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Manovra in stallo: scontro sul contributo delle banche

- di: Vittorio Massi
 
Manovra in stallo: scontro sul contributo delle banche
Manovra in stallo: scontro sul contributo delle banche
La maggioranza litiga, i mercati si innervosiscono: il nodo banche decide tempi e contenuti della legge di bilancio.

Il varo della legge di bilancio arriva al fotofinish ma la trattativa sul contributo del sistema finanziario frena tutto. L’esecutivo punta a ottenere risorse aggiuntive da banche e assicurazioni per sostenere le misure cardine della manovra, ma gli equilibri politici e l’andamento dei mercati rendono la partita delicatissima.

Il nodo banche e le cifre in gioco

L’ipotesi di lavoro prevede di liberare accantonamenti di capitale per circa 6,5 miliardi, producendo gettito da tassazione ordinaria stimato in poco oltre 1,2 miliardi. A questa leva si affiancherebbe, in discussione, un prelievo aggiuntivo compreso tra il 26% e il 27,5%, che potrebbe valere altri 1,6–1,7 miliardi. Nel perimetro complessivo l’obiettivo politico resta un apporto di circa 4,5 miliardi dall’insieme di banche e assicurazioni.

Gli istituti respingono nuove imposte straordinarie e preferiscono soluzioni tecniche come la gestione pluriennale delle Dta per diluire l’impatto. Il lessico è tutt’altro che neutro: si evita accuratamente la parola “tassa”, mentre circolano formule come “contributo concordato”.

Le frizioni nella maggioranza

La linea moderata ribadisce che “non ci saranno tasse sugli extraprofitti”, assicurazione attribuita al ministro dell’Economia nelle riunioni di queste ore, come riferisce Antonio Tajani. Dal fronte sindacale del credito, il segretario della Fabi Lando Sileoni invita alla prudenza: “Attenti a usare la parola tassa”. Nel mondo produttivo, il numero uno di Confindustria Emanuele Orsini promuove il ritorno agli incentivi per gli investimenti: “È una buona via che aiuta le nostre imprese”. La ministra del Lavoro Elvira Calderone assicura sul tavolo contrattuale: “Stiamo limando le norme insieme al Mef”.

Mercati e credito: perché Piazza Affari scruta la manovra

Le banche restano al centro del listino: secondo giorno di vendite sui titoli del credito e riflessi anche sulle assicurazioni. Gli operatori prezzano il rischio di un intervento percepito come punitivo e, al tempo stesso, il beneficio di un compromesso che liberi capitale senza deprimere la redditività. Il segnale è chiaro: la formula del contributo determinerà il sentiment nelle prossime sedute.

Irpef e rottamazione: i contorni che prendono forma

Sull’Irpef si ragiona sulla sterilizzazione dei vantaggi per i redditi più alti oppure su una modulazione che preservi l’universalità del beneficio. La rottamazione, bandiera della Lega, riguarderà il 2023 e dovrebbe concentrarsi su mancati versamenti, lasciando fuori gli accertamenti.

Pensioni, Isee e capitoli sensibili

La sterilizzazione selettiva dell’aumento dell’età pensionabile resta un cantiere. L’ipotesi di una salita “a gradini” di un mese l’anno è considerata difficile; sul tavolo ci sono le esclusioni per lavori usuranti, precoci e per chi ha già compiuto 64 anni. Per l’Isee si rafforza la rotta per escludere la prima casa: tra le soglie valutate, il valore catastale a 95.000 euro appare più coerente con l’obiettivo di tutela dei nuclei a reddito medio.

Incentivi alle imprese e rinnovi

Il ritorno a iper e superammortamento si attesta su 4 miliardi, un segnale atteso dal sistema produttivo per sostenere innovazione e transizione 4.0. Restano da definire tempi e platee. Per i rinnovi contrattuali si confermano 2 miliardi di sostegno, con il Mef impegnato a limare i dettagli applicativi.

Scadenze istituzionali e margini di manovra

Il Dpb deve transitare verso Bruxelles in queste ore. Il Consiglio dei ministri è in agenda per venerdì mattina, ma non è escluso un slittamento tecnico dell’approdo parlamentare entro la finestra del 20 ottobre se la mediazione sul contributo bancario richiedesse ulteriori aggiustamenti.

Cosa cambia per famiglie e imprese

Se passerà la linea della liberazione degli accantonamenti con prelievo contenuto, il credito potrà sostenere l’economia senza scossoni, favorendo l’accesso a mutui e finanziamenti. Un irrigidimento fiscale, invece, rischierebbe di irrigidire l’offerta di prestiti proprio quando servono investimenti e consumi. Per i contribuenti pesano l’assetto finale di Irpef e rottamazione; per i pensionandi, la definizione delle deroghe; per le famiglie con casa di proprietà, la soglia Isee potrà fare la differenza.

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