Mentre in pista le 'rosse' volano, la Ferrari richiama migliaia di vetture

- di: Redazione
 
Ci sono cose che in una intera vita credi non possano mai accadere, dal sole che sorge da Occidente a Putin che invita Zelensky ad una rimpatriata mangereccia tra amiconi.
Che la Ferrari, il top del Made in Italy, possa essere costretta a ritirare migliaia di suoi gioielli per un potenziale pericolo è certamente una di queste, perché da sempre le vetture che escono dalla fabbrica di Maranello sono perfette in ogni loro componente, anche la rotellina più minuscola e apparentemente insignificante.

Ferrari ha richiamato molte delle sue vetture dei modelli 458 e 488

Eppure è accaduto.
È accaduto proprio questo, nelle ore in cui Imola è impazzita vedendo che, dopo anni di sofferenze e patimenti, una Ferrari (anzi due, quella di Leclerc e, subito dietro, quella di Sainz) era in testa alle prove libere e bagnate del gran premio in programma per domenica.
Quando la marea rossa, vedendo le Ferrari sfrecciare lungo il circuito, staccando gli avversari, ha cominciato a ruggire di gioia, è piombata la notizia che la casa di Maranello è stata costretta a ''richiamare'' - il verbo da usare è questo - molte delle sue vetture, dei modelli 458 e 488.

Una cosa che non ti aspetti, perché da sempre, da quando il Cavallino rampante è diventato un brand globale, le vetture rosse sono sinonimo del meglio del meglio. Il sogno inesaudito di milioni di persone e, per quelle che riescono ad acquistarne una, l'attesa rischia di essere lunga, anche se sei un miliardario, in dollari o euro.
Oggi la Ferrari si trova a dovere fronteggiare un guaio che potrebbe non essere di poco conto. A denunciare una potenziale anomalia nel tappo del serbatoio del liquido dei freni è stata la State Administration for Market Regulation, l'autorità cinese di regolamentazione dei mercati.

Nel documento si specifica che, dal 30 maggio prossimo, saranno richiamate auto importate di varie serie, precisando che le date di produzione interessate vanno dal 2 marzo 2010 al 12 marzo 2019.
Ma i richiami non potevano riguardare la sola Cina, poiché i veicoli non hanno modelli specifici per singoli mercati (al massimo per singoli clienti...). Quindi il provvedimento (adottato in accordo con la Bosh che produce il tappo ''incriminato) sarà esteso a tutta la produzione interessata e che corre per le strade del mondo con al volante dei fortunati essere umani. Perché, dicono a Maranello, la sicurezza dei clienti deve essere sempre garantita al massimo. Quindi il richiamo, che originariamente riguardava ''solo'' 2.222 vetture in Cina, ora interessa il resto del pianeta.

Una cosa che non può fare piacere alla Ferrari, innanzitutto per la perdita di immagine (cosa che dalle parti di Maranello è tenuta nella medesima, alta considerazione dell'attività agonistica), ma anche per gli aspetti meramente economici, perché tutte le operazioni di sostituzione del pezzo sono, come è naturale, assolutamente gratuite per il cliente.
Il tappo in questione potrebbe non sfiatare normalmente, "creando così potenzialmente" - dicono in Ferrari - "un vuoto all'interno del serbatoio del liquido dei freni". Cosa che potrebbe, sempre potenzialmente, "ridurre le prestazioni della vettura in frenata o provocare il mancato funzionamento del freno''.

E siccome parliamo di vetture che hanno come caratteristica principale, oltre alle finiture di lusso e alle prestazioni generali, una velocità di punta elevatissima, è rischio che non si intende correre. Il tappo del serbatoio dei freni, quindi, verrà sostituito, con la strumentazione di bordo riprogrammata, con un aggiornamento che riguarda il controllo del livello del liquido del sistema frenante. Ma le notizie negative per Ferrari non si fermano a questo perché, non appena la notizia è stata di dominio pubblico, il titolo ha ceduto il 2,7% a 198,50, anche se nell'ambito di una debolezza del settore dell'automotive.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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