Nuove tensioni nel Mediterraneo orientale dopo che alcune imbarcazioni della Flotilla per Gaza continuano a tentare di raggiungere la Striscia palestinese, sfidando il blocco navale israeliano.
Secondo quanto riferito da al Jazeera, diverse unità stanno ancora navigando in direzione di Gaza; tra queste, una flottiglia sarebbe partita nei giorni scorsi dalla Sicilia. Fonti turche parlano in particolare della nave Mikeno, che si troverebbe già nelle acque antistanti la Striscia.
Flotilla verso Gaza, 22 italiani fermati in Israele: Tajani rassicura, scontro politico a Roma
Il ministero degli Esteri israeliano, in un messaggio pubblicato su X, ha confermato che i passeggeri intercettati “stanno viaggiando sani e salvi verso Israele, dove inizieranno le procedure di espulsione verso l’Europa. Sono in buona salute e riceveranno assistenza”.
Le autorità di Tel Aviv hanno impiegato sedici unità della Marina militare per l’operazione di abbordaggio delle imbarcazioni, che – ha fatto sapere l’esercito israeliano – dovrebbe concludersi entro la giornata.
Gli italiani fermati e l’impegno della Farnesina
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato che tra i partecipanti alla missione ci sono 22 cittadini italiani, attualmente trattenuti dalle autorità israeliane. “Sono tutti in buone condizioni”, ha precisato il titolare della Farnesina, assicurando il massimo impegno per favorire il loro rapido rientro in Italia.
La missione della Flotilla, denominata Global Sumud, si propone di “rompere l’assedio” imposto da Israele a Gaza e di portare aiuti simbolici, ma l’iniziativa ha incontrato un’ampia reazione delle forze navali israeliane che considerano l’operazione una violazione del blocco marittimo.
La polemica interna: Meloni contro lo sciopero
Alla tensione internazionale si somma quella interna, con uno scontro politico acceso alla vigilia dello sciopero generale indetto da Usb e Cgil per domani. La premier Giorgia Meloni, a margine del vertice della Comunità Politica Europea a Copenaghen, ha duramente criticato la protesta:
“Mi sarei aspettata che i sindacati, su una questione che ritenevano così importante come Gaza, non avessero scelto un venerdì per lo sciopero. Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme. Tutto questo non porterà alcun beneficio al popolo palestinese, mentre causerà disagi agli italiani”.
Meloni ha inoltre ribadito che il governo “farà il possibile affinché gli attivisti italiani possano tornare presto in patria”. Intanto, in diverse città italiane sono scoppiate proteste: a Milano gli studenti hanno occupato l’Università Statale, mentre a Bologna è stato bloccato il rettorato dell’Ateneo.
L’opposizione chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina
La vicenda della Flotilla è entrata anche nel dibattito parlamentare. Una risoluzione presentata da Pd, M5S e Alleanza Verdi e Sinistra dopo l’informativa di Tajani impegna il governo a riconoscere la Palestina come Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa.
Il testo chiede inoltre di sostenere il negoziato promosso dagli Stati Uniti per un cessate il fuoco, di adoperarsi per la liberazione incondizionata degli ostaggi, per la protezione dei civili di Gaza e per la tutela dei diritti e della sicurezza degli attivisti della Flotilla.
Dall’altro lato, la maggioranza di centrodestra ha presentato due diverse risoluzioni, una delle quali concentra l’attenzione sul sostegno al piano di pace di Trump, considerato il quadro di riferimento più realistico per la stabilizzazione dell’area.
Un braccio di ferro su più fronti
Il caso Flotilla diventa così un terreno di scontro su tre livelli: quello internazionale, con l’azione israeliana in mare e il tentativo degli attivisti di rompere l’assedio; quello diplomatico, con il governo italiano impegnato a garantire l’incolumità dei propri cittadini; e quello politico interno, con un Parlamento diviso tra chi invoca un impegno più netto per la causa palestinese e chi ribadisce la necessità di difendere l’alleanza con Israele e il quadro negoziale proposto dagli Usa.
A queste tensioni si sommano le proteste sindacali e studentesche, che alimentano un clima acceso alla vigilia dello sciopero generale, trasformando la crisi internazionale in un banco di prova per la tenuta sociale e politica del Paese.
Uno scenario in evoluzione
Mentre le navi della Flotilla continuano a muoversi nel Mediterraneo e l’operazione israeliana prosegue, il governo italiano lavora sul fronte diplomatico per riportare a casa i propri connazionali e per contribuire, insieme agli alleati europei e statunitensi, a creare le condizioni per una tregua.
La sfida, tuttavia, resta complessa: l’equilibrio tra il sostegno umanitario a Gaza, la sicurezza di Israele, le richieste della comunità internazionale e le tensioni interne italiane appare ancora lontano da una soluzione condivisa.