Baglietto

- di: Germana Loizzi
 

Mega e Super Yacht, l’eccellenza è qui.
Michele Gavino, Ad del Gruppo: “Innovazione, tecnologia, sostenibilità e spirito creativo”.

 

L'acquisizione del Cantiere Baglietto da parte del Gruppo Gavio, nel 2012, ha segnato un nuovo importante inizio per la storia del brand, primario nella nautica mondiale per quanto riguarda gli yacht (in particolare mega e super yacht), ricollocandolo tra i maggiori cantieri a livello internazionale. Nel marzo 2018 lei ha reso noto che “dal 2012 abbiamo fatto oltre 22 milioni di investimenti nelle infrastrutture e 3 milioni in ricerca e sviluppo, perché solo così si può cercare di proporre cose nuove. Questa storia è anche uno dei motivi per cui gli armatori ci cercano”. La fortissima crisi che il settore nautico ha patito - a tutti i livelli - durante la grande recessione appare davvero superata. Per quanto riguarda Baglietto qual è oggi la situazione a livello di conto patrimoniale ed economico e quali le prospettive che può indicare? In altre parole, in termini di business si sono iniziati a vedere i ritorni di questi importanti investimenti? 
Sì, i risultati di questi investimenti si sono visti nel corso degli ultimi anni anche grazie all’acquisizione di nuovi ordini e nuove costruzioni.
Tutto ciò ci ha permesso di puntare ad un riassetto del conto economico: lo scorso anno, per la prima volta, abbiamo constatato un MOL positivo. Puntiamo, tra quest’anno e il prossimo, al pareggio di bilancio e dobbiamo continuare a lavorare sulla strada intrapresa. L’acquisizione del Cantiere Baglietto da parte della famiglia Gavio ha rappresentato un passaggio fondamentale per questa azienda e che ci ha permesso di investire: proprio ora stiamo iniziando la costruzione di un nuovo capannone che permette di realizzare superyacht fino ai 65 metri per un totale di 2,5 milioni di investimento. Si deve continuare su questa strada se si vogliono mantenere livello e risultati all’altezza della nostra storia.

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estando sui corposi investimenti effettuati, sono state potenziate le infrastrutture del cantiere di La Spezia, in particolare attraverso la bonifica dell’intero sito produttivo ligure, che si estende oggi per 35mila mq, la realizzazione di due capannoni per la costruzione al coperto di scafi fino a 65 metri e di banchine attrezzate per ospitare yacht fino a 70 metri. Un progetto di enorme rilievo che ha comportato diversi anni di lavoro, coronato con una nuova e rinnovata darsena di oltre 3mila 600 mq con due banchine di 85 metri, con un notevole aumento della capacità di ormeggio. Contestualmente è stata riavviata a pieno regime l’attività produttiva del cantiere: Baglietto conta oggi su circa 50 dipendenti e si avvale di maestranze esterne per circa 200 persone. Alla luce di tutto ciò, con una infrastruttura di questo genere su quali tipi di yacht punta maggiormente Baglietto per il presente e il futuro, nell’ambito delle cinque linee (T-Line, V-Line, Fast, Explorer Yacht e Mv) offerta dal cantiere? Quali segnali arrivano in questo senso dal mercato?
Il nostro obiettivo è quello di incrementare la metratura e la costruzione di nuovi capannoni va proprio in questa direzione.
Non prediligiamo una linea di prodotto rispetto ad altre, continuiamo a puntare fortemente per passione sulla linea Fast, la quale rappresenta la linea delle barche veloci che ha contraddistinto la storia di questo cantiere e la storia di Baglietto negli ultimi anni, pur consapevoli che oggi gli armatori in cerca di barche veloci sono diventati una minoranza. C’è, infatti,  molta più attenzione ai consumi e alla ricerca di volumi, e questi ultimi, si sa, non vanno molto d’accordo con la velocità: più una barca è voluminosa minore è la velocità, indipendentemente dalla linea di prodotto.
Puntiamo a delle misure maggiori perché si tratta di progetti che danno maggior risalto al Cantiere: sono molto pochi nel mondo i cantieri che riescono a realizzare un prodotto di 55, 60 o 65 metri.
I segnali che arrivano dal mercato sono contrastanti: se da una parte il il fattore economico, rispetto a tanti anni fa, è sicuramente è migliorato non altrettanto il panorama politico internazionale con tutte le tematiche che ne conseguono. Ed è questo tema a preoccupare maggiormente noi ed i nostri clienti. Dalla politica di Trump con i dazi alla “guerra economica” nei confronti di Europa e Cina da parte degli Stati Uniti, dalla Brexit ad un’Europa più debole economicamente e politicamente di Stati Uniti e Cina (e proprio la Brexit ne è la dimostrazione). Lo scenario non è certo dei migliori. Il nostro lavoro si basa su due o tre contratti all’anno ed altrettante consegne.
Negli ultimi anni abbiamo stretto molti contatti nei mercati nord e centro americani, chiudendo due importanti trattative con armatori del posto e conoscendo nuovi potenziali acquirenti.

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aglietto, la cui storia straordinaria ha inizio nel 1854, quando Pietro Baglietto decise di intraprendere la costruzione di piccoli scafi nel giardino della propria casa, è un marchio primario che è stato sempre sinonimo d’innovazione, autentico spirito creativo e genio tecnico, oltre che sostenitore di ricerca e sviluppo. In tema di innovazione, sia tecnologica che stilistica, quali sono gli elementi più avanzati e caratterizzanti della produzione odierna e del prossimo futuro del Gruppo?
Innovazione e tecnologia sono tematiche importantissime e richieste. I nostri armatori sono in larga parte industriali, imprenditori e persone appartenenti al mondo della finanza o del real estate, persone quindi  abituate a lavorare in ambiti nei quali la tecnologia e l’innovazione sono alla base della loro quotidianità. C’è anche da dire che entrambe vanno inserite in maniera corretta: noi vendiamo un prodotto di nicchia, grazie al quale l’armatore cerca di vivere dei momenti di relax e di gioia uniti alla passione per il mare e non vuole di certo imprevisti. L’innovazione, quindi, va dosata; non devono esserci sperimentazioni. Se unsistema di bordo subisce un guasto in piena vacanza di certo non è una cosa gradevole. Innovare quindi si ma in maniera ponderata e con i giusti tempi. La situazione ideale si crea quando l’armatore decide da subito quali tipi di innovazione introdurre sulla sua imbarcazione, sin dallo sviluppo iniziale della sua imbarcazione insieme al cantiere: in questo modo siamo sicuri di sviluppare un prodotto pensato bene, studiato nei minimi dettagli e che possa soddisfare appieno l’armatore.
Sulle motorizzazioni e propulsioni, rispetto a qualche anno fa, abbiamo raggiunto un considerevole livello di affidabilità anche grazie al fatto che i grandi produttori e le grandi case motoristiche in ambito navale e yachting si sono accorte delle diverse necessità dei cantieri, e ora ci offrono delle soluzioni già integrate con livelli di garanzia che vanno dai due ai cinque anni.
Questo processo è dovuto anche al valore di investimento significativamente maggiore del quale può avvalersi una grande casa costruttrice di motori rispetto ad un “piccolo” cantiere, fermo restando che anche noi ci siamo addentrati in questo sentiero e quest’anno abbiamo varato e stiamo per consegnare la prima imbarcazione ibrida della storia del Gruppo, lo yacht CCN Vanadis, varato qualche settimana fa ed in consegna   a metà luglio al suo armatore. In questo caso è stato proprio l’armatore a chiedere che la sua imbarcazione fosse composta da sistemi di propulsione ibrida. Quando c’è la volontà ed una precisa richiesta da parte del proprietario è ancora più facile proporgli soluzioni di livello tecnologicamente avanzate ed innovative.

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el settore della nautica la famiglia Gavio è presente, oltre che con il marchio Baglietto, anche con il brand Ccn (con sede a Carrara e che da sempre si distingue per la costruzione di imbarcazioni in vetroresina da 86’ e 102’), e con Bertram, iconico marchio americano specializzato nella costruzione di imbarcazioni sportfisherman. Nel luglio 2016, poi, l’acquisizione della nuova sede americana a Tampa, in Florida, per mantenere il marchio Bertram strettamente legato alla sua storia d’origine, tanto che il team Bertram è americano e così il suo designer, Michael Peters. Insomma, una tastiera ampia in grado di coprire i segmenti specifici del mercato nautico di alta qualità. Quali le sinergie operative e le complementarietà tra i tre marchi?
In qualità di Amministratore Delegato di Baglietto ho la responsabilità  di seguire, da lontano e da vicino, tutti e tre i marchi e di proseguire sulle sinergie operative che stiamo portando avanti con successo.
Dal punto di vista operativo non c’è nulla che si decida al di fuori e che non venga condiviso con me e con l’azionista, mentre dal punto di vista della sinergia di prodotto, questa “unione” non è possibile totalmente in quanto Bertram dispone di materiali completamente diversi da quelli utilizzati da Baglietto e CCN per realizzare gli yacht.
Nulla vieta però, ad esempio, di collaborare con Bertram per quanto riguarda gli interni grazie ai nostri architetti e designer.
Bertram è un brand 100% americano, vogliamo mantenerlo tale e contemporaneamente desideriamo dare un certo tipo di eleganza al marchio, cercando di farlo emergere e contraddistinguere dagli altri prodotti realizzati negli Stati Uniti.
CCN e Baglietto condividono operatività importanti: CCN produce la barca che, una volta varata viene trasferita nel cantiere Baglietto e da quel momento tutte le attività previste a partire dall’allestimento finale, dalla prove in mare fino alla consegna all’armatore, vengono svolte qui.  Ccn costruisce in massima parte imbarcazioni inferiori ai 40 metri, mentre Baglietto parte dai 40m per arrivare ai 70m; tuttavia ci sono una serie di piattaforme navali, fra i 35 ed i 40 metri, nelle quali le due aziende possono offrire prodotti analoghi..

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aglietto, il marchio del Gabbiano, si basa su una triade vincente: stile italiano, design e innovazione. Insomma grande qualità per offrire progetti dalla forte impronta ‘Made in Italy’. Qual è, dal suo punta di vista di osservazione privilegiato, il peso del ‘Made in Italy’ nel settore degli yacht, in particolare dei mega e super yacht?
Il peso del ‘Made in Italy’ è totale. È così importante che i cantieri del Nord Europa richiedono costantemente dei tecnici e subappaltatori italiani. Diventa fondamentale riuscire a mettere insieme il meglio delle capacità delle aziende italiane, piccole o grandi che siano, cosa non affatto facile né scontata: quando parliamo di ‘Made in Italy’ ci riferiamo a tantissime realtà fatte da veri artigiani che tuttavia operano in una dimensione ancora estremamente piccola. Si tratta di realtà poco imprenditoriali e molto artigianali, da guidare e portare per mano giorno dopo giorno. Alla fine il risultato è eccezionale, con un livello di finitura dei dettagli perfetto, ma si tratta di un lavoro che bisogna costantemente monitorare.
Anche il ‘Made in Italy’ deve crescere ed è una delle azioni principali che stiamo cercando di portare avanti nel settore nautico anche insieme a Nautica Italiana.
Per il prodotto di 55 metri che abbiamo appena varato abbiamo invitato al varo 30 rappresentanti delle 30 ditte che hanno lavorato sul progetto: è proprio questo il motivo che ci permette di dire che il ‘Made in Italy’ è così importante. Molte altre filiere in Italia (come il settore delle automobili, per esempio, oppure dell’arredamento) sono basate su questi stessi principi.

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icerca e sostenibilità rappresentano mission cruciali del Gruppo, che ha già in atto alcune partnership scientifiche volte a verificare la possibilità di impiego di materiali innovativi e nuove tecnologie. Può farci il punto della situazione sul presente e sull’immediato futuro su questi due punti cruciali?
La sostenibilità è un tema al quale siamo arrivati tramite Nautica Italiana e SYBAss, l’organizzazione internazionale che riunisce i grandi cantieri costruttori di yacht nella quale siamo anche noi e con la quale stiamo lavorando su progetti molto importanti. Entro il 2021 anche le imbarcazioni sotto le 500 tonnellate rientreranno in un contesto di controllo e limitazione delle emissioni.
Importantissimo è anche il tema dei materiali: la barca dovrà essere riciclabile alla fine del suo ciclo di vita. Le imbarcazioni che produciamo durano per decenni, quindi lo yacht che variamo quest’anno può navigare per i prossimi 40 anni. Applichiamo su questi prodotti delle normative come se fossero delle navi a tutti gli effetti. Stiamo lavorando per rendere la barca, nel giorno in cui verrà smantellata, il  più riciclabile possibile: noi utilizziamo principalmente materiali metallici e tantissimo legno che, se trattati bene, sono possono essere riciclati in molti modi.
Questo processo non è affatto facile, non a caso questa nuova iniziativa di SYBAss sta andando incontro a tutti i cantieri per dar loro degli strumenti di controllo e verifica su tutti i materiali potenzialmente riciclabili, una sorta di indice basato sul tipo di propulsione, sul tipo di sistema tecnologico adottato, sui materiali utilizzati a bordo e quant’altro. Un indice indispensabile per capire e comprendere pienamente quanto effettivamente il prodotto sia sostenibile.

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ei ha affermato che non puntate su grandi volumi ma sulla qualità totale delle produzioni nautiche. In termini di volumi, qual è la vostra produzione annuale media ottimale? Qual è al momento il livello degli ordini?
Possiamo costruire contemporaneamente sei yacht o super yacht dai 40 ai 70 metri. In questo momento abbiamo tre ordini e due costruzioni “in speculazione”, ancora senza un proprietario: quest’ultima è una modalità che adottiamo spesso perché non sempre un armatore che sceglie una barca intende seguire ed attendere una costruzione che può andare da un minimo di due a un massimo di quattro anni a seconda delle dimensioni della barca. Quindi iniziamo molte volte a costruire in speculazione per abbreviare questo periodo ed offrire al mercato un prodotto quasi pronto: è un processo, ad esempio, che abbiamo sviluppato lo scorso anno con il 48 metri iniziato in speculazione nel 2016, venduto ad agosto e poi consegnato a novembre 2018. Tutto ciò è dovuto al fatto che non sempre ci sono armatori disposti ad aspettare due o più anni per avere il proprio prodotto.
Per quanto riguarda gli ordini, attualmente abbiamo un 55 metri, un 54 metri ed un 40 metri. Il 55 metri verrà consegnato tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, e gli altri due nel corso del 2020.
Abbiamo, inoltre, un 48 metri in fase avanzata previsto per il 2020 ed un 43metri Fast Line in costruzione che avevamo fermato in attesa di decisioni e che stiamo rimettendo in costruzione per una consegna prevista entro la fine del 2021, questi ultimi due entrambi in speculazione.

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he cosa rappresenta per il Gruppo l’aver ottenuto dal Rina il certificato di conformità ISO 9001:2015?
Baglietto era già certificata ISO 9000 in precedenza, poi l’azienda ha perso il certificato  nel 2010 per le note vicende di mercato e di difficoltà aziendali.. Abbiamo voluto fortemente certificare di nuovo l’azienda perché è un fattore indispensabile che ci permette di muoverci anche in ambiti che non sono prettamente collegati ad armatori che vogliono comprare degli yacht o dei super yacht e che ci permette anche di partecipare ad altri tipi di attività, non ultima il contratto vinto recentemente con Fincantieri per la fornitura di due barche militari di 15 metri ciascuna che saranno a bordo della nuova Ammiraglia della Marina Militare Italiana, la Nave Trieste, varata alla fine di maggio.
Essere certificati ISO 9001 è una condicio sine qua non per partecipare a determinate gare di appalto, anche con enti dello stato che vogliono acuisire certi tipi di barche.
Inoltre ci permette ovviamente di mantenere il processo progettuale e produttivo sotto controllo e sviluppare ulteriormente attività di miglioramento che senza certificato non potremmo realizzare.

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aglietto è stato insignito del premio 100 eccellenze italiane 2107: un riconoscimento importante. Che significato ha per voi?
Ha avuto e ha un grande significato. Le altre 99 eccellenze erano nomi di spicco industriale e non solo del panorama italiano: essere accomunati a questo tipo di realtà e persone di cultura che hanno ricevuto questo riconoscimento per noi è importantissimo.
Questo è un brand fantastico, con una storia che possono vantare in pochi in Italia. Basti pensare che è stato fondato nel 1854, ha vissuto tutta la storia della monarchia e successivamente quella della repubblica, oltre a due Guerre Mondiali.
Siamo un’eccellenza perché siamo ancora presenti nel nostro territorio con prodotti eleganti e all’avanguardia.
Un altro aspetto fondamentale è avere alle nostre spalle un azionista che crede nel brand, nel prodotto e nel futuro e che continua ad investire per noi è la benzina che ci fa muovere e ci fa lavorare bene.

L
a digitalizzazione sta cambiando radicalmente i parametri della vita economica e sociale, con una rivoluzione - peraltro appena iniziata - sia nelle produzioni che nei servizi. Quale impatto sta avendo la rivoluzione digitale nel settore nautico? E, nello specifico, qual è stato e quale sarà l’impatto per un Gruppo primario come il vostro, sempre così attento all’innovazione?
Nel nostro piccolo abbiamo fatto notevoli passi in avanti lo scorso anno dotandoci di un sistema CRM, anche se abbiamo un numero di potenziali clienti in tutto il mondo al quale possiamo rivolgerci non superiore alle 225mila unità, quindi abbiamo un target molto ristretto.
Non c’è armatore che ci conosca che non abbia avuto interesse a seguirci sui canali social della nostra azienda. La rivoluzione digitale parte dai social network, dobbiamo entrare nell’ottica che anche un miliardario ha il suo profilo privato e posta foto su Instagram e Facebook. È una realtà con la quale abbiamo imparato a convivere e che ci vede molto presenti e protagonisti.

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