Ad adesioni stagnanti e rialzo borsistico rispondono le famiglie influenti: la partita entra nel vivo.
(Foto: Francesco Gaetano Caltagirone).
Una partita a scacchi finanziaria dalle pedine pesanti
In una giornata difficile per il settore bancario in Borsa, è proseguita la stagnazione nelle adesioni all’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata da Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Mediobanca: siamo fermi al 19,43 %, nonostante le sollecitazioni.
Il prezzo di scambio continua a essere un ostacolo: Mediobanca chiude a 21,03 €, Mps a 8,18 €, e per pareggiare la proposta servono adesso circa 260 milioni € in contanti, leggermente meno dei 284 milioni di qualche giorno fa, ma ancora un gap significativo da colmare.
Un rilancio in arrivo? tra attese e strategie in campo
Non ci sono ancora certezze sulla convocazione del consiglio di amministrazione di Mps: si ipotizza che possa svolgersi nella prossima settimana. Le mosse future dipenderanno dall’andamento delle adesioni, e c’è chi immagina che un rilancio in contanti diventerà inevitabile per superare almeno la soglia del 50 %, obiettivo esplicito del ceo Luigi Lovaglio.
Il rilancio incontrerebbe però ostacoli: alcuni azionisti storici come Gavio, Lucchini e Ferrero hanno già venduto le loro quote, mentre Vittorio Pignatti-Morano, vice di Mediobanca, ha liquidato titoli per circa 322 000 €, scegliendo di monetizzare piuttosto che aderire.
Mps guadagna slancio con la spinta degli utili e il via libera della Bce
Sul fronte di Mps, la situazione si rafforza: il secondo trimestre 2025 ha registrato un utile netto di 479 milioni €, ben al di sopra delle attese grazie soprattutto alla riduzione di accantonamenti e a crediti d’imposta favorevoli. Questo risultato rafforza la capacità di rilancio in campo.
La Banca centrale europea ha inoltre approvato l’offerta, aprendo la strada a un’acquisizione da 13,3 miliardi € senza imporre soglie restrittive di accettazione, anche se con l’obbligo di presentare un piano di integrazione in caso di superamento del 50 %.
Mediobanca resiste, ma la difesa di Nagel vacilla
Da parte sua, Mediobanca ha respinto l’offerta considerandola ostile, priva di logica industriale e svantaggiosa per gli azionisti. Ha inoltre elaborato una strategia difensiva: nei prossimi tre anni prevede di restituire fino a 4,9 miliardi € agli azionisti, e ha tentato un contrattacco acquisendo Banca Generali, con voto assembleare previsto il 21 agosto.
Tuttavia, l’assemblea del 21 agosto ha bocciato questa strategia difensiva: solo il 35 % dei votanti l’ha approvata, spalancando la strada a Mps sostenuta da famiglie influenti come Caltagirone e Del Vecchio.
Lo scenario nel complesso
- Adesioni in stallo: 19,4 % circa di adesioni, molto lontano dal controllo totale (66,7 %) che Mps punta a ottenere.
- Gap economico da colmare: 260 milioni € da offrire in contanti, se l’ops non sarà migliorata.
- Slancio finanziario: Mps con forte posizione di utili e approvazione della Bce.
- Difesa in ribasso: la strategia di Mediobanca incassa un colpo con la bocciatura dell’acquisizione di Banca Generali.
In sostanza, tutto dipenderà da due elementi: l’eventuale rilancio in contanti da parte di Mps e la reazione (o la caparbietà) degli azionisti esteri e storici di Mediobanca. Il tempo stringe: l’ops si chiude l’8 settembre 2025.