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Bankitalia: "Grazie agli investimenti, PIL italiano a +5% nel 2021"

- di: Daniele Minuti
 
Bankitalia: 'Grazie agli investimenti, PIL italiano a +5% nel 2021'
Le nuove stime formulate dalla Banca d'Italia nelle sue proiezioni macroeconomiche sono più ottimistiche rispetto alle precedenti, con l'economia italiana che dovrebbe accelerare in maniera più decisa e che per il 2021 registrerà una crescita di circa il 5%, grazie in particolare alla spinta dovuta agli investimenti e all'aumento dei consumi.

Le previsioni da Via Nazionale sono di un +4,5% per il 2022 e un +3% nel 2023 ma viene specificato che "a causa del cutoff in data 26 maggio, non incorporano i dati diffusi dall'Istat il 1° giugno, che hanno ribaltato le stime sul Pil nel primo trimestre portandolo in positivo: tenendone conto, la crescita per il 2021 sarebbe più elevata di oltre mezzo punto percentuale".

Naturalmente un ruolo decisivo sarà quello delle misure di sostegno e bilancio finanziate sia col bilancio nazionale che con i fondi europei, tra cui il più importante è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: la crescita del Paese nel prossimo triennio dipenderà fortemente dall'utilizzo di queste risorse.

Bankitalia specifica che "il complesso di queste misure innalza il livello del Prodotto Interno Lordo per circa quattro punti percentuali cumulati nel triennio di previsione 2021-2023. Circa metà di questo impatto è riconducibile al Pnrr, nell'eventualità che interventi e investimenti si concretizzino senza significativi ritardi e siano efficaci nel sostenere la capacità produttiva del Paese".

Per quanto riguarda invece il mercato del lavoro, viene segnalato che il numero degli occupati in Italia, ridotto in maniera contenuta nel 2020 grazie alle misure di sostegno, tornerebbe a crescere nel trimestre attuale: "Dopo una diminuzione dell'1,2% nella media del 2021, che riflette la caduta già registrata nel primo trimestre, l'occupazione si riporterebbe sui livelli del 2019 entro la fine del triennio di previsione. Il ritorno alla crescita economica si rispecchia anche in un congruo aumento delle ore lavorate, che entro il 2023 dovrebbero tornare ai livelli pre pandemia".
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