Carsten Spohr non è uomo da parole di circostanza. Il CEO di Lufthansa è atterrato nel quartier generale di ITA Airways a Fiumicino con un messaggio chiaro: la compagnia aerea italiana deve crescere, ma solo se sarà capace di generare profitti. «ITA è troppo piccola per un mercato come l’Italia», ha detto davanti a circa duecento dipendenti, sottolineando che il destino del vettore non sarà quello di una controllata minore, ma di un ingranaggio fondamentale all’interno della macchina Lufthansa.
ITA Airways e Lufthansa: il futuro si gioca sulla redditività
Dopo tre anni di attesa, il closing con il Ministero dell’Economia è finalmente arrivato. E Spohr non si nasconde dietro a dichiarazioni di facciata: investire su ITA significa dare una spinta all’intero gruppo tedesco, che punta ad allargare la sua famiglia come ha già fatto con Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines. Il modello è chiaro: più aerei, più personale, più rotte, ma solo se i conti torneranno.
La sfida dell’8%
L’obiettivo minimo è un margine di redditività dell’8%, una soglia che non è negoziabile. «Serve per finanziare la flotta, investire e crescere», ha spiegato Spohr, lasciando intendere che non ci saranno sconti. L’ambizione è quella di trasformare ITA in una versione italiana della svizzera Swiss, che oggi è una delle compagnie più redditizie del gruppo. Un traguardo che non si raggiunge solo con iniezioni di capitale, ma con un cambio di mentalità: «Cerchiamo di essere onesti tra di noi», ha detto ai dipendenti. Se qualcosa non va, va detto. La trasparenza, secondo il CEO, è la chiave del successo.
Lufthansa possiede al momento il 41% di ITA, ma la strategia è chiara: portare la compagnia al profitto per giustificare nuovi investimenti e ampliare la partecipazione. Nel frattempo, l’espansione della flotta è già nei piani. ITA oggi conta 99 aerei, il doppio rispetto alla sua nascita nel 2021, ma è ancora poco. Troppo poco per un Paese come l’Italia, la quarta nazione al mondo per traffico aereo.
Dai numeri alle persone
Non solo bilanci e rotte, però. A Fiumicino il messaggio è stato chiaro: «La chiave del successo siete voi, i dipendenti», ha detto Joerg Eberhart, CEO di ITA, mentre il presidente Sandro Pappalardo ha parlato di «perfetta armonia» tra i vertici aziendali. Un appello a credere nella compagnia, nella sua trasformazione e in una nuova fase di crescita.
Per rendere il processo il più trasparente possibile, Spohr ha aperto il canale di comunicazione con tutti i dipendenti del gruppo Lufthansa: domande, dubbi e critiche potranno essere inviate direttamente all’evento “Frankly Speaking” del 5 febbraio. Una dimostrazione che la fusione non sarà un semplice cambio di proprietà, ma un percorso condiviso.
L’Italia, insomma, resta un tassello strategico per Lufthansa. Il futuro di ITA si gioca su una scommessa chiara: espansione e profitti devono viaggiare di pari passo. Il messaggio di Spohr è stato diretto, senza retorica. Le opportunità ci sono, ma non sarà una corsa facile. E, questa volta, non c’è spazio per scali intermedi.