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Kurdistan, Öcalan chiede al PKK di deporre le armi: svolta storica o mossa politica?

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Kurdistan, Öcalan chiede al PKK di deporre le armi: svolta storica o mossa politica?

Abdullah Öcalan, il leader incarcerato del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), ha fatto un annuncio senza precedenti dal carcere: ha chiesto al gruppo armato di sciogliersi e abbandonare la lotta armata contro la Turchia. La dichiarazione, letta a Istanbul da esponenti del partito filo-curdo DEM, segna un potenziale spartiacque dopo oltre 40 anni di conflitto.

Öcalan chiede al PKK di deporre le armi: svolta storica o mossa politica?

"Il PKK deve sciogliersi. Tutti i gruppi armati devono deporre le armi", avrebbe dichiarato Öcalan nel messaggio, assumendosi la piena responsabilità di questo appello. Per un uomo che è stato il simbolo della resistenza curda e che per decenni ha incarnato la lotta per l'autonomia del Kurdistan, queste parole suonano come un colpo di scena.

Cosa significa questo annuncio?
Il conflitto tra il PKK e lo Stato turco ha causato oltre 40.000 vittime e ha influenzato la politica interna ed estera della Turchia per decenni. Il PKK è considerato un'organizzazione terroristica non solo da Ankara, ma anche dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea. Tuttavia, il gruppo gode di un forte sostegno tra i curdi, che vedono in Öcalan il padre della lotta per i loro diritti.

Il leader curdo è detenuto dal 1999 sull'isola-prigione di Imrali
, in isolamento quasi totale. Per anni, il governo turco ha negoziato con lui, vedendolo come l'unico interlocutore in grado di controllare il PKK e orientarlo verso una soluzione politica. Ma questi negoziati sono stati interrotti nel 2015, quando la fragile tregua tra Ankara e i ribelli si è dissolta in una nuova ondata di violenza.

Ora, la sua dichiarazione arriva in un momento politico delicato per la Turchia. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan è alle prese con un'economia in crisi, con tensioni interne crescenti e con la necessità di consolidare il suo potere in vista delle prossime elezioni municipali. Un appello alla pace da parte di Öcalan potrebbe essere un'opportunità per il governo di riaprire un dialogo con i curdi, cercando di indebolire i movimenti autonomisti.

Il PKK risponderà?
La grande incognita è la reazione del PKK e della sua leadership attuale. Sebbene Öcalan sia ancora considerato il leader simbolico del movimento, il comando operativo del gruppo si trova nelle montagne del Kurdistan iracheno, dove i comandanti sul campo potrebbero non essere disposti ad accettare un disarmo.

Il PKK non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale sulla richiesta di Öcalan, e la sua risposta sarà cruciale per capire se questo appello porterà davvero a un cambiamento oppure se rimarrà solo una dichiarazione simbolica, destinata a rimanere inascoltata.

Nel frattempo, le comunità curde in Turchia e nelle regioni limitrofe osservano con attenzione. Da una parte, c'è la speranza che questa sia l’occasione per una soluzione politica, dall’altra, il timore che si tratti di una mossa tattica da parte di Erdoğan per neutralizzare la resistenza curda senza concedere reali diritti e autonomie.

Se questa dichiarazione segnerà la fine di un’epoca o sarà solo un capitolo in una storia ancora lunga, lo diranno le prossime mosse sul campo.

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