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Terrassa, stop ai gatti neri per Halloween

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Terrassa, stop ai gatti neri per Halloween

A Terrassa, Catalogna, una mezz’ora scarsa a nord di Barcellona, il Comune ha deciso di mettere in pausa le adozioni dei gatti neri nel periodo più “magnetico” dell’anno: dal 1° ottobre al 10 novembre. Non c’è l’eco di un caso clamoroso, nessuna cronaca di riti o crudeltà. C’è piuttosto la lettura di un segnale: in quel mese le richieste schizzano in alto, come se il calendario dettasse improvvisamente desideri e simboli. Il Centre d’Atenció d’Animals Domèstics lo rileva da anni. E il Municipio ha scelto la via più semplice e più esposta alle polemiche: rallentare per proteggere.

Terrassa, stop ai gatti neri per Halloween

È una misura temporanea, e non è un divieto assoluto. Il regolamento consente eccezioni, ma solo dopo una valutazione accurata del “curriculum” dell’adottante, delle condizioni di vita, della capacità di garantire cure e stabilità. È l’opposto dell’adozione d’impulso: la logica del filtro invece dell’entusiasmo a scadenza. Perché qui, più che la paura del rituale, pesa la paura del pentimento: un animale preso per moda stagionale e restituito quando la scenografia di Halloween va in soffitta.

Tra mito e quotidiano
Nel racconto occidentale il gatto nero continua a portarsi addosso un’aura di sfortuna e stregoneria. Altrove, come in Giappone, è al contrario promessa di prosperità. Terrassa non entra nel merito delle credenze. Fa un passo diverso: riconosce che certe immagini, in certi giorni, possono spingere comportamenti reali. E allora lima l’attrito tra immaginario e vita degli animali con un atto amministrativo piccolo, ma concreto: un mese di prudenza.

Halloween e l’effetto amplificatore
La notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre è diventata un evento globale. Sui social, nei negozi, nelle scuole: zucche, maschere, palette arancioni. In questo flusso anche il gatto nero, emblema di mistero, diventa un oggetto del desiderio. Il centro comunale nota che proprio lì, in quel corridoio di settimane, arrivano domande di adozione in numeri anomali. Non è di per sé un male. Ma gli operatori sanno che quando l’onda si alza troppo in fretta lascia spesso sulla riva rinunce e abbandoni. La pausa serve a far decantare l’entusiasmo e tenere al centro l’animale, non l’estetica della festa.

La responsabilità come patto
Il documento che ufficializza la scelta parla chiaro: l’adozione è un impegno, non un accessorio narrativo. L’eccezione sarà possibile solo se i dirigenti del centro potranno assicurare la sicurezza del gatto, la continuità delle cure, la compatibilità dell’ambiente. È un rovesciamento gentile: il cittadino non è respinto, è chiamato a dimostrarsi affidabile. E se lo è davvero, la porta si apre. La burocrazia qui non irrigidisce: educa.

Un precedente “leggero” che può fare scuola

Altri comuni europei hanno discusso misure analoghe, spesso informali. Terrassa la mette nero su bianco e lo fa con una soluzione a tempo: nessun marchio sul gatto, nessuna crociata contro Halloween. Solo un promemoria civile: gli animali non sono supplenti delle nostre simbologie. Non servono a completare il set di una festa. La città, 200mila abitanti, abituata a crescere, a integrare, ad aprire servizi, sceglie per una volta di sospendere. E proprio nella sospensione costruisce una forma nuova di attenzione.

La pedagogia delle scelte piccole
Non è il provvedimento che cambia il mondo. Ma racconta il lavoro silenzioso delle politiche locali, quelle che non dividono in tifoserie ma sgranano le sfumature. A chi grida all’eccesso di zelo, Terrassa risponde con la misura: chi vuole adottare davvero può farlo, se passa per un colloquio, se porta la sua storia, se accetta che un essere vivente non è un “tema”. A chi chiede più rigidità, il Comune ricorda che gli stereotipi si curano anche con fiducia, non soltanto con i divieti.

La vita oltre l’icona
Nelle stanze del centro, i gatti neri restano gatti: morbidi, diffidenti, curiosi. Non sanno nulla di superstizioni, né di hashtag. Hanno bisogno di cibo, di cure veterinarie, di una casa che non cambi idea a novembre. In fondo la pausa di Terrassa ha questo scopo: far coincidere la promessa dell’adozione con la durata dell’affetto. Tenere insieme la città e la sua immaginazione. Lasciando che l’iconografia di Halloween resti sugli scaffali, e che gli animali restino nelle braccia giuste, al riparo dal rumore di una stagione.

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