Ferragni: verità o penitenza Show

Nel grande salotto mediatico dove le polemiche girano più veloci delle limited edition natalizie, Chiara Ferragni si ritrova al centro del gioco più crudele di tutti: verità o penitenza. Altro che challenge su TikTok: qui la bottiglia non decide baci rubati o confessioni adolescenziali, ma gira a ritmo di faldoni, perizie e richieste di condanna.

Ferragni: verità o penitenza Show

Sul tavolo, accanto ai documenti del processo, campeggia il celebre Pandoro Pink Christmas, che ormai ha più presenza scenica di un concorrente del GF Vip. A far compagnia, le uova di Pasqua che – ironia della sorte – non rompono solo il guscio ma anche la tranquillità dell’influencer. Intanto la bottiglia gira-gira-gira e, come un algoritmo particolarmente ostinato, punta immancabilmente verso Chiara.

Lei, nell’aula del tribunale, con la compostezza di chi ha fatto più lanci di brand che passi in passerella, ribadisce: “Tutto in buona fede”. Una frase che suona come quando nei reality claimano “non volevo offendere nessuno” subito dopo una nomination esplosiva. Ma i pm, severi come prof di latino, non sembrano colpiti dal pathos: chiedono un anno e otto mesi per truffa aggravata, una penitenza niente male rispetto al classico “mangia il peperoncino senza bere”.

Intanto i social esplodono, si dividono, si infervorano: c’è chi invoca la verità come fosse la finale di un talent, chi sogna un plot twist clamoroso, e chi, segretamente, spera in un nuovo drop di beneficenza—magari questa volta con un QR code che porta direttamente alla trasparenza.

La sentenza è prevista a gennaio, un mese perfetto per i nuovi inizi e per i buoni propositi tipo “non faccio più pubblicità ai dolci solidali”. Fino ad allora, la bottiglia resta ferma al centro del tavolo. Ma una cosa è già scritta: in questo reality giudiziario, il pubblico non si annoia. E la prossima rotazione promette scintille.