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Allarme dei comuni: “Già dato troppo, ora il governo ci ascolti”

- di: Bruno Coletta
 
Allarme dei comuni: “Già dato troppo, ora il governo ci ascolti”
A poco più di un mese dalla sua elezione a presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, si trova già alle prese con una sfida cruciale: la legge di bilancio. Con nuove restrizioni imposte dalla manovra economica, i comuni italiani rischiano di trovarsi in seria difficoltà. Manfredi ha discusso con La Repubblica le criticità che questa manovra porta con sé.

"I comuni hanno già fatto la loro parte"
Non c'è dubbio che stiamo andando verso un’ulteriore stretta sulla spesa pubblica”, esordisce Manfredi, sottolineando come i comuni abbiano già affrontato anni di sacrifici per mantenere sotto controllo i bilanci. “Mentre le amministrazioni centrali e le regioni aumentavano la loro spesa corrente, noi la tenevamo sotto controllo. Ora chiediamo al governo di esentarci da ulteriori vincoli”.
Il riferimento è al nuovo patto di stabilità, che introduce limiti stringenti all’incremento della spesa corrente per i prossimi sette anni, con accantonamenti obbligatori che, spiega il presidente dell’Anci, peseranno per 1,35 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, partendo da 130 milioni già nel 2024.

Servizi pubblici a rischio
Ma cosa significa tutto questo per i cittadini? “La stretta sulla spesa corrente ridurrà la nostra capacità di fornire servizi essenziali o di ampliarli. Parliamo di spese non legate agli investimenti, come i costi delle bollette e il personale”. Un impatto che si sentirà tanto nei comuni del Nord, dove la quantità di servizi forniti è maggiore, quanto nel Sud, dove spesso mancano le risorse per potenziarli.
Manfredi avverte che il taglio ai contributi diretti ai comuni aggraverà ulteriormente la situazione: “Gli investimenti ridotti nei prossimi cinque anni ammontano a 3,2 miliardi di euro. Questo colpirà soprattutto i piccoli comuni, che vedranno svanire risorse cruciali, con effetti negativi a partire dal 2027, quando il Pnrr sarà concluso”.

"Meno personale per gestire i progetti del Pnrr"
Un altro nodo è la sostenibilità dei progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Manfredi non nasconde la preoccupazione: “Il governo ci ha finanziato progetti importanti, come scuole, asili e trasporto pubblico, ma ci toglie le risorse per pagare il personale necessario alla loro realizzazione. Questo è insostenibile per i nostri bilanci”. La soluzione? Un tavolo di confronto con il Ministero dell’Economia, che Manfredi spera possa portare a risultati concreti.

Le note positive: assunzioni e sostegno ai minori
Non tutto, però, è negativo nella manovra. Manfredi accoglie con favore l’eliminazione del blocco del turn over, che permetterà ai comuni di continuare ad assumere personale. Inoltre, l’istituzione di un fondo da 100 milioni di euro per coprire i costi legati ai minori affidati ai comuni – come quelli ospitati in comunità di accoglienza – è considerata una conquista significativa. “Non basterà a coprire tutte le spese, ma rappresenta un passo avanti. Così potremo affrontare meglio il crescente disagio giovanile”.

Una sfida per il futuro
La legge di bilancio si profila come una prova di resistenza per i comuni italiani, stretti tra le esigenze di bilancio e la necessità di garantire servizi ai cittadini. Manfredi insiste sulla necessità di un dialogo costruttivo con il governo, auspicando che si possa arrivare a soluzioni che salvaguardino il ruolo cruciale dei comuni nel tessuto sociale ed economico del Paese.

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