Proiettile contro don Patriciello durante la messa a Caivano, arrestato un 75enne: “Atto vigliacco”

Un proiettile sparato dall’esterno della chiesa è entrato nel portone e si è conficcato a pochi metri dall’altare, mentre don Maurizio Patriciello celebrava la messa. Un gesto che ha gelato i fedeli e che il sacerdote, da anni simbolo della lotta contro i clan nella Terra dei fuochi, ha definito “una ferita inferta a tutta la comunità”.

Proiettile contro don Patriciello durante la messa a Caivano

L’episodio è avvenuto nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Caivano. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’uomo che impugnava la pistola: si tratta di un 75enne del posto, già noto per episodi di intemperanza e per dissidi personali con alcuni parrocchiani. È stato arrestato poche ore dopo dai carabinieri con l’accusa di minacce aggravate e porto abusivo d’arma da fuoco.

Momenti di paura in chiesa
Il colpo è partito mentre il sacerdote stava per alzare l’ostia. La comunità si è gettata a terra, alcune persone hanno cercato di proteggere i bambini presenti ai primi banchi. Don Patriciello ha interrotto la funzione solo per qualche istante, rassicurando i fedeli: “Restiamo calmi, non abbiate paura”. Nessun ferito, ma il clima di tensione e di intimidazione è tornato a farsi sentire in un quartiere già segnato da anni di violenza e degrado.

Meloni: “Difendere chi serve lo Stato”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà al sacerdote: “Un atto vigliacco, che non può passare sotto silenzio. Il governo sarà al fianco di don Patriciello e di chi combatte ogni giorno per la legalità e la rinascita di Caivano”.

Il ministro dell’Interno ha ordinato di intensificare le misure di protezione per il parroco, già sotto tutela per le minacce ricevute in passato da esponenti della criminalità organizzata.

Il sacerdote: “Non arretrerò”
Nella messa del giorno dopo don Patriciello ha ringraziato le forze dell’ordine e i parrocchiani: “Non lasceremo che la paura ci faccia tacere. Chi spara contro una chiesa non vuole solo colpire un prete, ma seminare terrore in un intero popolo. Continueremo a chiedere giustizia, verità, dignità per la nostra terra”.

Caivano tra speranza e tensione
La città campana vive da anni una difficile lotta contro il radicamento della camorra e contro un degrado sociale che ha trasformato interi quartieri in roccaforti criminali. L’arrivo di don Patriciello, che da sempre denuncia roghi tossici e abusi sui minori, ha segnato una svolta per molti cittadini, ma ha anche attirato contro di lui minacce e intimidazioni. L’attacco in chiesa ha risvegliato vecchie paure, ma ha anche fatto scattare una nuova mobilitazione civile: associazioni e comitati di quartiere hanno convocato per domani sera una veglia di preghiera in piazza.

Il fronte politico: “Un segnale da non ignorare”
L’episodio è stato commentato da tutto l’arco politico. La leader del Pd Elly Schlein ha parlato di “attacco a un presidio di legalità in un territorio difficile”, mentre Giuseppe Conte ha chiesto di “rafforzare la presenza dello Stato nei quartieri più esposti”. Anche esponenti del centrodestra hanno sottolineato la necessità di risposte rapide per garantire la sicurezza di sacerdoti e operatori sociali che sfidano i clan.

Un gesto isolato ma in un contesto fragile
Gli inquirenti escludono per ora il coinvolgimento diretto della criminalità organizzata, ma non sottovalutano il segnale. Un proiettile in chiesa è comunque un atto che riapre ferite mai rimarginate. Le indagini continuano per chiarire eventuali collegamenti del 75enne con ambienti locali.

Caivano si ritrova di nuovo al centro dell’attenzione nazionale: la paura non cancella il bisogno di riscatto, e la figura di don Patriciello resta un punto di riferimento per chi chiede legalità e futuro in un territorio spesso dimenticato dalle istituzioni.