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Campania al voto: Fico unisce il centrosinistra, centrodestra in cerca

- di: Vittorio Massi
 
Campania al voto: Fico unisce il centrosinistra, centrodestra in cerca
Campania al voto: Fico unisce il centrosinistra, centrodestra in cerca

De Luca guarda alle liste. Corsa al 23-24 novembre: Fico chiama tutti al tavolo, De Luca non molla la sua influenza, mentre il centrodestra frena sulla scelta del civico.

La Campania si prepara a un autunno politico rovente: le regionali sono fissate per il 23 e 24 novembre 2025, in contemporanea con la Puglia. Sul versante progressista Roberto Fico accelera e costruisce il perimetro della coalizione, mentre sul fronte opposto il centrodestra resta appeso alla scelta di un candidato civico che tenga insieme le diverse sensibilità.

Chi è Fico, e qual è la sua strategia

Per l’ex presidente della Camera, il primo obiettivo è fare squadra: tavolo di coalizione, confronto sui contenuti, regole chiare sulle liste. L’architettura politica che prende forma punta a otto liste massime, per evitare dispersioni e doppioni: M5S, Pd, Avs, A testa alta, Fico presidente, Casa riformista, Socialisti-repubblicani, area centrista con +Europa. La linea è netta: niente liste civetta, coerenza e riconoscibilità.

Nel merito, Fico mette al centro sanità territoriale, salute mentale, disabilità e mobilità sostenibile. A Napoli, il tema è particolarmente sensibile: la “rivoluzione ciclabile” e una rete di trasporti più efficiente sono considerate leve per connettere meglio i quartieri e ridurre diseguaglianze di accesso a lavoro e servizi.

De Luca senior: la sua eredità e le sue spinte

Vincenzo De Luca esce da due mandati ma non dalla scena: il governatore uscente continua a influenzare il campo riformista, anche grazie al ruolo crescente di Piero De Luca nel Pd regionale. Il nodo è quello delle liste collegate: l’area deluchiana spinge per un doppio contenitore, ma la coalizione sembra orientata a concedere una sola lista di riferimento, per mantenere equilibrio e tenuta complessiva.

Il rapporto con Fico resta competitivo ma necessario: il baricentro si sposta sui programmi e sul dosaggio di esperienze amministrative e innovazione. La scommessa è incanalare l’“eredità” deluchiana in un progetto che si presenti come discontinuità credibile su alcune priorità, senza disperdere il patrimonio di governo.

Il centrodestra non ha ancora un volto, ma punta su civici

Dall’altro lato della barricata, la coalizione guidata dai partiti di governo nazionale è in cerca della quadratura. Cresce la suggestione del candidato civico: circolano i nomi del prefetto Michele di Bari, del rettore della Federico II Matteo Lorito e del commissario Zes Giosy Romano. L’idea è offrire un profilo “terzo” capace di parlare a moderati, mondo produttivo e società civile, limitando al minimo gli attriti interni.

Resta da capire se la scelta arriverà in tempi utili a impostare una campagna coerente su sanità, infrastrutture e lavoro, evitando che la discussione sulle caselle prevalga sui contenuti.

Il campo d’elezione: nodi critici e scenari aperti

Liste e sovrapposizioni. Il centrosinistra deve scongiurare l’effetto “liste gemelle” e personalismi; il centrodestra rischia di arrivare con più candidature in competizione implicita. La regola aurea è semplicità: pochi simboli chiari, missione politica leggibile.

Il timing politico. Con la data ormai definita, ogni settimana pesa: serve una narrazione unitaria attorno a tre-quattro priorità che parlino ai cittadini e non agli addetti ai lavori.

Temi vincenti. Mobilità, sanità territoriale, servizi di prossimità e partecipazione sono i driver percepiti come più urgenti. Chi saprà trasformare le promesse in proposte misurabili potrà guadagnare margine.

Una partita che si gioca su tre assi

La partita campana si gioca su tre assi: unità della coalizione, credibilità programmatica, chiarezza dei candidati. Fico prova a costruire una casa larga ma ordinata; De Luca resta un fattore; il centrodestra punta sull’effetto novità. A novembre, più che gli slogan, peserà la capacità di mostrare cosa cambia davvero per sanità, trasporti e opportunità nei territori. 

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