Un attacco aereo israeliano ha colpito una scuola nel quartiere di Al-Daraj, nel cuore di Gaza City, provocando almeno 36 morti. La struttura, secondo quanto riferito dall’agenzia palestinese Wafa, ospitava famiglie sfollate in fuga dai combattimenti nelle aree meridionali e centrali della Striscia. La notizia è stata confermata da fonti locali, anche se non esistono per ora verifiche indipendenti sul numero delle vittime. Le immagini che circolano mostrano un edificio semidistrutto, ambulanze in difficoltà tra le macerie e soccorritori improvvisati che trasportano i corpi avvolti in lenzuola. Il Ministero della Sanità di Hamas parla di “una nuova strage contro civili”, mentre le forze armate israeliane confermano l’attacco, definendolo “mirato contro miliziani”.
Strage in una scuola a Gaza: 36 morti, Netanyahu: 'Annuncio sui rapiti in arrivo'
Contemporaneamente, l’esercito israeliano ha lanciato una nuova fase dell’offensiva nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, definendola “un’operazione senza precedenti”. Le Forze di Difesa Israeliane hanno ordinato l’evacuazione immediata da alcuni quartieri della città, dove si temono combattimenti ravvicinati e un’intensificazione dei bombardamenti. Decine di migliaia di civili si sono messi in marcia verso Rafah, già sotto pressione umanitaria e logistica. Il portavoce militare israeliano ha dichiarato che l’obiettivo è “disarticolare le ultime sacche operative di Hamas nella zona sud”, ma la comunità internazionale guarda con crescente allarme al deteriorarsi della situazione umanitaria.
Assalti di giovani estremisti a Gerusalemme
Nel frattempo, la tensione si è estesa anche a Gerusalemme. In occasione del Giorno di Gerusalemme, decine di giovani israeliani appartenenti a gruppi di estrema destra hanno preso d’assalto negozi e residenti arabi nella Città Vecchia. Secondo testimoni oculari e video circolati sui social, i giovani hanno intonato cori d’odio e insultato commercianti musulmani, in un’escalation di violenza che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. La polizia israeliana ha confermato che sono in corso indagini per identificare gli aggressori, mentre la stampa locale parla di una spirale pericolosa che rischia di incendiare ulteriormente la convivenza nella capitale contesa.
Witkoff smentisce: nessun accordo con Hamas
Mentre la diplomazia internazionale cerca spiragli per un cessate il fuoco, l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Amos Witkoff, ha smentito le voci secondo cui Hamas avrebbe accettato una proposta di tregua e rilascio degli ostaggi. “Non c’è alcun accordo, nessuna firma”, ha dichiarato Witkoff in una conferenza stampa a Tel Aviv. Le indiscrezioni erano state diffuse da media arabi, ma secondo fonti statunitensi si tratta di trattative ancora in corso, con molte resistenze da entrambe le parti. L’ambasciatore ha comunque aggiunto: “Ci sono possibilità, ma siamo lontani da un’intesa. Serve una volontà reale”.
Netanyahu: “Possibile annuncio sugli ostaggi”
Il Primo Ministro israeliano ha invece lasciato intendere che un nuovo sviluppo sulla vicenda dei rapiti potrebbe arrivare entro poche ore. “Spero di poter fare un annuncio importante oggi o al massimo domani”, ha detto Benjamin Netanyahu in un breve intervento trasmesso dalla televisione pubblica. Il riferimento è al rilascio dei prigionieri israeliani ancora detenuti da Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre. “La nostra priorità resta riportarli a casa. Non c’è pace possibile finché non saranno liberi”, ha ribadito il premier, che continua a difendere l’azione militare come parte di una strategia necessaria per neutralizzare le capacità offensive dell’organizzazione islamista.