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Trump deporta il sapere, via tutti gli studenti stranieri da Harvard

- di: Bruno Coletta
 
Trump deporta il sapere, via tutti gli studenti stranieri da Harvard
Revocata la certificazione, migliaia verso l’espulsione. L’ateneo: “Attacco politico, pronti a reagire in tribunale”. Danni anche per lItalia.

Una delle università più prestigiose del mondo viene piegata con un colpo secco.
L’amministrazione Trump ha revocato la certificazione federale che consente a Harvard di iscrivere studenti stranieri, aprendo un fronte di scontro senza precedenti tra il potere politico e l’accademia internazionale. La mossa è stata annunciata con effetto immediato dal Dipartimento della Sicurezza Interna, guidato da Kristi Noem, che accusa l’ateneo di “favorire ambienti ostili e antiamericani” e addirittura di “cooperazione con il Partito Comunista Cinese”.
La decisione riguarda oltre 6.800 studenti internazionali – il 27% degli iscritti – che ora rischiano di perdere il proprio status legale e di dover abbandonare il campus. “Harvard ha fallito nel garantire un ambiente sicuro e rispettoso”, si legge nel comunicato ufficiale diffuso da Washington. Ma la leadership dell’ateneo non ci sta: “Un abuso di potere gravissimo – ha dichiarato un portavoce a The Harvard Crimson – questa è una rappresaglia politica mascherata da lotta all’antisemitismo”.

Cosa c’è dietro la mossa di Noem
Secondo quanto riportato dal New York Times, la stretta è l’esito di un braccio di ferro in corso da mesi. Harvard non avrebbe collaborato con il governo nella “denuncia” di studenti coinvolti in proteste ritenute illegittime, come richiesto da una lettera ufficiale inviata lo scorso aprile dal DHS. Il termine è scaduto e ora la risposta è durissima: niente più iscrizioni internazionali, fondi congelati, e trasferimento obbligato per chi è già dentro.

L’accusa: “Hanno protetto filo-terroristi”
“La leadership di Harvard ha tollerato aggressioni, antisemitismo, intolleranza – ha detto Noem – e non ha denunciato chi ha messo a rischio studenti ebrei. Non è un diritto, ma un privilegio iscrivere studenti stranieri”. Il riferimento è alle proteste filo-palestinesi scoppiate nei mesi scorsi nei campus Ivy League, da Columbia a Yale, passando appunto per Harvard. Ma le accuse si allargano, in un crescendo surreale: “hanno protetto ideologie anti-americane” e, secondo l’amministrazione, sarebbero addirittura “influenzati da Pechino”.

Il precedente: finanziamenti tagliati
Il provvedimento arriva dopo che l’università era già stata privata, a gennaio, di diversi miliardi di dollari in fondi federali, sempre per presunte violazioni delle norme sull’inclusione e l’ordine pubblico. E ora si va oltre: si colpisce il cuore del modello americano di attrazione dei talenti, una delle chiavi del primato scientifico Usa.
“Negare agli studenti internazionali l’accesso alle nostre università equivale a tagliarsi le gambe da soli”, ha commentato Lawrence Bacow, ex presidente dell’ateneo, “Harvard rappresenta un modello globale: colpirla è colpire l’idea stessa di progresso”.

Una reazione legale imminente
Secondo le fonti legali del Boston Globe, l’università sarebbe già pronta a presentare una nuova causa federale, dopo quella avviata ad aprile contro le pressioni governative sulle ammissioni. La linea è chiara: difesa dell’autonomia accademica e della libertà di espressione. “Non ci faremo piegare – ha dichiarato un membro del Board of Overseers – il sapere non si deporta”.

Danni enormi anche per l’Italia
Il colpo si fa sentire anche da questa parte dell’Atlantico. Nel 2025, secondo i dati di Uni Student Advisors, 500 studenti italiani hanno fatto domanda per Harvard, ma solo tre sono stati ammessi, tutti con borse di studio. Ora anche loro rischiano il rimpatrio forzato. “È un’umiliazione per tutto il sistema dell’alta formazione europea – dice Francesco Longo, docente alla Bocconi la scienza e la cultura non possono piegarsi a una visione ideologica e reazionaria del mondo”.

L’America che espelle l’intelligenza
L’immagine è potente: una superpotenza che chiude le porte ai cervelli del mondo, che cancella un’intera fetta di futuro. Una Casa Bianca che distrugge il soft power costruito in decenni, con una logica punitiva e paranoica. È l’ennesimo tassello di un’America trumpiana che non si fida più di nessuno, neanche delle sue eccellenze.
Il paradosso? Gli studenti colpiti oggi saranno i leader di domani. Ma altrove.

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