura.
Seguirà esposizione in museo (probabilmente in Toscana, vicino a Firenze) dove il pubblico potrà finalmente ammirarla.
L’evento potrebbe diventare una pietra miliare nel rilancio della conoscenza di Botticelli, potendo svelare nuove sfumature del suo linguaggio artistico in tarda maturità.
Ripensare la fragilità del patrimonio artistico
Un ritrovamento di simile portata – un Botticelli “ritrovato” che fra mistero, famiglia, Stato e bottega emerge dall’oblio – merita tutta l’attenzione della comunità culturale e del pubblico. L’occasione per ripensare la fragilità del patrimonio artistico, l’importanza dei vincoli legali e la bellezza di un capolavoro che, ora restaurato, potrebbe tornare a parlarci dopo 50 anni di silenzio.