Con l’arrivo dell’estate, le piscine diventano un rifugio dal caldo e un luogo di svago per famiglie e bambini. Ma anche un ambiente dove, se non vengono rispettate precise regole igienico-sanitarie, possono nascondersi insidie serie. L’episodio accaduto domenica in un impianto della Borghesiana, alla periferia di Roma, lo dimostra in modo drammatico: cinque bambini sono finiti in ospedale dopo un bagno in piscina, uno dei quali ricoverato in terapia intensiva. Il sospetto, confermato dai primi accertamenti, è quello di un’intossicazione da cloro.
Cloro e piscine, attenzione ai bambini: l’allarme dopo l’incidente di Roma. I consigli per un’estate sicura
Non è la prima volta che si verifica un episodio simile, ma il fatto che a farne le spese siano stati bambini tra i 7 e i 10 anni pone interrogativi precisi su come si gestiscono, oggi, gli impianti balneari aperti al pubblico. L’acqua delle piscine deve essere disinfettata, certo. Ma il disinfettante, in questo caso il cloro, può trasformarsi in un rischio se non viene misurato e dosato correttamente. Odori troppo forti, bruciore agli occhi, irritazioni cutanee, difficoltà respiratorie: sono tutti campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Dosaggi errati o impianti obsoleti, ecco i rischi più comuni
Nel caso specifico, l’autorità giudiziaria ha sequestrato l’impianto e aperto un’inchiesta. Gli inquirenti vogliono capire se ci sia stato un errore umano, un guasto tecnico, oppure una negligenza nella manutenzione. Le indagini si concentrano anche sui sistemi automatici di dosaggio del cloro: strumenti che dovrebbero garantire la massima sicurezza, ma che, se mal calibrati o poco monitorati, possono liberare dosi eccessive in tempi rapidi, con effetti potenzialmente gravi.
È un tema che ogni estate torna a far discutere. I gestori degli impianti devono rispettare parametri precisi. Il cloro libero in vasca non deve superare la soglia di 1,5 milligrammi per litro, ma già valori superiori a 1,0 mg/l possono causare fastidi nei soggetti più sensibili, soprattutto se si tratta di bambini. E se il cloro si combina con sostanze organiche presenti nell’acqua – sudore, saliva, residui di creme solari – può generare composti secondari irritanti. Una buona manutenzione non è un optional: è la prima garanzia di salute.
Cosa devono sapere i genitori prima di lasciare i figli in acqua
L’incidente alla Borghesiana richiama tutti, genitori in primis, a un surplus di attenzione. Prima di scegliere una piscina, è utile informarsi su chi la gestisce, se è previsto un controllo giornaliero dei parametri dell’acqua, e se il personale è qualificato. Non basta che l’impianto sia bello e frequentato: serve trasparenza sulla manutenzione, e serve una vigilanza costante.
Ci sono alcuni segnali semplici che possono aiutare a capire se qualcosa non va. Un odore pungente e persistente di cloro, per esempio, non è normale: potrebbe indicare un’eccessiva concentrazione. Se il bambino lamenta subito bruciore agli occhi, pizzicore alla pelle o difficoltà a respirare, è bene farlo uscire immediatamente dall’acqua. In casi più gravi, può verificarsi un vero e proprio attacco respiratorio o uno shock chimico, come avvenuto domenica scorsa: un bambino di 9 anni ha perso conoscenza dopo pochi minuti in piscina. Ora è in terapia intensiva, e la sua prognosi è riservata.
Le regole da seguire per una balneazione serena e sicura
L’estate è il momento del gioco e della spensieratezza, ma anche della responsabilità. È importante che le strutture vengano scelte con cura, preferendo quelle che espongono pubblicamente i valori dell’acqua analizzata e che consentono l’accesso ai locali tecnici in caso di necessità. È dovere dei gestori mantenere standard elevati, ma è anche compito delle famiglie vigilare, segnalare, pretendere sicurezza. Non bisogna temere di fare domande, di chiedere informazioni sul trattamento dell’acqua o sull’eventuale presenza di personale medico.
La lezione dell’episodio romano è chiara: la sicurezza non è un dettaglio, ma una priorità. Un bagno in piscina non dovrebbe mai trasformarsi in una corsa in ospedale. Le autorità sanitarie locali sono ora chiamate a potenziare i controlli su tutte le strutture operative nel periodo estivo, per evitare che un errore tecnico o una disattenzione possano mettere a rischio la salute dei più piccoli. Meglio agire prima che piangere dopo.