Mercedes-Benz, Jelinek: "Coniugare sostenibilità con tematiche economiche e sociali"

- di: Redazione
 
L’impatto della pandemia, il futuro dell’Automotive e le potenzialità del settore ancora inespresse in Italia, la sfida su sostenibilità ed elettrificazione, le scelte e le strategie di un grande Marchio come Mercedes-Benz. E i nuovi modelli che la Casa di Stoccarda mette in campo. Intervista a Radek Jelinek, Presidente e Ceo di Mercedes-Benz Italia.

Presidente Jelinek, il settore dell’automotive ha subito duramente le conseguenze del Covid-19. Come ha reagito un grande marchio come Mercedes-Benz?
Il nostro impegno è stato prima di tutto quello di rimanere a fianco dei nostri dealer e i nostri clienti e i nostri collaboratori, mettendo in campo da subito misure che potessero garantire sicurezza e allo stesso tempo impedire un blackout nella comunicazione e nel business. Il nostro Showroom online ha assicurato una porta sempre aperta sulla nostra rete di vendita e la sinergia con la nostra Captive, Merfina, ci ha permesso di sviluppare specifiche offerte commerciali in grado di venire incontro ai nostri clienti nell’acquisto di una nuova auto con formule di noleggio a lungo termine a zero anticipo e canoni estremamente contenuti per i primi sei mesi. Per quanto riguarda i collaboratori, già da tempo in Mercedes-Benz Italia avevamo introdotto l’abitudine e gli strumenti per lavorare da remoto. Infine, attraverso i nostri canali di comunicazione abbiamo cercato di supportare messaggi di carattere sociale a sostegno delle campagne di prevenzione diffuse durante la pandemia.

Il settore dell’automotive in Italia vale 93 miliardi di euro di fatturato annuo (il 5,6% del Pil), conta 5.700 imprese e 250 mila occupati. Nonostante questi numeri, lei ha avuto modo di rimarcare che in Italia il settore ha grandi potenzialità ancora inespresse. Cosa fare per dargli più slancio?
Per il futuro di questo settore è fondamentale pianificare strategie di medio e lungo termine che consentano all’intera filiera dell’automotive di investire nel futuro di un settore che rappresenta una parte importante dell’indotto di questo Paese. Per questo sono assolutamente necessari provvedimenti che favoriscano il ricambio del parco circolante, passando da vetture più inquinanti ad un usato giovane, a basso impatto ambientale ed economicamente più accessibile. Un altro tema su cui è altrettanto importante porre l’attenzione è la tassazione delle auto aziendali, che in tutta Europa beneficiano di una deduzione del 100% dell’Iva. In questo modo, non solo si darebbe un forte impulso a questo canale, ma allo stesso tempo si alimenterebbe il mercato dell’usato con prodotti recenti, a garanzia di sostenibilità e sicurezza. Per questo motivo, da tempo chiediamo un tavolo di confronto permanente con le Istituzioni, con l’obiettivo di creare un dialogo costante e costruttivo per il futuro della mobilità, un elemento strategico per la crescita culturale, sociale ed economica del Paese.

Lei ha detto che quando in Italia si parla di mobilità sostenibile si limita il discorso ai temi ambientali, senza prendere in considerazione i fattori economici e sociali. Come si chiude oggi in Italia il cerchio della mobilità sostenibile?
Troppo spesso si riduce il concetto di sostenibilità alle sole ricadute ambientali, senza tenere conto dei fattori sociali ed economici. Per essere definita davvero tale, oltre che per l’ambiente, la mobilità dovrà essere sostenibile per chi la produce, per chi la vende e per chi la acquista.

Parlando di auto elettrica, quali sono le strategie di Mercedes e qual è la tempistica, considerati gli obiettivi che si è posta la Casa (carbon neutral al 50% entro il 2030 e al 100% entro il 2039)?
Oggi abbiamo già nella nostra gamma ben dieci prodotti full electric: dalla piccola smart, fino ai grandi multispazio come la EQV, passando per l’offerta SUV nei segmenti medi e compatti e un’ammiraglia, la EQS, che ha fissato un nuovo punto di riferimento nel mercato dell’elettrico. A guidare questa transizione verso la mobilità a zero emissioni è la nostra strategia Ambition 2039 che punta alla neutralità dalla CO2 in meno di tre cicli vita di un’automobile (18 anni). Già entro il 2030 contiamo che più del 50% delle nostre vendite globali sarà rappresentato da vetture full electric o ibride plug-in. Ma in questa importante fase di transizione, le motorizzazioni tradizionali di ultima generazione rappresentano il nostro migliore alleato.

Nella transizione verso l’auto elettrica, non trova immotivata la demonizzazione del diesel con tanto di specifici divieti in varie città italiane?
Stiamo facendo un grande lavoro, insieme ai nostri amici di Bosch, per portare alle amministrazioni locali i risultati di una ricerca che dimostra come le motorizzazioni Diesel di ultima generazione non solo risultano conformi ai più alti requisiti in termini di emissioni, ma sono molto al di sotto dei limiti estremamente severi fissati in Europa. Per questo abbiamo chiesto ad un ente terzo, la Business Unit Automotive di CSI, uno dei principali poli di eccellenza europei nel campo della sperimentazione e testing dell’autoveicolo, l’unico test centre italiano autorizzato da Euro NCAP e da Green NCAP, di condurre i test. Come ho già detto, questi sono i motori che aiuteranno la transizione verso l’elettrico, perché è impensabile ritenere che, dalla mattina alla sera, il parco circolante italiano si converta improvvisamente all’elettrico.

La digitalizzazione diventa sempre più un elemento strategico del ‘customer journey’. Come vi posizionate di fronte a questo tema così rilevante?
La digitalizzazione rappresenta una delle chiavi della mobilità del futuro. Era il settembre del 2016 quando annunciammo la nostra strategia CASE dove la C sta proprio per una mobilità sempre più connessa. Sono passati quasi cinque anni la connettività e i processi digitali sono sempre più un driver strategico, non solo per i prodotti, ma anche per rendere il customer journey sempre più efficace e coinvolgente. La digitalizzazione ci apre a nuove importanti opportunità: entra nella rete di concessionarie attraverso la porta dello showroom online, premette di dialogare con la vettura da remoto, acquistare servizi e funzionalità e dialogare con l’assistenza in maniera semplice, bidirezionale e seamless. Per questo, entro il 2024 lanceremo un sistema operativo proprietario, l’MB.OS, che ci apre ad infinite possibilità. Un rapporto senza soluzione di continuità che consente ai clienti di entrare in contatto con il nostro in ogni momento della giornata, ovunque si trovino.

Quante risorse il Gruppo investe in ricerca e sviluppo? Quali i modelli in uscita nel prossimo futuro?
Nel 2020 il Gruppo Daimler ha investito quasi nove miliardi di euro in ricerca e sviluppo di cui una buona parte riservata alle green technologies. Nel prossimo futuro puntiamo ad allargare il nostro portfolio di prodotti elettrificati, anche attraverso l’ibridizzazione della gamma AMG e degli altri sub-brand. Grazie alle tecnologie ibride stiamo completamente rinnovando la nostra offerta, anche su prodotti tradizionali come la nuova Classe C, disponibile solo con motorizzazioni mild hybrid e plug-in. E poi inizieremo a raccogliere i risultati della nuova generazione di vetture full electric, in particolare EQA ed EQB, il primo SUV premium a sette posti che porta la mobilità a zero emissioni in una dimensione ancora più versatile e a misura di famiglia.
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