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Mercati in festa: Trump rassicura su Powell, Musk torna a guidare Tesla

- di: Bruno Coletta
 
Mercati in festa: Trump rassicura su Powell, Musk torna a guidare Tesla
Wall Street e le borse asiatiche rimbalzano dopo due annunci chiave: il presidente USA non silura il capo della Fed e il tycoon dell’elettrico riduce l’impegno politico.
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Due svolte che rianimano la fiducia
La giornata di lunedì 22 aprile resterà impressa sui mercati come una scossa di ottimismo dopo settimane di tensioni. Da un lato, Donald Trump ha frenato bruscamente sulla sua linea d’attacco contro la Federal Reserve. Dall’altro, Elon Musk ha annunciato il suo ritorno a tempo pieno in Tesla, dopo mesi di distrazioni legate al suo controverso incarico governativo nell’amministrazione repubblicana.
Risultato: Wall Street ha chiuso con un rally guidato da tecnologia e auto elettriche, l’Asia ha aperto con entusiasmo, e i trader tornano a respirare.
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Trump frena su Powell: “Nessun licenziamento”
Dopo giorni di dichiarazioni incendiarie, culminate con un post su Truth Social in cui aveva definito Powell “un freno per l’economia americana”, Trump ha cambiato tono. Parlando ai giornalisti nello Studio Ovale, ha affermato: “Non ho intenzione di licenziarlo. Ma mi piacerebbe vederlo più attivo nell’abbassare i tassi d’interesse”.
Un’inversione a U che ha subito fatto recuperare terreno al dollaro, dopo la fuga di capitali registrata venerdì quando la sola ipotesi di silurare il presidente della Fed aveva spaventato gli investitori. Il rischio percepito era altissimo: mettere in discussione l’indipendenza della banca centrale equivaleva a sabotare la credibilità del sistema economico americano.
La dichiarazione di Trump non nasce dal nulla. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, alcuni suoi consiglieri economici, preoccupati dalla fuga di capitali e dal crollo delle obbligazioni USA, lo avrebbero convinto a cambiare linea per evitare una crisi di fiducia.
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Musk rientra in Tesla e fa decollare il titolo
La seconda spinta è arrivata da Elon Musk. Dopo settimane di indiscrezioni e tensioni interne, il patron di Tesla ha dichiarato che da maggio ridurrà al minimo il tempo dedicato al Dipartimento per l’Efficienza Governativa – incarico che ricopre su nomina di Trump – per tornare a guidare la sua azienda.
“Mi concentrerò sulla Tesla”, ha detto in una nota ufficiale diffusa ieri sera. La mossa arriva a poche ore dalla pubblicazione di un disastroso bilancio trimestrale: utili in caduta libera (-71%), ricavi giù del 9%, con la divisione automotive che ha perso il 20% rispetto all’anno scorso.
La presenza di Musk nella galassia trumpiana è stata sin dall’inizio motivo di attrito con i mercati: tra conflitti d’interesse, critiche bipartisan e accuse di politicizzazione, il coinvolgimento governativo ha finito per nuocere alla reputazione e ai numeri del colosso dell’auto elettrica.
Un’analisi del Financial Times spiega come l’esposizione politica del CEO abbia spinto molti investitori istituzionali a ridurre le posizioni, temendo non solo una fuga dei consumatori, ma anche ritorsioni commerciali nei confronti dell’azienda. Non a caso, Tesla è finita nel mirino delle autorità cinesi e dell’Unione Europea, che valutano nuove tariffe proprio contro le aziende americane più esposte all’estero.
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Un sospiro di sollievo per i mercati globali
Le reazioni non si sono fatte attendere. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo del 2,4%, con Tesla che ha guadagnato l’8% nel dopoborsa. Anche le banche centrali asiatiche hanno accolto con favore le dichiarazioni di Trump: Tokyo e Hong Kong hanno aperto in territorio ampiamente positivo, mentre il cambio yen-dollaro si è stabilizzato.
“Non è una svolta strutturale, ma è una boccata d’ossigeno dopo settimane di ambiguità e toni da guerra fredda monetaria”, ha dichiarato Michael Kramer, analista di MarketWatch.
Anche la posizione sui dazi sembra essersi ammorbidita. Sempre il 22 aprile, Trump ha lasciato intendere che il livello delle tariffe “scenderà sostanzialmente, anche se non sarà azzerato”. Attualmente, i dazi contro la Cina sono al 145%, una soglia considerata insostenibile da molti economisti, tra cui Paul Krugman e Nouriel Roubini, che parlano apertamente di “suicidio industriale” per alcune filiere americane.
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Un equilibrio fragile
Resta il fatto che la fiducia degli investitori è appesa al filo dell’imprevedibilità trumpiana. “Oggi Trump dice che non licenzia Powell, ma due giorni fa scriveva il contrario. Domani? Chi può dirlo”, osserva sarcastico un editoriale del New York Times. E anche Musk, pur riducendo il suo impegno politico, non ha chiarito se manterrà la carica governativa e se continuerà a influenzare le scelte energetiche dell’amministrazione.
Intanto, i mercati brindano. Ma lo fanno con il fiato sospeso, consapevoli che, con Trump e Musk, l’unica vera costante è l’imprevedibilità.
 

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