Il decreto Milleproroghe porta una boccata d’ossigeno a chi aveva aderito alla rottamazione quater delle cartelle esattoriali ma era decaduto per mancato pagamento. Il Governo ha deciso di riaprire i termini, consentendo a circa 500.000 contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il Fisco. Una misura attesa da tempo, che punta a offrire una nuova possibilità di dilazionare i debiti e scongiurare l’avvio di procedure esecutive, come pignoramenti e ipoteche.
Rottamazione Quater: il Governo riapre le porte ai decaduti, ultima chiamata per mettersi in regola
La riapertura della rottamazione quater arriva in un momento in cui le difficoltà economiche di famiglie e imprese sono ancora evidenti, con il peso della pressione fiscale che continua a rappresentare una delle maggiori preoccupazioni per i cittadini. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, il numero di contribuenti decaduti dai piani agevolati precedenti è significativo, e la mancata possibilità di rientrare avrebbe avuto un impatto negativo non solo sulle loro situazioni finanziarie personali, ma anche sulle stesse casse dello Stato, che rischiavano di vedere vanificato il recupero di una parte consistente del gettito previsto.
Chi può essere riammesso?
Possono presentare domanda di riammissione tutti coloro che avevano aderito alla rottamazione quater ma sono decaduti per il mancato versamento delle rate fino al 31 dicembre 2024. Il provvedimento punta a salvare migliaia di cittadini e imprese da pesanti azioni esecutive, offrendo una nuova finestra temporale per mettersi in regola.
Questa misura non si rivolge solo ai piccoli contribuenti in difficoltà, ma anche a imprese e professionisti che, per ragioni di liquidità, non sono riusciti a rispettare le scadenze dei pagamenti. In un contesto economico in cui l’accesso al credito risulta sempre più complesso e oneroso, la possibilità di riprendere il percorso della rottamazione rappresenta un’opportunità per evitare il blocco delle attività e garantire continuità aziendale.
Come presentare la domanda
Gli interessati dovranno inoltrare un’istanza telematica all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) entro il 30 aprile 2025. L'Ader rilascerà i moduli ufficiali entro venti giorni dalla pubblicazione della legge. È fondamentale rispettare questa scadenza, poiché la presentazione della domanda sospenderà automaticamente eventuali procedure esecutive, comprese azioni come fermi amministrativi e ipoteche.
I contribuenti che intendono aderire dovranno monitorare costantemente il portale dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione per scaricare la modulistica ufficiale e compilare correttamente l’istanza. Eventuali errori o mancate integrazioni della documentazione richiesta potrebbero infatti compromettere la possibilità di rientrare nel piano di agevolazione.
Come funzionerà il pagamento?
Il nuovo piano di rottamazione prevede due opzioni di pagamento:
Pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025.
Rateizzazione in dieci tranche, con scadenze fissate al 31 luglio e 30 novembre 2025, e successivamente 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre degli anni 2026 e 2027.
Sulle rate sarà applicato un tasso di interesse agevolato del 2% annuo, con decorrenza dal 1° novembre 2023. Si tratta di una misura che permette ai contribuenti di spalmare l’impegno economico in un periodo più ampio, evitando il peso immediato di un pagamento integrale in un’unica soluzione.
Una delle questioni da tenere in considerazione è la necessità di rispettare rigorosamente le nuove scadenze, poiché il mancato pagamento di una delle rate comporterà la decadenza definitiva dal beneficio e il ripristino integrale delle sanzioni e degli interessi originari sulle somme dovute.
Un'opportunità strategica per lo Stato
Il provvedimento non è solo un'opportunità per i contribuenti, ma anche una strategia per lo Stato per recuperare miliardi di euro di entrate senza ricorrere a misure coercitive. La riammissione, se gestita correttamente, può rappresentare una soluzione win-win per entrambe le parti.
Secondo le stime del Ministero dell’Economia, la mancata riscossione delle somme dovute attraverso la rottamazione quater avrebbe rappresentato una perdita significativa per le casse dello Stato, che si sarebbe trovata costretta a riavviare una lunga serie di procedure esecutive per cercare di ottenere il recupero forzoso delle somme. Con questa apertura straordinaria, il Governo punta a garantire un afflusso regolare di entrate fiscali, evitando al contempo di mettere in ulteriore difficoltà chi è già alle prese con problemi economici.
Inoltre, la misura si inserisce all’interno di una più ampia strategia di gestione del contenzioso fiscale, che mira a ridurre il numero di cartelle esattoriali pendenti e a garantire un recupero più efficace del gettito, senza dover ricorrere a strumenti coercitivi che spesso si rivelano inefficaci o eccessivamente penalizzanti per i contribuenti.
Un altro elemento da considerare è che questa riapertura potrebbe rappresentare l’ultima chance per i contribuenti in difficoltà, visto che il Governo ha più volte ribadito la volontà di non prorogare ulteriormente i termini della rottamazione. Per chi ha perso il treno della prima fase, questa finestra straordinaria rappresenta un’occasione da cogliere per evitare di dover fare i conti con azioni esecutive più aggressive e difficili da gestire.
Cosa fare per non perdere l’opportunità
Per evitare di incorrere in nuovi problemi e per sfruttare al meglio questa occasione, i contribuenti interessati dovrebbero:
Monitorare il sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione per accedere alla modulistica e alle istruzioni operative.
Verificare la propria posizione fiscale e calcolare l’ammontare esatto delle somme dovute.
Scegliere con attenzione il piano di pagamento più adatto alle proprie esigenze finanziarie.
Assicurarsi di rispettare tutte le scadenze e di effettuare i pagamenti nei tempi previsti, evitando il rischio di una nuova decadenza.
In sintesi, la riapertura della rottamazione quater è un’opportunità importante, ma va gestita con consapevolezza e precisione. I contribuenti hanno ora la possibilità di mettersi in regola e di chiudere definitivamente i propri conti con il Fisco, senza incorrere in sanzioni e aggravi ulteriori.