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Mosca scettica sulla tregua in Ucraina: “Servono garanzie”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Mosca scettica sulla tregua in Ucraina: “Servono garanzie”

La proposta di una tregua di 30 giorni nel conflitto in Ucraina, emersa dai colloqui di Gedda, ha incontrato un'accoglienza fredda da parte di Mosca, che sottolinea la necessità di precise garanzie prima di considerare qualsiasi cessate il fuoco. Il Cremlino si muove con cautela e guarda con sospetto alle dinamiche internazionali che cercano di influenzare la sua strategia, confermando la volontà di mantenere il controllo sulle decisioni legate al conflitto.

Mosca scettica sulla tregua in Ucraina: “Servono garanzie”

Una fonte russa di alto livello ha spiegato che il presidente Vladimir Putin avrebbe difficoltà ad accettare un'interruzione delle ostilità senza prima definire i termini e ottenere assicurazioni concrete.

La diffidenza nei confronti di iniziative diplomatiche maturate al di fuori della Federazione Russa è stata ribadita con forza dalla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha precisato come “la formazione della posizione di Mosca non avviene all’estero, ma all’interno della Federazione Russa”. Una dichiarazione che suona come un monito agli interlocutori internazionali e conferma la linea adottata dal Cremlino fin dall’inizio del conflitto: nessuna decisione verrà presa sotto pressioni esterne.

Nonostante lo scetticismo russo, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha definito i colloqui di Gedda un “passo avanti importante” nel tentativo di trovare una soluzione diplomatica al conflitto. Per la comunità internazionale, l’incontro rappresenta un'opportunità per mantenere aperti i canali del dialogo e testare la reale disponibilità delle parti a negoziare un compromesso. Tuttavia, la freddezza con cui Mosca ha accolto l’ipotesi della tregua indica che la strada verso un accordo rimane complessa e piena di ostacoli.

La richiesta di garanzie da parte russa conferma che il Cremlino non intende cedere il passo senza ottenere contropartite precise, sia sul piano militare che su quello politico. Le condizioni poste da Mosca per un eventuale cessate il fuoco potrebbero riguardare la sicurezza delle regioni occupate, il riconoscimento delle nuove realtà territoriali e l’impegno dell’Ucraina e dei suoi alleati a rispettare determinati equilibri geopolitici. Questi elementi rendono difficile immaginare un’immediata accettazione della tregua senza un complesso lavoro diplomatico che possa soddisfare entrambe le parti.

A Gedda si è cercato di costruire un terreno comune per un possibile accordo, ma la distanza tra le posizioni di Kiev e Mosca resta ampia. L’Ucraina chiede il ritiro delle truppe russe dai territori occupati e il ripristino della propria sovranità, mentre la Russia continua a insistere sulla necessità di considerare i “nuovi confini” emersi dal conflitto. Il dialogo resta aperto, ma le prospettive di un'intesa concreta appaiono ancora lontane, con Mosca determinata a non lasciarsi trascinare in negoziati che possano compromettere i suoi obiettivi strategici.

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