Firenze si prepara a un appuntamento destinato a segnare la stagione culturale del 2026. Dal 14 marzo al 23 agosto, Palazzo Strozzi ospiterà una delle più ampie retrospettive italiane mai dedicate a Mark Rothko, figura centrale dell’arte moderna americana e architetto di un linguaggio che ha trasformato il colore in un’esperienza interiore. La mostra, curata da Christopher Rothko ed Elena Geuna, nasce come un progetto costruito su misura per la città, non come un semplice prestito internazionale ma come un vero dialogo tra l’artista e il luogo che lo accoglie.
Rothko a Firenze: il colore che torna a parlare nella città della misura
Non è un caso che sia stata scelta Firenze. Tra i cortili rinascimentali e il ritmo misurato dell’architettura civile, le tele di Rothko sembrano trovare una risonanza naturale. La città della proporzione e dell’armonia offre lo scenario ideale per un artista che ha fatto del contrasto tra ordine e libertà la cifra della propria ricerca. Palazzo Strozzi, con la sua geometria solida, diventa il contrappunto perfetto alla profondità emotiva dei campi cromatici: un luogo in cui il colore può espandersi, rompere i margini e invitare chi guarda a superare la superficie.
Un percorso che attraversa una vita intera
L’allestimento, progettato con andamento cronologico, permette di ripercorrere l’intero cammino creativo di Rothko. Si parte dagli anni Trenta e Quaranta, quando l’artista si muoveva ancora tra figurazione, influenze espressioniste e tensioni surrealiste, per arrivare alla svolta degli anni Cinquanta: il momento in cui il colore, liberato da ogni struttura narrativa, conquista lo spazio e diventa emozione pura. Gli anni Sessanta consolidano questa traiettoria, trasformando le tele in veri luoghi di immersione, quasi liturgici, capaci di avvolgere lo spettatore in una dimensione sospesa tra silenzio e rivelazione.
Il prestigio dei prestiti internazionali
Le opere arrivano dai musei più importanti al mondo: dal MoMA al Metropolitan di New York, dalla Tate di Londra al Centre Pompidou di Parigi, fino alla National Gallery di Washington. È un tessuto di collaborazioni che dà alla mostra una portata globale e conferma la centralità di Firenze nel circuito internazionale. Insieme ai prestiti istituzionali, ci saranno lavori provenienti da collezioni private raramente esposte, un’occasione che arricchisce ulteriormente l’esperienza del visitatore.
Un incontro tra misura e profondità
Questa mostra non è soltanto un omaggio al maestro, ma un invito a vedere Rothko nel contesto di una città che ha fondato la propria identità sulla disciplina della forma. Il colore di Rothko, radioso e inquieto, trova a Firenze un terreno di confronto inedito: un luogo dove la tradizione incontra l'introspezione, dove la calma apparente della struttura rinascimentale lascia emergere le tensioni di un’arte che chiede ascolto e tempo.
È qui, tra luce e ombra, che Firenze e Rothko si riconoscono: nella capacità di trasformare lo spazio in esperienza e l’osservazione in un gesto quasi spirituale.