Draghi saluta il 2021 tracciando un bilancio positivo, ma senza parlare di Quirinale

- di: Redazione
 
Un tempo si chiamano esercizi di stile, quando si riusciva, dando l'impressione di rispondere ad ogni domanda, di rifilare una serie di frasi ad effetto, confezionate in modo magistrale, che alla fine non rivelavano nulla.
La conferenza stampa di fine anno di Mario Draghi è stata, in fondo, questo: un racconto, dai toni positivi, dei mesi del suo governo, senza toccare il tema principe, quello del futuro dell'attuale presidente del consiglio, su cui lui non ha voluto dare nemmeno un indizio. Coerente, bisogna dirlo, con la linea che Draghi si è imposta, quella di lasciare gli altri a parlare, consapevole che il tempo lavora per lui, sia nel caso che rimanga laddove oggi è o che traslochi al Quirinale.

Mario Draghi ha parlato nella conferenza stampa di fine anno

Anche il modo di rispondere a chi girava intorno all'argomento ''Presidenza della repubblica'' è stato molto british, nello stile che ha cercato di imporre al suo governo.
Ha ''risposto-non risposto'' dicendo di non avere nulla da dire, dal momento che per lui ''l'importante è vivere il presente. Questo governo ha lavorato sul presente, senza chiedersi cosa c'è nel futuro''.
E ancora: ''I miei destini personali non contano assolutamente niente. Non ho particolari aspirazione di un tipo o dell'altro, sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle Istituzioni''.
Cosa di diverso avrebbe mai potuto dire, lui che ha sempre vissuto dentro e per le Istituzioni, civil servant, se oggi ce n'é uno?
Draghi vive il paradosso, da ''Comma 22'', di avere lavorato tanto bene da fare sperare in molti che porti le sue competenze e il suo prestigio al Quirinale, ma anche di avere convinto quasi tutti che deve restare a palazzo Chigi per completare l'ottimo lavoro che sta facendo, soprattutto in ottica Pnrr.

Insomma, talmente bravo per essere il prossimo presidente della Repubblica, ma, anche, troppo bravo per lasciare la presidenza del consiglio.
La centralità di questo argomento ha quasi messo in secondo piano altri punti, invece molto importanti, della conferenza stampa di Draghi, come lo stato della guerra alla pandemia e la salute della nostra economia, oltre alla cruciale legge di bilancio.

A dire il vero, qui e là nell'eloquio misurato di Draghi, qualcosa dei rapporti interni al governo e con le forze politiche che lo sostengono è trapelato. Poca roba, ma che potrebbe essere un segnale del clima che circonda il premier. Perché, quando si parla di ''occasioni per il confronto'' che ''non sono mancate'' si lascia capire che c'è stata una piattaforma ''made in Draghi'' che i partiti hanno voluto mettere sul tavolo per discuterne i contenuti. Cosa che ha sempre fatto parte della dialettica interna ai governi, nel clima di ''corsa all'emendamento'' e alle modifiche, ma alla quale evidentemente Draghi guarda con qualche difficoltà, visto il suo metodo di lavorare e affrontare le cose.

Quando dice che ''c'è stato molto affanno dovuto alle scadenze che il Pnrr ha imposto nel mese di dicembre'' e che ''senza l'apporto delle forze politiche non saremmo riusciti ad arrivare in tempo'', lascia capire a chi legge a chi sia toccata la parte del cerchio e quella della botte.
Sul fronte della lotta al coronavirus, Draghi ha rivendicato il fatto che l'Italia è uno dei Paesi maggiormente vaccinati. Un dato ''aritmetico'' che però non sta impedendo l'inatteso peggioramento della situazione sanitaria - a causa della variante Omicron - e anche, bisogna dirlo, il fatto che alcuni settori della medicina privata stiano lucrando sulla necessità della gente di dotarsi di tamponi, come minima forma di cautela. La macchina funziona nei grandi numeri, ma bisognerebbe anche guardare al particolare. Magari al fatto che per un tampone molecolare occorrono 60 euro, che, se l'accertamento viene ripetuto per necessità in un arco temporale ristretto, si traduce in una bella botta per il portafoglio.

Draghi ha sottolineato l'importanza che circa l'80% della popolazione abbia ricevuto almeno la prima dose, dicendo che la percentuale è più alta rispetto a quella di Gran Bretagna, Francia e Germania. La somministrazione della terza dose procede speditamente (15,6 milioni). Per quanto riguarda il futuro più vicino, il presidente del consiglio, in merito alla cabina di regia convocata per domani per valutare altre iniziative, il presidente del consiglio ha detto che obiettivo del governo è quello di difendere ''una normalità raggiunta''. Quindi ''niente chiusure, scuola in presenza, una socialità soddisfacente. Per farlo, però, dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili''. Ma soprattutto, ha voluto rimarcare Mario Draghi, ''ogni decisione è guidata dai dati, non dalla politica''.

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