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Rottamazione quater, quinquies e ordinaria: il rischio dell’ingorgo cartelle fiscali

- di: Jole Rosati
 
Rottamazione quater, quinquies e ordinaria: il rischio dell’ingorgo cartelle fiscali
Le cartelle esattoriali continuano a essere un incubo per molti contribuenti italiani. Nonostante le misure di rottamazione e rateizzazione introdotte dal governo, il rischio è quello di ritrovarsi sommersi da un mare di rate mensili, con scadenze che si accumulano e debiti che rischiano di diventare perenni.

La doppia rottamazione: quater e quinquies
Il governo ha recentemente ampliato le possibilità di regolarizzazione dei debiti fiscali, introducendo due nuove misure: la rottamazione quater e la quinquies. La prima, già in vigore, offre una seconda chance a chi era stato escluso dalla precedente sanatoria per mancato pagamento di una rata. “Si tratta di un ripescaggio che permette ai contribuenti di rientrare nel piano di rateizzazione, a patto di saldare anche le rate arretrate”, spiega un portavoce dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
La rottamazione quinquies, invece, è ancora in fase di proposta ma potrebbe includere i debiti iscritti a ruolo fino al 31 dicembre 2024, ampliando ulteriormente la platea dei beneficiari rispetto alla quater, che si fermava al 30 giugno 2022. “Con questa nuova misura, i contribuenti potranno rateizzare il debito fino a 120 rate mensili, ovvero dieci anni”, ha dichiarato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (nella foto in Parlamento con la premier Giorgia Meloni).

Rate su rate: il rischio di un ingorgo fiscale
Il problema è che queste due rottamazioni non si escludono a vicenda. Un contribuente potrebbe ritrovarsi a pagare contemporaneamente una rata della rottamazione quater, una della quinquies e persino una della rateizzazione ordinaria. Quest’ultima, infatti, è stata recentemente riformata, aumentando il numero massimo di rate da 72 a 84 mensili.
“È come se il Fisco avesse creato un labirinto di rate e scadenze”, commenta Marco Rossi, esperto di fiscalità. “Da un lato, queste misure aiutano i contribuenti a regolarizzare la propria posizione, ma dall’altro rischiano di creare un circolo vizioso di pagamenti che si protraggono per anni”.

Le dichiarazioni degli esperti
Secondo Anna Bianchi, avvocato tributarista, “la situazione è particolarmente critica per le famiglie che già devono far fronte a mutui, affitti e altre spese fisse. Aggiungere ulteriori rate fiscali può portare a un sovraindebitamento difficile da gestire”. 
Anche il sindacato dei lavoratori autonomi si è espresso sulla questione. “Queste misure, seppur ben intenzionate, rischiano di trasformarsi in una trappola per i piccoli imprenditori e i professionisti”, ha affermato il segretario nazionale Paolo Ferrara.

Le conseguenze per i contribuenti
Il rischio è che, nonostante gli sforzi per regolarizzare i debiti, molti contribuenti finiscano per accumulare nuovi debiti a causa delle troppe rate da pagare. “È il classico caso del gatto che si morde la coda”, osserva Rossi. “Si estinguono i debiti passati, ma si contraggono nuovi debiti per farlo”.
Inoltre, le cartelle esattoriali più recenti, quelle emesse a partire dal primo gennaio 2025, non saranno coperte dalla rottamazione quinquies. Per queste, i contribuenti potranno solo ricorrere alla rateizzazione ordinaria, con tutte le difficoltà che ne derivano.

Una pace fiscale lontana
Nonostante le intenzioni del governo di agevolare i contribuenti, la situazione rischia di diventare insostenibile per molte famiglie e imprese. Tra rate trimestrali, mensili e scadenze multiple, il rischio è quello di un ingorgo fiscale che potrebbe prolungare i debiti per anni, se non per decenni.
“La pace fiscale promessa sembra ancora lontana”, conclude Rossi. “Servirebbe una riforma più radicale, che semplifichi il sistema e riduca davvero il carico per i contribuenti”.

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