Di Stefano (Giovani Imprenditori di Confindustria): "Draghi non ha eredi, ma il suo metodo sì"

- di: Giuseppe Castellini
 
Creare 'quote under40' nei cda delle aziende quotate in Borsa, dove la media dei componenti è over 60; rendere universale il contratto di espansione, allargandolo a tutte le imprese, seguendo il principio per cui per ogni prepensionamento ci deve essere una nuova assunzione; abbassare il cuneo fiscale per incoraggiare il lavoro, facendone l' autostrada verso il futuro del Paese; fare della riforma di Quota 100 un'occasione per un po' di equità generazionale, pensando una buona volta anche alle generazioni che oggi non votano; bene la lotta all'indigenza, ma resta fondamentale chiarire come si passa dal reddito di cittadinanza al reddito da lavoro.
Sono alcuni dei capisaldi con cui si è aperto oggi a Napoli il 36° Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, dal titolo 'Spazi2021".

Si è aperto il 36° Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria

Capisaldi ben piazzati, nella sua relazione di apertura, dal Presidente degli industriali under 40, Riccardo Di Stefano (nella foto), il quale ha tra l'altro affermato che "i giovani di Confindustria si sentono pienamente e onorevolmente rappresentati dal premier Mario Draghi". Ma ciò, ha scandito, "non basta. Serve una nuova leva". Draghi, ha continuato Di Stefano, "ha evitato il cortocircuito politico-istituzionale. Ma non è compito suo riformare la politica. Devono farlo i partiti. Draghi non ha eredi, ma il metodo Draghi sì".

Il che si traduce in "persone che riscoprono il valore delle istituzioni, in un ceto dirigente competente, in una visione per il Paese. È ora di tornare a fare politica. Quella degli ideali, da coltivare in Parlamento come nei tinelli, nei bar, nelle piazze, nelle università". A dare man forte ai Giovani Imprenditori di Confindustria anche il ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, il quale nel suo intervento ha detto tra l'altro che "che negli ultimi decenni l'economia italiana è stata caratterizzata da due aspetti negativi: la lenta crescita e lo scarso coinvolgimento dei giovani nel mercato del lavoro". Il Ministro Franco ha quindi insistito: "I giovani emigrano perché cresciamo poco. E cresciamo poco perché non valorizziamo i giovani".

Franco ha quindi fatto il punto della situazione economica, ribadendo che la politica economica espansiva continuerà fino a quando non sarà recuperata la mancata crescita determinata dal Covid-19: "Le prospettive macroeconomche sono favorevoli e migliori di quanto si stimasse in primavera. Ci attendiamo una crescita del 6%. Dovremmo recuperare il livello pre-crisi nel secondo trimestre 2022. Sappiamo tutti che ci sono rischi al ribasso e la politica di bilancio resterà espansiva finché il Pil e l'occupazione non avranno recuperato la mancata crescita rispetto al 2019".

Tra le proposte più dirompenti lanciate dal Presidente dei Giovani Industriali quella delle quote under40 nei cda delle imprese quotate in Borsa, riprendendo una proposta avanzata di recente dai Cavalieri del Lavoro: "Se perfino i Cavalieri del Lavoro - ha detto Di Stefano nella sua relazione - che sono i senatori del nostro sistema industriale, hanno affermato che la leadership economica dovrebbe svecchiarsi, allora non perdiamo tempo e creiamo subito quote per gli under 40 nei board delle società di Piazza Affari, dove la media dei componenti resta over 60. Il sistema della quota sta funzionando per l'equilibrio tra i generi, potrebbe accadere anche per quello ra le generazioni. Proviamoci!".

Sulla riforma di Quota 100 il Presidente Di Stefano ha osservato che "il 31 dicembre 2021 si chiuderà la finestra triennale di pensioni anticipate con Quota 100. Un sistema che è costato finora 11,6 miliardi di euro e non ha generato lavoro tra i giovani come promesso. Allora, se abbiamo investito quella cifra in un prepensionamento costoso, mascherato da politiche giovanili, ora bisognerebbe avere il coraggio di mettere almeno altri 11 miliardi in una misura veramente efficace per i giovani. Come? Rendiamo universale il contratto di espansione, allargandolo a tutte le imprese, seguendo il principio per cui ci per ogni prepensionamento ci deve essere una nuova assunzione. Siamo consapevoli del costo, ma la staffetta generazionale può funzionare solo così".

E dopo aver plaudito al rinvio al 2023 della plastic tax e della sugar tax, rilevando "che dialoghiamo con un governo che non usa misure repressive", a proposito degli 8 miliardi di euro che il Governo destinerà al taglio delle tasse Di Stefano ha scandito: "Speriamo che vada incontro a quanto indicato dall'Ocse al Senato mercoledì: l'Italia deve abbassare il cuneo fiscale per incoraggiare il lavoro. Questa è l'autostrada verso il futuro del Paese". Nella relazione non è mancato un passaggio sul reddito di cittadinanza: "Il lavoro si sta trasformando con lo smart working e quindi più smart dovrebbe essere anche la ricerca dell'impiego. Bene la lotta all' indigenza, ma per noi resta fondamentale chiarire come si passa dal reddito di cittadinanza al reddito da lavoro. Grandi assenti sono quelle politiche attive che fino ad oggi sono state un buco nell' acqua. Noi siamo stati e saremo sempre contrari a un reddito che non riqualifica, non offre opportunità di lavoro reali, non emancipa".

Parole chiare anche sul Pnrr: "Per non correre il rischio di perdere tempo e denaro, non abbiamo scelta e dobbiamo necessariamente migliorare le performance della progettazione, come per gli investimenti nei collegamenti per l'alta velocità con l'Europa. Dalle informazioni disponibili i progressi sembrano molto limitati e c'è da domandarsi se si riuscirà effettivamente a spendere le risorse previste. Se il Pnrr si realizzerà con efficienza, il Pil del 2022 potrà aumentare fino a 1,2 punti percentuali. Ma una mancata crescita dell'1,2% significa perdere quasi 23 miliardi. Insomma, ora sappiamo anche quanto costa la trappola dell'immobilità". E ancora: "Bisogna cambiare la retorica sul Pnrr: non è un oggetto ammantato di santità, va fatto funzionare, con competenza e attenzione. C' è un futuro che può essere spazi da colmare per superare i divari, oppure un baratro di debito pubblico. Bisogna superare – ha concluso Di Stefano – una lotta titanica tra lacci del passato e voglia di futuro. Ci aspettano nuovi spazi da conquistare".
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