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Medio Oriente, Papa Leone invoca lo stop alle armi. L’Ue protesta con Israele: “I civili non sono mai bersagli”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Medio Oriente, Papa Leone invoca lo stop alle armi. L’Ue protesta con Israele: “I civili non sono mai bersagli”
Papa Leone è intervenuto con forza sulla crisi in Medio Oriente, pronunciando un appello vibrante affinché tacciano le armi e si restituisca dignità a ogni essere umano. “Stop alle armi, ridare la dignità a ogni uomo”, ha dichiarato il Pontefice, in una presa di posizione che richiama l'urgenza morale di agire contro la barbarie e l’ingiustizia. Le sue parole, pronunciate in un contesto internazionale segnato da nuove stragi civili e bombardamenti indiscriminati, hanno riportato al centro del dibattito la necessità di una pace costruita sul rispetto della vita e della persona, e non sulla rappresaglia. La voce di Leone si è levata come richiamo al diritto e alla pietà in un tempo di disumanità crescente.

Medio Oriente, Papa Leone invoca lo stop alle armi. L’Ue protesta con Israele: “I civili non sono mai bersagli”

Nel solco dell’appello pontificio, anche la Commissione Europea ha assunto una posizione netta contro l’uso eccessivo della forza da parte di Israele nei confronti della popolazione di Gaza. “I civili non sono mai bersagli”, ha affermato con decisione un portavoce di Bruxelles, sottolineando come il diritto internazionale umanitario debba essere rispettato in ogni circostanza. La presidente Ursula von der Leyen ha definito “intollerabili” le immagini provenienti dalla Striscia, con donne, bambini e anziani in fuga, feriti o intrappolati sotto le macerie. A fare eco alle sue parole anche numerosi europarlamentari e membri del Consiglio europeo, che vedono nel comportamento israeliano una possibile violazione sistematica delle convenzioni internazionali.

Israele respinge le accuse: “Hamas usa i civili come scudi”

Immediata e dura la replica da Tel Aviv. Le autorità israeliane hanno respinto ogni accusa di attacco indiscriminato, attribuendo la responsabilità delle vittime civili esclusivamente a Hamas. “È Hamas a sparare sugli innocenti”, ha affermato un portavoce dell’esercito, ribadendo che l’organizzazione islamista lancia razzi da aree abitate e impedisce deliberatamente l’evacuazione della popolazione. Il governo ha inoltre ribadito che le operazioni in corso mirano esclusivamente a neutralizzare la minaccia terroristica rappresentata dai tunnel sotterranei e dalle infrastrutture militari nascoste nei quartieri civili. L’esercito israeliano ha pubblicato anche una serie di video per documentare l’uso strumentale della popolazione da parte di Hamas.

Kallas: “Rispetto degli impegni o nuove misure”

A rafforzare il coro delle critiche europee è intervenuta anche la premier estone Kaja Kallas, che ha avvertito Israele: “Se non si rispettano le promesse, tutte le opzioni sono sul tavolo”. Un’affermazione che lascia presagire l’eventualità di sanzioni o sospensioni di cooperazione. Kallas ha fatto appello alla coerenza dell’Unione Europea, sottolineando che non si possono avere due pesi e due misure nella difesa dei diritti umani. La sua dichiarazione è significativa perché arriva da uno dei Paesi più allineati con le posizioni atlantiche, e potrebbe segnare un punto di svolta nella postura diplomatica dell’Europa verso Israele.

Le Nazioni Unite: “Inaccettabile sparare a chi cerca cibo”

Infine, si è espressa anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite. “Inaccettabile sparare a chi cerca il cibo”, si legge in un comunicato diffuso dall’agenzia umanitaria dell’Onu, che denuncia una sistematica violazione dei diritti umani. Secondo fonti internazionali, diversi convogli di aiuti sono stati bloccati o attaccati, rendendo la situazione umanitaria ormai insostenibile. Mentre si contano centinaia di migliaia di sfollati e i viveri scarseggiano, Papa Leone e le istituzioni internazionali si uniscono nell’appello: fermare subito le ostilità, per restituire centralità all’essere umano.
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