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Trump bullizza il Canada: “Se mettono controdazi, aumenteremo ancora i nostri”. E chiama Trudeau “Governatore”

- di: Marta Giannoni
 
Trump bullizza il Canada: “Se mettono controdazi, aumenteremo ancora i nostri”. E chiama Trudeau “Governatore”

L’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Canada segna un nuovo capitolo con la minaccia di Donald Trump di aumentare ulteriormente le tariffe imposte sulle merci canadesi. La reazione del presidente americano arriva poche ore dopo che il primo ministro canadese Justin Trudeau (foto) ha annunciato contromisure economiche per rispondere ai dazi statunitensi, dando il via a una delle più accese dispute commerciali tra i due storici alleati.

Il Canada reagisce con dazi per 155 miliardi di dollari
Dopo la decisione di Washington di imporre dazi del 25% su numerosi prodotti canadesi, il governo di Ottawa ha risposto con un pacchetto di tariffe speculari. Trudeau ha annunciato che il Canada applicherà dazi al 25% su un totale di 155 miliardi di dollari di merci provenienti dagli Stati Uniti. Le nuove tariffe entreranno in vigore immediatamente su 30 miliardi di prodotti, mentre i restanti 125 miliardi saranno colpiti nell’arco delle prossime tre settimane.
Il premier canadese ha giustificato la sua mossa affermando che “i canadesi sono ragionevoli ed educati, ma non si tireranno indietro da una battaglia, soprattutto quando in gioco c'è il Paese e il benessere di tutti coloro che vi abitano”. Trudeau ha inoltre accusato Washington di aver avviato una guerra commerciale “ingiustificata”, definendo i dazi statunitensi “un atto ostile” che mette a rischio migliaia di posti di lavoro in entrambi i paesi.

Trump rilancia: “Se Trudeau impone controdazi, risponderemo immediatamente aumentandoli ancora dello stesso importo”. E chiama Trudeau “Governatore”
La risposta di Donald Trump non si è fatta attendere. Attraverso il suo social network Truth, il presidente ha lanciato un monito diretto al governo canadese, utilizzando un tono che ha alimentato ulteriori tensioni. Per favore spiegate al governatore Trudeau che se decide dazi di ritorsione contro gli Stati Uniti, le nostre tariffe reciproche aumenteranno immediatamente dello stesso ammontare”, ha scritto Trump, ironizzando sulla posizione del premier canadese e facendo intendere che la sua amministrazione non accetterà alcun compromesso.
L’utilizzo del termine “governatore” per riferirsi a Trudeau non è casuale: si tratta di un chiaro riferimento al desiderio di Trump di ridimensionare il ruolo del Canada e di sottolinearne una presunta subordinazione agli Stati Uniti. Non è la prima volta che il presidente repubblicano adotta questa retorica: nei giorni scorsi aveva già dichiarato che il suo obiettivo è quello di “distruggere l’economia canadese” e che il Canada “non sarà mai il 51° Stato americano”.

Il pretesto del fentanyl e le vere motivazioni della guerra commerciale
Le tensioni tra i due paesi sono iniziate ufficialmente quando l’amministrazione Trump ha giustificato l’introduzione dei dazi con la necessità di contrastare il traffico di fentanyl, un potente oppioide sintetico che negli ultimi anni ha alimentato un’emergenza sanitaria negli Stati Uniti. Secondo Washington, il Canada non avrebbe fatto abbastanza per limitare l’ingresso della sostanza nel mercato nordamericano.
Trudeau ha respinto con forza questa accusa, definendolafalsa” e spiegando che il fentanyl è solo un pretesto per giustificare misure protezionistiche. “Non mi capita spesso di essere d’accordo con il Wall Street Journal, ma ha ragione nel dire che una guerra commerciale nordamericana sarebbe una delle più stupide della storia”, ha dichiarato il premier canadese, sottolineando che le decisioni americane stanno creando inutili tensioni economiche e diplomatiche.
Il presidente repubblicano, noto per il suo approccio aggressivo nei negoziati internazionali, starebbe cercando di rafforzare la sua immagine di leader intransigente capace di difendere l’economia americana.

Le conseguenze economiche e il rischio di una crisi su larga scala
L’impatto di questa guerra commerciale potrebbe essere devastante per entrambe le economie. Il Canada è il secondo maggiore partner commerciale degli Stati Uniti e le due nazioni hanno sviluppato un sistema di scambi altamente integrato. Secondo le prime stime, le nuove tariffe potrebbero costare miliardi di dollari alle imprese su entrambi i lati del confine, aumentando i costi per i consumatori e riducendo la competitività delle aziende.
Le borse nordamericane hanno già reagito negativamente alla notizia, con un calo dei principali indici azionari e un aumento dell’incertezza tra gli investitori. Alcuni settori, come l’automotive e l’agroalimentare, sono particolarmente esposti e potrebbero subire danni significativi. L’industria automobilistica, ad esempio, dipende fortemente dalle catene di fornitura transfrontaliere, e l’aumento dei dazi rischia di interrompere la produzione e di far lievitare i prezzi per i consumatori.

La comunità internazionale osserva con preoccupazione
Le ripercussioni di questo scontro non si limitano al Nord America. L’Unione Europea, la Cina e altri attori globali stanno monitorando attentamente l’evolversi della situazione, preoccupati che la guerra commerciale tra Stati Uniti e Canada possa innescare una reazione a catena. Se le tensioni dovessero continuare a crescere, altri paesi potrebbero essere coinvolti in misure protezionistiche, dando il via a una nuova fase di instabilità economica mondiale.
Alcuni osservatori temono che la strategia di Trump possa avere conseguenze più ampie, minando la fiducia nei trattati di libero scambio e spingendo altre nazioni a rivedere le proprie politiche commerciali. Il rischio è che si crei un clima di incertezza che potrebbe rallentare la crescita globale e ostacolare le relazioni diplomatiche tra paesi storicamente alleati.

C’è spazio per una soluzione diplomatica?
Mentre le tensioni continuano a crescere, alcuni esperti sostengono che ci sia ancora spazio per la diplomazia. Trudeau ha dichiarato di voler parlare direttamente con Trump nei prossimi giorni, nella speranza di evitare un ulteriore deterioramento delle relazioni bilaterali. Tuttavia, con entrambe le parti ferme sulle loro posizioni, il rischio di un’escalation rimane alto.
Se il Canada dovesse applicare i dazi di ritorsione come annunciato, la risposta di Trump potrebbe essere ancora più dura, innescando una spirale di misure punitive che potrebbe avere effetti imprevedibili sul commercio internazionale. Le prossime settimane saranno decisive per capire se questa disputa potrà essere risolta con il dialogo o se il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Canada è destinato a diventare uno dei più gravi della storia recente.


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