Istat: "Cala la fiducia di consumatori e imprese a gennaio 2022"

- di: Daniele Minuti
 
L'Istat ha pubblicato i dati relativi all'indice del clima di fiducia dei consumatori e quello composito del clima di fiducia delle imprese per gennaio 2022, entrambi stimati in calo (rispettivamente da 117,7 a 114,2 e da 112,7 a 105,4).

L'Istat ha registrato un calo della fiducia delle imprese e dei consumatori nel gennaio 2022

La lettura della fiducia dei consumatori è inferiore alle attese (116,5 punti stimati) mentre quello delle imprese vede un forte ridimensionamento arrivando al dato più basso da nove mesi a questa parte. Una diminuzione, secondo l'Istat, causata dal calo della fiducia nel comparto dei servizi di mercato dove i settori di trasporto, magazzinaggio e turistici vedono cali decisi.

"Tutte le componenti dell'indice di fiducia dei consumatori sono in calo"
- spiega l'Istat - "soprattutto quelle riferite al clima economico (l'indice passa da 139,6 a 129,7) e al clima futuro (da 120,8 a 113,5). La flessione è contenuta per la componente personale (da 110,4 a 109,0) e per quella corrente (da 115,6 a 114,7).
Con riferimento alle imprese, l'indice di fiducia è in diminuzione in tutti i comparti seppur con intensità diverse. La diminuzione è contenuta nell'industria (nel manifatturiero l’indice di fiducia passa da 115,0 a 113,9 e nelle costruzioni scende da 159,1 a 158,8), così come per il commercio al dettaglio dove l'indice flette da 107,4 a 106,6. Invece, nel comparto dei servizi di mercato l'indice registra una brusca caduta, passando da 109,6 a 94,9"
.

Peggiorano infine tutte le componenti degli indici di fiducia nella manifattura e nei servizi, si deteriorano i giudizi sugli ordini nelle costruzioni a fronte di un aumento delle aspettative sull'occupazione presso l'impresa, mentre nel commercio al dettaglio scendono i giudizi sulle vendite correnti mentre calano le aspettative su quelle future (scorte in aumento).

L'Ufficio Studi di Confcommercio
ha commentato: "Come era logico attendersi, l’incrocio tra i nuovi vincoli alla socialità e alla produzione con il ritorno dell’inflazione, ha generato una diffusa riduzione della fiducia, tanto tra le famiglie quanto tra gli imprenditori. Uno ‘shock’ di inizio 2022 che non va sopravvalutato ma che non deve essere nemmeno del tutto trascurato. Gli impulsi sui costi dell’energia si stanno diffondendo alle altre filiere e cominciano a leggersi nelle dinamiche dei prezzi al consumo, comportando, almeno nel breve termine, un’erosione del potere d’acquisto delle cospicue attività liquide non protette dall’inflazione. Ciò potrebbe comprimere la dinamica dei consumi, indebolendo la ripresa. Preoccupazioni sulla crescita emergono con chiarezza anche dal versante delle imprese, sia pure con diverse intensità. Se nel commercio al dettaglio qualche giovamento deriva dalla sostituzione delle consumazioni fuori casa con acquisti per l’alimentazione domestica, presso i servizi di mercato si acuisce gravemente il disagio delle imprese, in particolare nei trasporti e nella filiera turistica. Il che ripropone il tema di una ripresa eterogenea, con ampi settori del terziario di mercato ancora in piena pandemia economica, una condizione di fragilità che si riverbera sulla tenuta complessiva del sistema produttivo".

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