Supercalifragilistichespiralidoso anche se ti sembra che abbia un suono spaventoso

- di: Barbara Leone
 
“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”… Ma ce ne vuole una vagonata di zucchero per mandar giù la pillola sdoganata dal British Board of Film Classification (Bbfc), l’ente pubblico britannico preposto a classificare i titoli audiovisivi secondo le regole della censura, che a ben 60 anni dall’uscita ha cambiato la classificazione di “Mary Poppins” da film per tutti a film da guardare accompagnati. Il motivo? E’ discriminatorio. Proprio così. Al di là della Manica il capolavoro con Julie Andrews e Dick Van Dyke, che da decenni allieta le serate dei bimbi di mezzo mondo ammaliati dalle avventure della governante più famosa di Londra, è considerato un film discriminatorio.  E quindi passa da pellicola U, che sta per universale, diventa pellicola PG, ovvero parental guidance. Oibò, vero è che son passati secoli dall’ultima volta che l’ho visto, eppure pensa e ripensa non mi viene proprio in mente nulla che sia neanche vagamente discriminatorio. Mumble mumble… Che cosa si sono inventati a sto giro? “Ottentotti”! E’ questa la parola incriminata. Parola che all’epoca era usata dagli europei bianchi per indicare i popoli nomadi dell’Africa meridionale. E che nel film viene usato non una ma, udite udite, ben due volte dall’ammiraglio Boom, veterano della Marina che pensa di essere ancora al comando di una nave, per riferirsi agli spazzacamini con la faccia nera di fuliggine. Forse, e dico forse, questa cosa del politicamente corretto ci sta sfuggendo di mano.

Chi sarà il prossimo? “Orzowei”, “Radici”, “Via col vento”, “Il gobbo di Notre Dame”? Perché se uno ci si mette di piglio la lista è lunga. Volendo si può trovare un che di discriminatorio anche in Rin tin tin visto che gli indiani non ne escono esattamente come degli eroi. Vogliamo discriminare gli indiani, signori? Anche no eh, fuori Rin tin tin tin! Che poi, giusto per dire, ma veramente un bambino di cinque anni sa cosa siano gli ottentotti? Perché, sempre giusto per dire, mi viene il dubbio che neanche la stragrande maggioranza degli adulti lo sa. Almeno finora. E quindi, se la vogliamo analizzare bene, nell’accusa di discriminazione c’è l’essenza della discriminazione stessa. Primo perché, sotto sotto, ci fa sentire ingnorantelli un po’ tutti. Secondo perché alla fine della fiera a sti poveri ottentotti fino a ieri non se li cagava nessuno. 

Ma soprattutto: davanti alla maleducazione imperante, davanti all’aggressività, alla cattiveria gratuita che dilaga in ogni dove… davvero c’è qualcuno che pensa che il problema sia Mary Poppins? Mica, per carità, che stiamo allevando degli incivili. E che nove volte su dieci siamo noi stessi incivili. Siamo alla follia! Ad un livello talmente basso di presunto reset culturale che tra qualche decennio finirà nei manuali di psichiatria, e non di quella infantile. Roba da Tso per questi geni del politcally correct, che continuano imperterriti a imporre dei warning o addirittura a proibire vecchi film o addirittura le favole per i bambini, che peraltro appartenevano a quel periodo e a quel contesto. O che vogliamo fare: vogliamo eliminare dai libri di storia tutto? Ma poi: come mai per i trapper, o come diavolo si chiamano loro, che con parole impronunciabili incitano all’odio e alla violenza, molto spesso nei confronti delle donne, nessuno si indigna? Zero censura, anzi. Li osanniamo pure nei recenti Festival di Sanremo. Forse perché tornano comodo ai sostenitori delle cosiddette narrazioni alternative, quasi sempre macroscopicamente contraddittorie, ma che evidentemente fruttano potere in determinati ambiti? Com’è che disse quel tale? A pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. Senza contare che, a voler esser apodittici, verrebbe da dire che nessuna cosa vista negli ultimi cinquant’anni è politicamente corretta. Ergo: censuriamo il mondo! Intanto mi consolo con… Supercalifragilistichespiralidoso anche se ti sembra che abbia un suono spaventoso. Peccato che ad esser spaventoso è il pensiero unico che giorno dopo giorno, impalpabilmente e meschinamente, ci vogliono imporre. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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