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Pensioni, la scommessa del riscatto laurea a 900 euro: anticipo a 60 anni per docenti e ricercatori

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Pensioni, la scommessa del riscatto laurea a 900 euro: anticipo a 60 anni per docenti e ricercatori

Un disegno di legge che promette di cambiare la vita a migliaia di insegnanti, personale ATA e ricercatori. È il progetto firmato dalla senatrice Carmela Bucalo che prevede un riscatto della laurea a circa 900 euro per anno di corso, contro i 6mila e oltre previsti oggi, e la possibilità di andare in pensione a sessant’anni. Una proposta che nasce in Parlamento ma che intercetta il malessere diffuso tra chi lavora nella scuola e nella ricerca: carriere lunghe, stipendi modesti e prospettive di uscita che si spingono sempre più verso i settant’anni.

Pensioni, la scommessa del riscatto laurea a 900 euro

L’idea è semplice e ambiziosa insieme. Rendere il riscatto accessibile, eliminando la barriera economica che oggi rende la scelta proibitiva per la maggior parte dei lavoratori. Per farlo, si abbassa l’aliquota al cinque per cento, una soglia che permetterebbe di ridurre drasticamente i costi e di trasformare un diritto rimasto sulla carta in un’opportunità reale. L’obiettivo dichiarato è aprire un varco verso la pensione anticipata, restituendo a migliaia di persone la possibilità di decidere del proprio futuro.

Le storie dietro i numeri

Dietro le cifre si muovono storie quotidiane. Ci sono docenti che hanno alle spalle quarant’anni di lavoro e che guardano a una pensione lontana ancora quasi un decennio. Ci sono ricercatori che hanno accumulato anni di precariato e contributi discontinui e che vedono l’uscita come un traguardo sempre più sfumato. Per tutti loro il riscatto a novecento euro sarebbe una via concreta per avvicinare la fine della carriera senza dover sostenere sacrifici insostenibili.

Il fronte sindacale
La proposta ha acceso un dibattito immediato. I sindacati di categoria parlano di passo avanti, un primo riconoscimento di un disagio che da anni attraversa il comparto. L’Anief ha lanciato una petizione nazionale per sostenerla, sottolineando la necessità di dare respiro a una platea sempre più logorata. Le sigle confederali, invece, avvertono: attenzione a non restringere troppo i confini. Se il beneficio resta limitato a scuola e ricerca, si rischia di aprire una frattura con altri settori del pubblico impiego che vivono condizioni analoghe.

Il nodo dei conti pubblici
Resta però la questione delle coperture. Ridurre così tanto il costo del riscatto significa aumentare in prospettiva il numero delle uscite e concentrare oneri immediati per lo Stato. Il Ministero dell’Economia osserva con cautela, consapevole che ogni misura pensionistica deve confrontarsi con un sistema già tra i più onerosi in Europa. Solo un anno fa si era scelto di allungare a dieci anni la rateizzazione delle agevolazioni proprio per alleggerire l’impatto sui bilanci. Ora si torna a discutere di concentrare i costi, in nome di un principio di equità sociale.

Un percorso in salita
Nelle aule parlamentari si annuncia un iter tutt’altro che semplice. Ci sarà chi spingerà per un’estensione, chi proverà a limitarne la portata, chi punterà a introdurre vincoli più rigidi. Il messaggio politico, però, è già chiaro: il tema delle pensioni torna al centro e lo fa dal fronte più delicato, quello dell’istruzione e della ricerca.

Una promessa da verificare
Per il personale scolastico la prospettiva di uscire a sessant’anni rappresenta un cambio radicale. Non si tratta solo di numeri, ma di qualità della vita, di possibilità di dedicarsi ad altro dopo una carriera intera spesa tra classi, corridoi e laboratori. Una promessa che suscita aspettative ma anche timori. Perché tra l’annuncio e la realtà ci sono le compatibilità finanziarie, le scelte di governo, la capacità di trasformare una proposta di legge in una misura concreta.

Una scommessa aperta
Il riscatto della laurea a 900 euro è, per ora, una scommessa politica e sociale. Se diventerà legge, cambierà la traiettoria di migliaia di carriere e segnerà una svolta nella narrazione delle pensioni italiane. Se invece resterà sulla carta, sarà l’ennesima illusione svanita per una generazione che vede la pensione come un miraggio.

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