Medio Oriente, Banca Mondiale: "I prezzi del petrolio potrebbero salire a 150 dollari al barile"

- di: Redazione
 
I prezzi del petrolio potrebbero salire al livello record di oltre 150 dollari al barile se la guerra tra Israele e Hamas dovesse portare ad una situazione simile a quella del 1973. Lo sostiene la Banca Mondiale nella prima valutazione dei rischi economici di un'escalation della guerra oltre i confini di Gaza, con il pericolo che il costo del greggio entri in “acque inesplorate”.
Secondo Indermit Gill, capo economista della Banca Mondiale, ''l'ultimo conflitto in Medio Oriente arriva sulla scia del più grande shock per i mercati delle materie prime dagli anni '70: la guerra della Russia con l'Ucraina. Ciò ha avuto effetti dirompenti sull’economia globale che persistono fino ad oggi''.

Medio Oriente, Banca Mondiale: "I prezzi del petrolio potrebbero salire a 150 dollari al barile"

Gill ha auspicato che i politici siano ''vibili'', aggiungendo che ''se il conflitto dovesse intensificarsi, l’economia globale si troverebbe ad affrontare per la prima volta dopo decenni un duplice shock energetico: non solo dalla guerra in Ucraina, ma anche da quello del Medio Oriente”.
Nell'ultimo suo outlooksui mercati delle materie prime, la Banca Mondiale ritiene che lo shock per l’economia globale non si limiterebbe ai costi energetici, ma si tradurrebbe anche nella fame di centinaia di milioni di persone a causa dell’aumento dei prezzi alimentari.

Nella sua valutazione, la Banca ha affermato che la guerra tra Israele e Hamas ha avuto finora un impatto minimo sui prezzi delle materie prime. I prezzi del petrolio erano aumentati di circa il 6%, ma le materie prime agricole, i metalli industriali e altre materie prime si erano ''mosse a malapena'', aggiungendo che ''le prospettive per i prezzi delle materie prime si oscurerebbero rapidamente se il conflitto dovesse intensificarsi”.
Secondo le previsioni di base della Banca Mondiale, i prezzi del petrolio raggiungeranno una media di 90 dollari al barile nel trimestre in corso prima di scendere a una media di 81 dollari al barile l’anno prossimo con il rallentamento della crescita economica globale. Ma ha anche delineato tre scenari alternativi per i prezzi del petrolio.

Nel primo, in cui l’offerta globale di petrolio verrebbe ridotta da 500.000 a 2 milioni di barili al giorno, più o meno equivalente alla riduzione osservata durante la guerra civile libica nel 2011, il prezzo del petrolio salirebbe fino a un range compreso tra 93 e 102 dollari. un barile.
Nel secondo, più o meno equivalente alla guerra in Iraq del 2003, la fornitura globale di petrolio verrebbe ridotta da 3 a 5 milioni di barili al giorno. I prezzi del petrolio aumenterebbero inizialmente dal 21% al 35%, portandoli tra i 109 e i 121 dollari al barile.

Nel terzo, il peggiore, paragonabile all’azione intrapresa durante la guerra dello Yom Kippur del 1973, l’offerta globale di petrolio si ridurrebbe da 6 a 8 milioni di barili al giorno, con un conseguente aumento dei prezzi dal 56% al 75% fino a un valore compreso tra 140 dollari. e 157 dollari al barile.
L’embargo petrolifero del 1973 portò a un improvviso aumento di quattro volte del costo del greggio, inaugurando una maggiore inflazione e un aumento della disoccupazione che posero fine al lungo boom postbellico dell’economia globale.
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