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Mercati, Milano tiene il passo mentre l’Europa trattiene il fiato

- di: Matteo Borrelli
 
Mercati, Milano tiene il passo mentre l’Europa trattiene il fiato
Milano tiene il passo mentre l’Europa trattiene il fiato
Difesa e risparmio gestito spingono Piazza Affari nella vigilia di una Fed attesa al taglio “hawkish”, mentre Parigi zoppica con EssilorLuxottica e Air France.

Europa divisa, ma niente panico alla vigilia della Fed

La seduta europea si chiude all’insegna della prudenza, più che della paura. Il FTSE MIB archivia la giornata con un progresso dello 0,33% a circa 43.575 punti, confermandosi tra le piazze più toniche del continente. In linea il resto dell’area euro ma con sfumature diverse: Francoforte avanza di circa 0,5%, Londra oscilla attorno alla parità (intorno a -0,03%), mentre Parigi chiude in rosso di circa 0,7%. In Spagna, l’IBEX 35 mette a segno un rialzo leggero, attorno allo 0,2%, mentre a Zurigo lo SMI cede circa lo 0,3%. Il paniere paneuropeo Stoxx 600 resta sostanzialmente invariato, poco sotto quota 580 punti.

Il denominatore comune è uno solo: domani sera tocca alla Federal Reserve e i listini scelgono di non esporsi troppo. I mercati scontano in modo quasi unanime un taglio dei tassi di 25 punti base, ma con il dubbio cruciale sul messaggio che arriverà dal presidente Jerome Powell. Non se ne fa mistero nelle sale operative: la scommessa è su un possibile “taglio hawkish”, ovvero una riduzione del costo del denaro accompagnata da un linguaggio prudente su ulteriori mosse già a gennaio.

La scommessa sulla Fed: taglio quasi certo, tono da decifrare

I future sui Fed funds prezzano con una probabilità vicina al 90% un corridoio dei tassi tra 3,50% e 3,75% dopo la riunione di domani. Gli operatori non guardano solo alla decisione, ma soprattutto al “dot plot” e alle indicazioni su quanto rapidamente la Fed intenda procedere nel 2026.

Il quadro macro Usa, per ora, regge. I dati sulle offerte di lavoro JOLTS pubblicati oggi mostrano un mercato occupazionale ancora sorprendentemente robusto, con posizioni vacanti sopra le attese. I rendimenti dei Treasury decennali restano nella fascia del 4,15-4,20%, segnale che gli investitori non si aspettano una svolta ultra-espansiva, ma neppure un irrigidimento del tono rispetto alle attese.

In Europa, il riflesso è un atteggiamento di stand-by: le banche centrali del Vecchio Continente guardano alla Fed per capire quanto margine avranno nel proseguire l’allentamento nei prossimi mesi, senza riaccendere i timori inflazionistici.

Piazza Affari: difesa e risparmio gestito tirano il listino

A Piazza Affari, la fotografia di giornata è chiarissima: guidano il rimbalzo finanziari e difesa.

Sul FTSE MIB il titolo migliore è Banca Mediolanum, che vola di circa +3,25% dopo nuovi giudizi positivi da parte di banche d’affari internazionali, che apprezzano la capacità del gruppo di macinare commissioni ricorrenti in uno scenario di tassi più bassi. Subito dietro Generali, in rialzo di circa +3,0%, ancora sostenuta dall’upgrade di JPMorgan, che ha alzato la raccomandazione a “Overweight” con target price 37 euro per azione, puntando su una crescita degli utili più robusta nel periodo 2025-2028.

Brilla anche Leonardo, in progresso di circa +2,6%, agganciata al rally dell’intero comparto aerospazio e difesa europeo. A sostenere il settore è la notizia che il Bundestag, il Parlamento tedesco, si prepara ad approvare la prossima settimana 29 maxi-contratti militari per un valore record di circa 52 miliardi di euro, con l’obiettivo dichiarato di trasformare la Bundeswehr nella forza convenzionale più potente d’Europa. Una svolta che promette una pipeline pluriennale di ordini per l’industria bellica del continente.

Nel settore assicurativo-finanziario si mette in luce anche Unipol, che chiude in rialzo di circa +2,1%, beneficiando anch’essa del miglior sentiment sulla galassia finanziaria e delle prospettive di dividendi generosi in uno scenario di tassi in lenta discesa.

Sul fondo del listino, invece, scivola Recordati, che cede circa -2,0%, insieme a Prysmian (circa -1,9%), Stellantis (circa -1,8%) e Saipem (circa -1,6%). Le vendite colpiscono in particolare il comparto industriale e auto, più sensibile al rischio che un ciclo di tagli troppo prudente della Fed rallenti solo gradualmente il costo del credito globale.

Mid Cap e Star: turbo su Comer, Fincantieri, Reply e Avio

La seduta è positiva anche per i segmenti a media capitalizzazione. Il FTSE Italia Mid Cap chiude in progresso di circa +0,23%, mentre il FTSE Italia Star guadagna circa +0,56%.

Tra le Mid Cap, spiccano:

  • Comer Industries circa +6,5%, in scia alle attese su ordini e margini nel settore meccanico legato all’agricoltura e alle rinnovabili;
  • Fincantieri circa +3,7%, ancora sostenuta dalle prospettive di ingresso stabile nel principale indice di Piazza Affari e da un portafoglio ordini navale in crescita;
  • Reply circa +3,4%, beneficiaria dei flussi sul tema digitale e intelligenza artificiale applicata alle imprese;
  • Avio circa +3,1%, che capitalizza le aspettative su nuovi contratti nel segmento spazio e l’interesse politico europeo per l’autonomia strategica nei lanciatori.

Sul lato opposto, le maggiori correzioni si registrano su:

  • Ariston Holding, in calo di circa -2,8%;
  • Brembo, giù di circa -2,2%, penalizzata dalle incertezze sull’auto globale;
  • Pirelli, in flessione di circa -2,1%;
  • GVS, che lascia sul terreno circa -1,6%.

Nel complesso, la fotografia dei segmenti Mid Cap e Star rimanda a un mercato selettivo: premiate le storie di crescita industriale e tecnologica, penalizzati i titoli più esposti ai cicli industriali tradizionali e all’auto.

Parigi zavorrata da EssilorLuxottica e Air France

Se Milano può permettersi un sorriso, Parigi chiude la seduta con il broncio. Il CAC 40 scende di circa 0,7%, appesantito da due nomi pesanti del listino: EssilorLuxottica e Air France-KLM.

Il colosso degli occhiali e delle lenti cede oltre il 4-5%, dopo che sono circolate nuove indiscrezioni sui piani di Google per lanciare nel 2026 una nuova generazione di smart glasses con funzioni di intelligenza artificiale avanzata. Il mercato teme che l’ingresso di un gigante tecnologico con una propria piattaforma hardware possa incrinare l’attuale asse tra Meta ed EssilorLuxottica, che con i modelli Ray-Ban smart domina oggi la nicchia degli occhiali connessi.

Ancora più pesante la seduta di Air France-KLM, che affonda di circa 9% dopo l’annuncio del gruppo armatoriale CMA CGM di un bond triennale scambiabile in azioni della compagnia. L’operazione, per un importo di circa 325 milioni di euro, potrà essere rimborsata in contanti, in titoli Air France o con una combinazione delle due. Gli investitori leggono la mossa come un potenziale afflusso di carta sul mercato nel medio termine e corrono a coprirsi, scaricando il titolo.

Spread fermo, BTP tranquillo: Italia agganciata al “club virtuoso”

Sul fronte obbligazionario, la giornata scorre senza scosse per il debito italiano. Lo spread BTP-Bund a 10 anni resta in area 70-71 punti base, con il rendimento del BTP decennale stabile attorno al 3,55%. Un differenziale che, per gli standard italiani, colloca l’Italia nel gruppo dei Paesi percepiti come relativamente stabili all’interno dell’area euro.

Il messaggio che arriva dai desk è chiaro: finché la Fed e la BCE continueranno a muoversi lungo la traiettoria di un allentamento graduale, senza sorprese, il BTP continuerà a beneficiare di un clima di “normalizzazione” dopo gli anni della crisi energetica e inflazionistica.

Valute: euro solido sopra 1,16 contro il dollaro

Sul mercato dei cambi, l’euro consolida i progressi delle ultime sedute. La moneta unica si muove in area 1,16-1,165 contro il dollaro, lievemente sopra i livelli di ieri, segno che gli investitori scontano un ciclo di tagli più rapido da parte della Fed rispetto alla BCE.

Contro lo yen, l’euro veleggia attorno a 182-183, mentre il cambio dollaro/yen rimane poco sotto quota 157. Il quadro nel complesso è coerente con un dollaro che perde parte della spinta difensiva accumulata nei mesi scorsi, ma continua a godere di rendimenti nominali ancora superiori rispetto a molte economie sviluppate.

La sterlina si rafforza leggermente verso il biglietto verde, sostenuta da dati sui consumi britannici che mostrano ancora una crescita, seppur in rallentamento, e da un atteggiamento della Bank of England meno accomodante rispetto alla Fed.

Oro ai massimi, argento da record: mercato in modalità “hedge”

Sul fronte delle materie prime, il protagonista assoluto resta il metallo giallo. L’oro spot si muove sopra quota 4.200 dollari l’oncia, con prezzi in area 4.240-4.250 e un progresso di circa lo 0,6-0,7% nella seduta. Gli operatori continuano a usarlo come protezione in vista della decisione della Fed, ma anche come copertura di medio periodo contro eventuali errori di politica monetaria.

Ancora più spettacolare la corsa dell’argento, che aggiorna i propri massimi storici in area 60-61 dollari l’oncia, spinto da un mix di domanda industriale (elettrificazione, fotovoltaico, elettronica) e componente rifugio. In molti desk si parla ormai apertamente di “superciclo dei metalli preziosi”.

Petrolio giù, gas in rialzo: doppia lettura sull’energia

Giornata debole per il petrolio. Il WTI, riferimento statunitense, scambia attorno a 58,2-58,3 dollari al barile, in calo di circa l’1%, mentre il Brent del Mare del Nord oscilla in area 62-63 dollari, con un ribasso più contenuto. Pesano i timori su una crescita globale meno brillante e l’idea che eventuali tagli dei tassi possano arrivare quando la domanda reale è già frenata dall’incertezza geopolitica.

Di segno opposto il movimento del gas naturale europeo. I future TTF olandesi risalgono in area 27,5 euro/MWh, con un progresso di circa il 2,5-3% rispetto alla vigilia. Il mercato resta comunque lontano dalle fiammate del biennio 2022-2023, ma continua a reagire in modo sensibile alle notizie su stoccaggi, meteo e tensioni geopolitiche.

Bitcoin sopra quota 90 mila: cripto tra Fed e prese di beneficio

Nel mondo crypto, il Bitcoin rimane su livelli storicamente elevatissimi. La principale criptovaluta oscilla in giornata in area 90-94 mila dollari, dopo un rally che in autunno l’aveva spinta oltre i 120 mila prima della correzione. Alcuni strategist parlano di “raffreddamento salutare”, con prese di beneficio che non hanno però compromesso la tendenza di medio periodo, ancora sostenuta dai flussi legati agli ETF e dall’interesse istituzionale.

In prospettiva di fine anno, diversi desk continuano a vedere margini per un ritorno del Bitcoin in area 100 mila dollari, a patto che la Fed non sorprenda con toni troppo aggressivi e che l’appetito per il rischio non venga eroso da nuove tensioni regolamentari.

Wall Street a metà seduta: indici in lieve rialzo, Nvidia sotto i riflettori

Quando in Europa suona la campanella di chiusura, Wall Street è nel vivo della seduta. A metà giornata il Dow Jones avanza di circa 0,3-0,4%, l’S&P 500 di circa 0,2% e il Nasdaq di circa 0,1-0,2%. In altre parole, gli investitori Usa stanno scommettendo che il taglio Fed di domani confermerà la narrativa di un “atterraggio morbido” dell’economia.

Al centro della scena c’è Nvidia, che dopo aver toccato capitalizzazioni da record corregge di qualche decimale. Il motivo? La decisione del presidente Donald Trump di autorizzare la vendita dei chip H200 verso la Cina e altri Paesi “approvati”, chiedendo però al governo statunitense un 25% dei ricavi generati su quei mercati. Una scelta che apre una nuova fase nei rapporti tra la Casa Bianca e i colossi dei semiconduttori: via libera all’export, ma in cambio di una quota diretta sul business.

Il comparto tecnologico nel suo complesso si muove con cautela, mentre settori più difensivi come consumi non ciclici e healthcare beneficiano della crescente probabilità di un ciclo di tagli dei tassi più esteso nel 2026.

Cosa guarderanno i mercati da qui a domani

In sintesi, la seduta del 9 dicembre consegna l’immagine di un’Europa che non ha alcuna voglia di farsi prendere dal panico, ma che preferisce restare in apnea fino al verdetto della Fed. Milano guida il gruppo grazie alla combinazione di difesa, finanza e assicurazioni, mentre Parigi paga pegno ai timori su smart glasses e alla mossa di CMA CGM su Air France-KLM.

Da qui a domani sera, gli occhi degli operatori saranno puntati su tre elementi chiave:

  1. Il linguaggio di Powell: quanto sarà esplicito nel prefigurare ulteriori tagli nel 2026?
  2. Le nuove stime sui tassi dei membri del FOMC, cruciali per capire la traiettoria dei rendimenti globali.
  3. La reazione dei mercati azionari e obbligazionari: se il taglio sarà percepito come troppo timido, è possibile un nuovo irripidimento delle curve e qualche presa di beneficio sui listini.

Per ora, la sensazione è che il “rischio evento Fed” sia ampiamente prezzato. Ma come sanno bene gli operatori più navigati, è spesso nei dettagli di una frase in conferenza stampa che si decide il tono dei mercati per i mesi successivi.

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