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Droni sui caschi blu, Crosetto accusa Israele: “Scelta grave”

- di: Vittorio Massi
 
Droni sui caschi blu, Crosetto accusa Israele: “Scelta grave”
Droni su Unifil, Crosetto accusa Israele: “Scelta grave”
I caschi blu dell’Unifil nel mirino lungo la Blue Line: Roma protesta con forza, Israele spinge su Gaza e sulla Cisgiordania mentre Smotrich annuncia l’annessione.

Caschi blu sotto attacco: la condanna di Crosetto (foto)

Unifil, la missione di pace delle Nazioni Unite che dal 1978 vigila sul fragile confine tra Libano e Israele, è finita di nuovo nel mirino. Il 2 settembre 2025 droni israeliani hanno sganciato quattro granate vicino ai caschi blu lungo la Blue Line. Nessun ferito, ma l’episodio è stato definito dalla stessa Unifil “uno degli attacchi più gravi” dall’ultimo cessate il fuoco con Hezbollah.

La reazione italiana non si è fatta attendere. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di atto “grave, incomprensibile e inaccettabile”. “Non si tratta di un errore ma di una scelta precisa dell’Idf. Esprimerò con tutta la forza possibile la nostra totale disapprovazione”, ha dichiarato il ministro, ricordando il ruolo del contingente italiano nella missione.

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha condannato l’episodio su X, ribadendo l’impegno con gli Stati Uniti per la stabilità del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Unifil e il ruolo dell’Italia

Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) nacque nel 1978 con il compito di monitorare la cessazione delle ostilità e assistere il governo libanese nel ristabilire la propria autorità nel Sud del Paese. Dopo la guerra del 2006, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ne ha rafforzato il mandato, includendo compiti di supporto alle Forze armate libanesi e di presidio dell’area lungo la Blue Line.

Oggi la missione conta circa 10.000 militari provenienti da oltre 40 Paesi. L’Italia è tra i principali contributori: opera con circa 1.000 donne e uomini, concentrati soprattutto nel settore ovest dell’area di responsabilità. Roma ha assunto più volte il comando della missione, segno di un impegno costante nella sicurezza regionale e nella diplomazia multilaterale.

Ecco perché le parole di Crosetto pesano: un attacco contro Unifil non è soltanto un atto ostile verso l’Onu, ma una minaccia diretta agli interessi e al personale italiano dispiegato sul terreno.

Gaza, l’assedio continua

Mentre sul fronte libanese cresce la tensione, l’esercito israeliano avanza dentro Gaza City, spingendosi fino al quartiere densamente popolato di Sheikh Radwan. Nelle ultime settimane le forze di terra hanno attraversato la cintura esterna della città, distruggendo abitazioni e accampamenti di tende che ospitano sfollati, nonostante i ripetuti appelli internazionali a fermare l’offensiva.

Nel frattempo il bilancio delle vittime continua a salire: nella sola giornata del 3 settembre sono stati segnalati almeno 33 palestinesi uccisi dai bombardamenti, mentre le autorità locali denunciano sei decessi per malnutrizione in 24 ore, tra cui un bambino.

Cisgiordania, Smotrich accelera sull’annessione

Se a Gaza si combatte, in Cisgiordania prende forma un piano politico che rischia di riscrivere gli equilibri regionali. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha illustrato la sua proposta: applicare la sovranità israeliana sull’82% della Cisgiordania, lasciando ai palestinesi il restante 18% del territorio. “Massimo territorio, minimo numero di arabi”, ha sintetizzato Smotrich.

Intanto l’amministrazione civile israeliana ha dichiarato “terra statale” 45 ettari nei pressi dell’avamposto di Havat Gilad, misura che apre la strada a nuovi insediamenti e infrastrutture.

Le reazioni del mondo arabo e dell’Europa

Gli Emirati Arabi Uniti hanno avvertito che l’eventuale annessione della Cisgiordania rappresenta una “linea rossa” e rischia di compromettere gli Accordi di Abramo, pilastro delle nuove relazioni con Israele.

Sul fronte europeo, il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che il riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina non verrà fermato da offensive militari o annessioni, posizionando Parigi in prima linea sul dossier.

Una crisi che rischia di allargarsi

Il 3 settembre 2025 consegna l’immagine di un Medio Oriente sempre più instabile: i caschi blu, simbolo della presenza internazionale, finiscono nel mirino; Gaza continua a bruciare; la Cisgiordania scivola verso un’annessione di fatto.

Per Crosetto l’attacco a Unifil non è un incidente, ma un messaggio politico. Per gli alleati arabi di Israele, è una smagliatura negli equilibri diplomatici più delicati. Per l’Europa, segna un punto di non ritorno sul percorso verso il riconoscimento palestinese. Il rischio è che i fronti si moltiplichino e che la pace, già lontana, diventi un miraggio. 

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