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Cartello tra colossi del delivery, maxi-multa Ue da 329 milioni

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cartello tra colossi del delivery, maxi-multa Ue da 329 milioni
Delivery Hero e Glovo, due dei principali attori nel panorama europeo del food delivery, finiscono nel mirino dell’Unione Europea con una sanzione complessiva da 329 milioni di euro per pratiche anticoncorrenziali. La Commissione europea ha ricostruito una fitta rete di accordi occulti, in particolare un patto di non aggressione reciproca sul mercato del lavoro: un "no-poach agreement", secondo la definizione tecnica, che avrebbe limitato la possibilità per i lavoratori di passare da un'azienda all’altra e per i concorrenti di attrarre personale qualificato. È la prima volta che un simile caso viene sanzionato in Europa, e l’eco è forte: riguarda non solo la concorrenza, ma anche la libertà del lavoro.

Cartello tra colossi del delivery, maxi-multa Ue da 329 milioni

La tedesca Delivery Hero dovrà versare 223 milioni di euro, mentre la spagnola Glovo, controllata al 94% proprio dalla stessa Delivery Hero, è stata colpita da una multa da 106 milioni. Entrambe le società hanno riconosciuto le proprie responsabilità e collaborato con l’istruttoria. È stata proprio questa ammissione, assieme alla cooperazione attiva, a far scattare una riduzione del 10% dell’importo complessivo delle sanzioni. La Commissione, in una nota, ha chiarito che le due aziende si sarebbero scambiate informazioni sensibili tra il 2018 e il 2022, comprese indicazioni su prezzi, strategia commerciale e piani di espansione, coordinando di fatto le proprie azioni per evitare scontri sul mercato.

Il precedente e le implicazioni sistemiche

Il caso segna un punto di svolta: mai prima d’ora Bruxelles aveva colpito accordi di non aggressione sul personale, prassi che viene spesso tollerata informalmente in vari settori, ma che di fatto distorce la libera concorrenza e riduce la mobilità e la contrattazione per i dipendenti. Il commissario europeo responsabile della concorrenza ha sottolineato che “chiude così un vuoto normativo” e apre la strada a un monitoraggio più attento delle prassi nelle piattaforme digitali, soprattutto in ambiti in cui i diritti dei lavoratori sono già oggetto di dibattito acceso.

Le reazioni e il nervo scoperto del lavoro digitale

Dopo la comunicazione ufficiale, Delivery Hero ha diffuso una nota in cui parla di “volontà di chiudere un capitolo” per tornare a focalizzarsi sullo sviluppo e sulla fiducia degli stakeholder. Nessuna dichiarazione è invece giunta da Glovo, che si trova nuovamente coinvolta in un caso critico dopo le recenti multe ricevute in Spagna per l’utilizzo di falsi lavoratori autonomi. Il nodo della tutela dei rider e degli altri lavoratori del settore è sempre più centrale. Questa decisione della Commissione europea non solo punisce un comportamento passato, ma lancia un messaggio chiaro: il lavoro digitale non può essere il far west normativo.

Una stretta che arriva da Bruxelles

La maxi-sanzione europea è figlia anche di una nuova sensibilità: l’Europa cerca di riequilibrare i rapporti tra multinazionali tecnologiche e lavoratori in un settore in cui l’asimmetria contrattuale è spesso marcata. In questa logica, la sanzione a Glovo e Delivery Hero assume un valore politico e simbolico. È un segnale al mercato, ma anche un invito a riscrivere le regole del gioco. Per la Commissione è tempo che anche i campioni del food delivery si allineino alle logiche di trasparenza e legalità richieste in altri comparti produttivi. La frontiera del digitale, oggi, passa anche da qui.
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